“Sgomberate i campi rom”: sul tavolo del ministro Salvini anche gli insediamenti di Rimini

“Sgomberate i campi rom”: sul tavolo del ministro Salvini anche gli insediamenti di Rimini

Una circolare del ministro dell'Interno è da ieri anche sul tavolo del prefetto Alessandra Camporota. Dà tempo 15 giorni per fotografare la reale situazione degli insediamenti di sinti e rom sul territorio riminese. Obiettivo "il progressivo sgombero delle aree abusivamente occupate attraverso l’esecuzione delle ordinanze di demolizione e rimozione delle opere abusive".

Anche la fotografia degli insediamenti di rom e sinti nel riminese dovrà arrivare sul tavolo del ministro dell’Interno Matteo Salvini entro fine luglio. Lo stabilisce una circolare che il ministro ha inviato ieri a tutti i prefetti, compreso quello di Rimini, Alessandra Camporota. Lo spunto è l’incendio che quattro giorni fa si è sviluppato all’interno del campo di Lamezia Terme “che ha posto l’esigenza di una specifica attenzione sulle significative situazioni di illegalità e di degrado che frequentemente si registrano negli insediamenti e che spesso configurano un concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, anche nei contesti urbani posti nelle vicinanze delle aree in cui insistono tali insediamenti”.

Salvini si rivolge al prefetti per sollecitare, entro 15 giorni, una ricognizione complessiva, in particolare su “tipologia di insediamenti (autorizzati, abusivi) e densità abitativa; condizioni (presenza di reti idriche, elettriche e fognarie, allacci abusivi); presenza di manufatti fissi e strutture mobili (roulotte, camper); pregressi incendi o altri episodi pregiudizievoli per l’incolumità pubblica; eventuali segnalazioni (da riportare con dati aggregati) riguardanti le condizioni dei minori, anche con riferimento alle situazioni di abbandono scolastico ovvero di coinvolgimento degli stessi in episodi pregiudizievoli in ragione dell’età”.

Del tema dovranno occuparsi i Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, allargati alla partecipazione dei rappresentanti della Regione, dei sindaci dei Comuni interessati, nonché dei rappresentanti della Magistratura e di ogni altro soggetto che possa essere proficuamente coinvolto in tale contesto, puntualizza il ministro dell’Interno. L’obiettivo “è quello di definire strategie condivise, coinvolgendo anche le associazioni interessate e gli interlocutori non istituzionali, finalizzate al superamento delle situazioni di degrado singolarmente individuate e al ripristino delle condizioni di legalità, in caso di eventuali illegittimità riscontrate, caso per caso, anche nelle strutture autorizzate”.

Salvini chiede una “pianificazione in ambito provinciale, se del caso attraverso la stipula di specifici protocolli e l’istituzione di “Cabine di Regia” con rappresentanti delle Regioni e degli Enti locali interessati”, ma non si limita a questo: si deve lavorare per “il progressivo sgombero delle aree abusivamente occupate attraverso l’esecuzione delle ordinanze di demolizione e rimozione delle opere abusive (roulottes e case mobili incardinate nel suolo), attivando nel contempo positive dinamiche di ricollocamento degli interessati”. E a questo proposito deve essere garantito “l’accesso ai servizi di carattere sociale, sanitario, assistenziale e scolastico di chi ne ha diritto”, compreso il sostegno alle “fragilità negli insediamenti, con particolare riguardo alla presenza all’interno degli stessi campi di nuclei familiari con minori o altre persone in condizioni di vulnerabilità”. Senza dimenticare la “verifica delle condizioni di regolarità di ingresso e permanenza sul territorio nazionale di eventuali stranieri presenti negli insediamenti da sgomberare, per la valutazione delle singole situazioni sotto il profilo delle disposizioni del Testo Unico in materia di immigrazione”.

A Rimini la situazione più calda è quella del campo di via Islanda, anche di recente balzato agli onori delle cronache per il sequestro di una piantagione di marijuana. Il progetto del Comune di Rimini relativo alle microaree da assegnare agli attuali abitanti di via Islanda non è ancora approdato a nulla. Divisioni all’interno della maggioranza e, soprattutto, la forte protesta dei comitati, pare abbiano messo in standby ogni azione, decidendo di non decidere.

A marzo un ordine del giorno del Pd che era stato preparato per approdare in consiglio comunale, spianando la strada a “180 cittadini circa, autocertificatisi di etnia Rom o Sinti, che dimorano in abitazioni abusive costruite su terreni agricoli”, come disse Loreno Marchei del Comitato ProRimini, subì una repentina marcia indietro. Molte contestazioni anche per gli alti costi delle casette prefabbricate pensate dall’amministrazione comunale, quantificati complessivamente in circa 500mila euro. Adesso il ministro suona la sveglia.

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