Coperti di "vergogna" per essersi piegati ai "diktat di Cl". Così reagiscono sulla pagina Facebook della casa editrice mariana (ebbene sì) i fedeli le
Coperti di “vergogna” per essersi piegati ai “diktat di Cl”. Così reagiscono sulla pagina Facebook della casa editrice mariana (ebbene sì) i fedeli lettori. “Di questo passo, supini, supini, il prossimo anno andrete al Meeting di Rimini con il burka”. Perché nonostante la smentita arrivata dall’ufficio stampa dell’evento ciellino, la statua della Madonna è stata nascosta.
“Una casa editrice fondata sulla Madonna che si vergogna di Maria, oppure cede ai diktat di Cl, vergogna!” Decine e decine di lettori della casa editrice Shalom sono indignati per quello che è successo al Meeting di Rimini. Documentato da un video di Repubblica.it e poi smentito dall’ufficio stampa del Meeting, negando che siano stati gli organizzatori a chiedere di coprire l’immagine. Ma la verità è che la statua è stata fatta sparire. Esattamente come aveva detto la signora intervistata: “Quindi lei è costretta a tenerla ma coperta”, chiede il giornalista. E la risposta è: “No, a toglierla proprio”. Era stata coperta in attesa di essere nascosta. Così come sono stati fatti togliere quadri a contenuto religioso. E’ un Meeting pesantemente normalizzato quello che va in scena in Fiera in questa trentasettesima edizione. Altroché “tu sei un bene per me”. In linea col nuovo corso di Cl, che è quello di fare a gara per apparire più francescani di papa Francesco. Nascosti i simboli della fede e quelli che possono urtare altre religioni, magari con la motivazione del pericolo attentati, nonostante il Meeting in questi giorni sia un fortino blindato e supercontrollato dalle forze dell’ordine. Ieri per l’arrivo del ministro dell’Interno, la polizia ha fermato centinaia di visitatori, sotto il sole battente (tanto che alcuni genitori con figli piccoli hanno protestato), diretti all’ingresso sud, dove era atteso Angelino Alfano. Il flusso è stato riaperto quando Alfano è entrato, con seguito di ampio codazzo, in Fiera. E’ lui che si occupa della nostra sicurezza o noi della sua?
Il popolo di Cl fa la fila davanti alle mostre sui migranti o a quella sull’abbraccio misericordioso, frequenta molto meno l’esposizione sulla persecuzione anticristiana nel mondo a cura della fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”. Un pugno nello stomaco per quello che documenta, oltre a ricordarci “che la jihad bussa alle nostre porte e la mancata conoscenza del dramma vissuto dai nostri fratelli nella fede in tutto il mondo, non può essere più perdonata”. Duecento milioni di cristiani perseguitati nel mondo, e oggi vittime soprattutto del fondamentalismo islamico che vuole annientare la presenza dei cristiani in Iraq, Pakistan, Siria, buona parte dell’Africa. Però il leader di Cl nell’intervista al Corriere della Sera assicura che i cristiani sono perseguitati già dai tempi dell’impero romano, “non ha iniziato l’Islam”, così come non vede in Europa una centralità della questione islamica. C’è stato un tempo in cui nella chiesa si sono messe le “mutande” sulle nudità. Oggi sulla realtà.
Ma è sempre più forte la ribellione nella base, non solo ciellina. Ne sa qualcosa la casa editrice Shalom, che fonda il suo successo commerciale non solo sulla vendita di volumi e periodici che fanno presa sulla devozione popolare, oltre che sui pellegrinaggi, ma proprio sugli oggetti sacri e in primis quelli improntati ad una devozione mariana. Si spiega così la delusione e la rabbia esplose sulla pagina Facebook di Shalom: “Teneteveli i vostri prodotti, se quelli che ho comprato in passato non fossero oggetti sacri e benedetti, li avrei già buttati…siete una vergogna”, scrive una signora. E un’altra: “Vi auguro di chiudere al più presto. Ero un vostro affezionato cliente, ora non più. W Maria”. E poi: “Anche Dio si vergognerà di voi…nel frattempo spero che chiudiate presto!”. Ancora: “Non comprerò più libri da voi, il motivo ve lo potete immaginare, di conseguenza non seguirò più la vostra pagina e pregherò perché il Signore aumenti la nostra fede”. Sabato 19, quando scoppia la polemica, l’editrice posta una frase di S.Agostino (“La misura dell’amore è amare senza misura”) e sotto Antonio lascia scritto: “Sant’Agostino che penserebbe di quelli che coprono la Vergine Maria per non offendere gli islamici? Andate ad amare Maometto, amici del demonio!”. Domenica sulla pagina Facebook compare un articolo sulla liturgia del giorno. Ma la protesta non si ferma: “Non si copre la statua della Madonna. Allo stand del Meeting siete stati capaci di negare tutto. Abbiate il coraggio delle vostre azioni e di pentirvene. Sono profondamente offesa!”. C’è chi lascia solo un lapidario “Vergognatevi” oppure “servi del mondo”. E anche: “La misura del vostro amore sono i soldi”. “Che vergogna, invece di coprire la statua ed offendere così il sentimento cattolico degli italiani, avreste dovuto chiudere lo stand e tornare a casa in segno di protesta. Che testimonianza cristiana avete dato?” “A un Meeting di popoli coprite la Madonna che vuole essere onorata come Regina di tutti i popoli”. “Di questo passo, supini, supini il prossimo anno andrete al Meeting di Rimini con il burka!! Si chiama codardia e vigliaccheria!”. “Niente Madonna, e il Corano lo vendete?”
Qualcuno chiede anche una reazione ufficiale, una spiegazione dell’accaduto. “Sarebbe quanto mai opportuna una precisazione ufficiale in merito, forse la dolce Signora addetta allo stand ha capito male? Magari fosse…”. Ma per ora Shalom non risponde e incassa. Chissà se alla fine potrà dire di questa partecipazione al Meeting: tu sei un bene per me.
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