Quello più noto è passato alla storia come "lodo Mondadori" e in tempi recenti ha fatto pronunciare a Marina Berlusconi la famosa frase "non siamo il
Quello più noto è passato alla storia come “lodo Mondadori” e in tempi recenti ha fatto pronunciare a Marina Berlusconi la famosa frase “non siamo il bancomat di De Benedetti”. La storia, lunga e controversa, riguarda la “guerra di Segrate” che contrappone Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti, appunto, per il possesso della Arnoldo Mondadori Editore. Iniziata negli anni 80 e conclusasi lo scorso settembre con la sentenza della Cassazione che ha stabilito che il primo debba risarcire il secondo con circa 500 milioni di euro (si è poi aggiunta una “coda” ulteriore che comprende una nuova causa civile intentata dalla Cir di De Benedetti che chiede il risarcimento di ulteriori 30 milioni di euro per danni non patrimoniali).
Ora anche il sindaco di Rimini ha il suo lodo e anche in questo caso è una vicenda che nasce da lontano e che rischia di dare qualche pensiero a Gnassi & C.
Una delle poche società ad essere state sempre in attivo fra quelle direttamente partecipate dal Comune di Rimini è l’Amfa, azienda multiservizi farmaceutica.
Il Comune nel 1999 ha deciso di trasferire – con una procedura ad evidenza pubblica – il pacchetto azionario di maggioranza, il 73,8%, ad una società di diritto inglese, la “E. Moss Limited” e per questa scelta non mancarono le polemiche nel mondo politico.
Circa due anni dopo gli inglesi si fecero da parte trasferendo il proprio pacchetto azionario alla società “Alleanza Salute Italia S.p.A.”, oggi “Alliance Healthcare Italia S.p.A.”
La compagine societaria attualmente vede Alliance Healthcare Italia S.p.A. col 73,83% del capitale sociale (euro 8.555.260), Rimini Holding col 25% (2.896.796), Carim 0,290% (33.568) e con le stesse quote anche Em.ro Popolare spa e Unicredit, poi la Banca Popolare Valconca con 0,287% (33.232), e i Comuni di Coriano, Misano e Santarcangelo con lo 0,003% ciascuno (336 euro).
Gli ultimi tre bilanci hanno registrato un attivo di euro 696.132 (2010), 819.673 (2011) e 516.345 (2012).
Ma Alliance Healthcare Italia ha avviato un procedimento arbitrale e il collegio rituale composto dal prof. avv. Vera Parisio, prof. avv. Pier Giorgio Alberti e dall’avvocato Carlo Maria Compatangelo lo scorso 17 ottobre ha accolto la domanda proposta da Alliance Healthcare Italia, condannando il Comune di Rimini a pagare la somma di oltre 1 milione di euro (per l’esattezza 1.057.933,96), più “interessi e maggior danno”, a titolo di rimborso di sopravvenienza ritenuta di natura fiscale di cui alle garanzie contrattuali previste dall’art. 6 del contratto di cessione delle azioni di Amfa s.p.a.
Conferma a Rimini 2.0 l’assessore alle Risorse finanziarie e Partecipate, Gian Luca Brasini: “Confermo che è in corso il lodo arbitrale, una vicenda che nasce diversi anni fa e quindi prima del nostro insediamento. Riguarda la quantificazione di alcuni oneri legati all’Iva e alle imposte, e le ragioni del socio Comune sono opposte a quelle del socio in Amfa, Alliance Healthcare. Confermo anche che il Comune di Rimini ha fatto ricorso”. Per ora nulla di più. Anche in Alliance Healthcare in questi giorni è difficile poter parlare con i responsabili.
Con una decisione che risale all’ultimo giorno dell’anno, il sindaco Gnassi ha deciso di impugnare il lodo davanti alla Corte d’Appello di Bologna, confermando l’incarico all’avvocato Ettore Bontempi, oltre che all’avvocato Wilma Marina Bernardi della Civica Avvocatura, già incaricati della difesa del Comune davanti al Collegio Arbitrale.
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