Parco del mare: ci hanno preso per il rendering

Parco del mare: ci hanno preso per il rendering

Sul progetto che dovrà rivoluzionare arenile e lungomare, che ha già bruciato quattro anni e di cui si conosce ancora poco o nulla, abbiamo una certezza: il rendering che ha stazionato a lungo in piazza Cavour e sul quale il sindaco ha basato anche la sua campagna elettorale, non è quello che prenderà forma. "Ma i finanziamenti regionali non sono a rischio". E la partecipazione degli operatori di spiaggia "non è decisiva".

Nel consiglio comunale di ieri sera è stata discussa la mozione presentata dal consigliere di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi nella seduta del 10 novembre 2017. Discussa è una parola grossa. Perché l’esponente della minoranza ha avuto modo di illustrarla nei dieci minuti canonici previsti dal regolamento, ha ottenuto anche qualche risposta dall’assessore al bilancio, ma poi è venuto meno il numero legale e la seduta si è chiusa. Assenti il sindaco e l’assessore Frisoni (che ha le deleghe in materia), dai banchi della maggioranza l’interesse verso la discussione intavolata da Renzi per fare un po’ di luce sul progetto dei progetti, è stato davvero minimo. Tanto è vero che un po’ alla volta i consiglieri si sono defilati e non è rimasto che verificare il numero legale, sciogliendo le righe. Il parco del mare continua a rimanere un affare di esclusiva gestione della giunta.

Quindi Renzi, ben consapevole (vista l’assenza di Gnassi e Frisoni) che non avrebbe ottenuto particolari rivelazioni, ha comunque intavolato il confronto, anche perché – ha detto in apertura – “se aspettiamo ancora un po’ ci troviamo difronte alla esecuzione dei lavori senza neanche averne potuto discutere minimamente in consiglio comunale. Quello che apprendiamo ci deriva dalla stampa, dove leggiamo che dopo la stagione balneare inizieranno i lavori, ma noi aspettiamo ancora di conoscere, al di la dei rendering, e soprattutto di discutere le linee di progetto del parco del mare”.

Renzi è partito tracciando una breve storia delle puntate precedenti. Il 28 aprile 2016 la giunta approva un progetto preliminare del parco del mare che prevede tre lotti di intervento: parco Fellini, il secondo fino a piazzale Kennedy e il terzo relativo al lungomare Spadazzi.
Il 25 ottobre 2017 avviene l’affidamento dell’incarico (per 193mila euro) allo studio di architettura Miralles-Tagliabue per la definizione delle linee di indirizzo progettuale del parco del mare. Entro 120 giorni (così prevede la convenzione) a partire dal 1° settembre 2017, sarebbe dovuta avvenire la consegna degli elaborati, quindi inizio gennaio 2018. Se si considera che i primi passi del progetto risalgono al febbraio 2015 e che il progetto esecutivo risale all’aprile 2019, “si sono persi quattro anni”, ha commentato Renzi.

Il progetto attuale non è più quello che è stato mostrato ai cittadini riminesi col rendering esposto in piazza Cavour, anche in occasione delle elezioni amministrative, relativo alla proposta preliminare”, ha detto Gioenzo Renzi. Fra i cambiamenti sostanziali intervenuti, la scomparsa delle dune in cemento armato alte 4 metri, sulle quali Fratelli d’Italia ha battagliato a lungo in passato, “che impedivano la vista della spiaggia e del mare”. Modificata anche la previsione della quota di lungomare a livello dell’arenile, che “avrebbe ostruito la vista della spiaggia”. Evidentemente i rilevi di Gioenzo Renzi hanno fatto breccia.

“Siamo in presenza di una modifica radicale del progetto del parco del mare, e mi meraviglia che questo riesca ad ottenere il finanziamento regionale di 2 milioni e 850 mila euro che è stato assegnato nel 2017 sulla base di un progetto preliminare che è stato cambiato radicalmente”, ha incalzato Renzi. “A me risulta che quando si presentano dei progetti in Regione questi sono vincolanti ai fini della esecuzione, pena la mancata corresponsione del contributo. Nel caso della pista ciclabile realizzata sul lungomare, la Regione non assegnò il contributo perché il progetto realizzato era stato modificato rispetto a quello presentato e sul quale era stato chiesto il finanziamento”.

Infine, il capitolo delle manifestazioni di interesse. “Non conosciamo l’esito delle negoziazioni: nel primo tratto da piazzale Fellini a piazzale Kennedy sembra che siano stati sottoscritti degli accordi preliminari, per gli altri è tutto da vedere. Neanche sul tratto di Miramare abbiamo la sottoscrizione di accordi. Non parliamo poi dei tratti 2 e 3 … Tutto il progetto del parco del mare era fondato sull’esito delle negoziazioni che avrebbero potuto portare un introito di 40 milioni di euro come corrispettivo della cessione dei diritti di superficie. Ma questo castello economico finanziario al momento risulta vanificato per la stragrande parte del progetto”.

L’assessore al bilancio Gianluca Brasini ha ammesso che sarebbe stato meglio affrontare il tema in presenza dell’assessore competente e dei relativi dirigenti. E poi si è limitato alle proprie di competenze.

Primo. “La progressiva copertura finanziaria dei 9 tratti del parco del mare si sta concretizzando a step: abbiamo già una sufficiente garanzia di finanziamenti interni e di soggetti terzi (Asse 5 del POR FESR per circa 3 milioni di euro, quello dell’assessorato regionale al turismo che è parte integrante dei primi tratti: 1, 8 e parzialmente 2 e 3). A negoziazioni avvenute e ad accordi stipulati vi sarà il trasferimento del diritto di superficie in capo ai privati e da quel momento si potranno rogitare i trasferimenti e quindi incassare le somme derivanti dai diritti di superficie. Ma per il completamento dei primi tratti questa entrata è neutra, nel senso che c’è già la copertura finanziaria”. Ovvero, secondo l’assessore, sarebbero sufficienti i finanziamenti pubblici. Ma fino a quando?

Secondo. Le risorse regionali al momento “sono ancora interamente stanziate e accertate”. Lasciando intendere che la modifica del progetto iniziale non metterebbe a rischio il finanziamento di 2 milioni 850 mila euro. Secondo Brasini “non sono intervenute perizie di variante sui progetti definitivi tali per cui si dovesse rimodulare il riconoscimento del finanziamento Por-Fesr: ad oggi, a fronte delle interlocuzioni avute con la Regione, mi sento di poter dire che fatta salva la scadenza dei lavori prevista dal bando, le risorse ci sono”.

Terzo. I tempi si allungano perché il progetto è complesso. “Sono tempi che si stanno rendendo necessari per un progetto così ambizioso, erano anche prevedibili”. Qui Brasini ha detto che rispetto ai project del lungomare (partoriti dalla giunta Ravaioli e poi abortiti) il parco del mare “non prevede la presenza di un unico grande player come avviene nei project financing veri e propri”, come è successo ad esempio a Riccione oppure a Rimini con il lungomare modello Dubai.
Un modello, ha aggiunto Brasini, “cassato da questa amministrazione, che a livello procedurale poteva essere più semplice ma in fase attuativa sarebbe diventato un autogol, quindi abbiamo deciso di percorrere coraggiosamente un’altra strada: partendo dal basso attraverso la presentazione delle manifestazioni di interesse (inizialmente 155)”. Ad oggi però poca cosa.

Gli stabilimenti balneari si stanno tenendo alla larga dal parco del mare? Brasini ha cercato di rivoltare la frittata, quanto meno di vedere il bicchiere mezzo pieno: “la partecipazione degli operatori di spiaggia rimane non decisiva a causa anche delle voci ricorrenti sulle proroghe delle concessioni”. Della serie: il parco del mare richiede “un orizzonte temporale molto lungo per ammortizzare l’investimento iniziale” e questo mal si concilia con le incertezze legate alla Bolkestein. Ma fino a quando non si scopriranno tutte le carte e gli atti approderanno in consiglio, la verità sul parco del mare rimarrà un mistero.

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