Nuovo lungomare: “prima di affossare commercio e ristorazione pensate a mobilità e parcheggi”

Nuovo lungomare: “prima di affossare commercio e ristorazione pensate a mobilità e parcheggi”

La pedonalizzazione del lungomare, legata al progetto del parco del mare, fa discutere. Mentre l'amministrazione comunale decanta obiettivi di rilancio del turismo, Luigi Camporesi mette in guardia: "Occorre prima una seria pianificazione dei parcheggi e della mobilità. C'è il rischio di interrompere i flussi di utenti delle attività dislocate in quel tratto di città, condannando alla chiusura ristoranti e locali".

A cosa andremo incontro pedonalizzando il lungomare? Quale sarà l’impatto del parco del mare sull’economia di Rimini? Produrrà una rivoluzione copernicana assolutamente positiva oppure darà un altro colpo alle attività economiche?
Secondo Luigi Camporesi di Obiettivo civico, fra il dire e il fare c’è di mezzo un mare nel quale si rischia di affogare. Ieri in consiglio comunale (all’ordine del giorno c’era l’accordo territoriale per la realizzazione del parco del mare) ha puntato l’indice contro un modo di immaginare e realizzare la trasformazione della città che potrebbe fare seri danni. Come già successo su altri fronti.

“Che la politica dei parcheggi determini il successo o la morte dei centri storici non lo dico io, lo sa benissimo anche il sindaco”, ha esordito Camporesi. “Gnassi davanti al ristorante di proprietà di un membro della sua famiglia ha un bel parcheggio, ampio e riqualificato, e la sosta costa la metà di quello che pagano gli utenti sul lungomare”. E il riferimento è naturalmente al Borgo San Giuliano. “Il sindaco sa benissimo che un parcheggio può determinare il successo di una attività commerciale. Ma la sua amministrazione cosa ha fatto? Ha generato un caos nel centro storico che ha determinato sostanzialmente grossissimi problemi alle attività economiche”.

Se per il lungomare si seguirà la stessa strada, insomma, addio sogni di gloria più volte decantati. “Basta andare su internet e fare una ricerca: ci si imbatte facilmente, ad esempio, in uno studio realizzato dalla associazione dei manager di una decina di città inglesi e di alcune città degli Stati Uniti, che ha investigato come il parcheggio contribuisca al successo delle attività commerciali. Fra i dieci fattori più importanti per gli utenti da questo punto di vista, il primo è il posizionamento del parcheggio”, ha aggiunto Camporesi.

Anche per il parco del mare si sta utilizzando “un modo di fare tutto riminese: prima si crea il problema e poi eventualmente lo si risolve, prima si fanno i danni e poi eventualmente si mette una toppa”. Una amministrazione seria, ha proseguito l’esponente della minoranza, “che ha intenzione di affrontare un problema così complesso come quello del rifacimento del lungomare, avrebbe dovuto cominciare col lavorare sulla mobilità e i parcheggi e non partendo col creare difficoltà alle attività economiche; oppure, se si vogliono creare difficoltà alle attività economiche, si abbia il coraggio di dirlo apertamente”.

La pedonalizzazione senza aree di sosta adeguate diventerà un boomerang. “Ci sono attività economiche sul lungomare che vivono di flussi quotidiani, provenienti dal circondario, da San Marino, dalle città emiliane, che si dirigono a Rimini per consumare un pasto in un risonante: bene, queste attività grazie al progetto che sta andando avanti sul lungomare sono destinate alla chiusura”. L’amministrazione dovrebbe “avere almeno il coraggio di andare a dire a chi ad esempio ha contratto un mutuo per la propria attività, che di qui a pochi mesi sarà costretto a chiudere. Perché questo è quello che succederà, lo si sa benissimo, se non altro perché a Riccione è successa esattamente la stessa cosa con la pedonalizzazione del lungomare”.

L’alternativa è lasciare tutto come si trova da decenni? No, anzi, ha detto ancora Camporesi, ma “bisogna affrontare il problema in maniera opposta rispetto a come sta facendo l’amministrazione, occorre partire da una seria pianificazione dei parcheggi e della mobilità, ma non a parole”. Ha avanzato dubbi anche sulla opportunità di dichiarare guerra all’auto, perché in prospettiva le cose cambieranno: “nel mondo le case automobilistiche stanno investendo centinaia di miliardi di euro nella mobilità elettrica, quindi è del tutto probabile che di qui a qualche anno la maggior parte delle automobili siano elettriche; e il nostro turismo è fatto di persone che giungono in riviera per il 70% dei casi con l’automobile, anche perché la linea dell’alta velocità non esiste”.

Messaggio finale: sarebbe disastroso sbagliare. “L’amministrazione non può continuare a lavorare col metodo che è stato fin qui seguito dal sindaco, consistito sostanzialmente nel distruggere delle economie“. Esempi? L’aeroporto: “Il sindaco insieme all’ex presidente della Provincia Stefano Vitali, è il primo responsabile della distruzione di valore per decine di milioni di euro del nostro aeroporto e mi riferisco al fallimento di Aeradria. In campagna elettorale faceva bella mostra di sé davanti agli aerei dichiarando che di lì a poco avremmo avuto un milione di passeggeri, ma chissà perché in seguito non ha più menzionato l’aeroporto in nessuna circostanza. Ricordo che l’aeroporto generava un indotto valutato in 800 milioni di euro l’anno, ma dopo il fallimento di Aeradria lo scalo di Miramare non è più decollato, con tutte le conseguenze sul comparto turistico e con la perdita di decine di milioni di euro investiti dagli enti pubblici”.

Camporesi ha messo sul piatto anche un altro esempio: la cacciata degli ambulanti da piazza Malatesta. “Il comitato più rappresentativo degli ambulanti aveva avanzato una buona proposta di mercato riqualificato, ma il sindaco non ha voluto sentire ragioni e ha condannato quel settore ad essere una economia marginale rispetto a quella che era in precedenza, ha messo in difficoltà molte famiglie”. Ma chi l’ha detto che un mercato riqualificato attorno alla Rocca malatestiana fosse qualcosa di inaccettabile dal punto di vista estetico? “Attorno alla Torre di Londra, patrimonio Unesco, c’è un mercato ambulante, e neanche così piacevole da vedere; anche quello di Rimini, in forma riqualificata, avrebbe dato lustro, anche per la sua storicità, e sicuramente non avrebbe arrecato nessun danno, anzi, probabilmente avrebbe portato dei vantaggi economici”.
Il sindaco, ha concluso Camporesi, “è responsabile dei danni arrecati danni arrecati al commercio del centro storico, perché se è vero che è partito un altro tipo di economia, quella della vita notturna, non si capisce perché sia stato necessario distruggere l’economia diurna”.

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