Il Pd ha pronta la sanatoria per le abitazioni abusive costruite da Rom e Sinti

Il Pd ha pronta la sanatoria per le abitazioni abusive costruite da Rom e Sinti

Un ordine del giorno che arriva nel prossimo consiglio comunale e che porta la firma del capogruppo del Pd Enrico Piccari, spiana la strada a "180 cittadini circa, autocertificatisi di etnia Rom o Sinti, che dimorano in abitazioni abusive costruite su terreni agricoli", tuona Loreno Marchei del Comitato ProRimini. Altroché cinque microaree, insomma.

“Impegna il Sindaco e la Giunta Comunale a definire una disciplina utile, a regolare sul territorio comunale, il riuso delle abitazioni, realizzate abusivamente da rom o sinti prima dell’entrata in vigore della L.R. n. 11 del 2015 e acquisite al patrimonio comunale (ai sensi della disciplina sanzionatoria relativa alla lottizzazione abusiva o alla nuova costruzione in assenza o totale difformità del titolo edilizio di cui agli articoli 12 e 13 della L.R. n. 23 del 2004), avvalendosi della facoltà prevista all’art. 3, comma 3, della medesima legge regionale 11/15″. Arriva la sanatoria a favore di Rom e Sinti. Il testo riportato fa parte di un ordine del giorno che porta la firma del capogruppo del Pd Enrico Piccari e che approda nel prossimo consiglio comunale. La protesta di Rom e Sinti è stata subito accolta dalla maggioranza a palazzo Garampi. Oltre alle cinque microaree che l’amministrazione comunale ha da tempo messo in conto, per una spesa di almeno 500mila euro, la “scappatoia” escogitata dal Pd regolarizzerà tutti gli abusi commessi anche dagli altri nuclei Rom e Sinti che si sono insediati negli anni in varie parti del territorio riminese. Insorge il Comitato ProRimini, che prende posizione con la nota pubblicata qui sotto. “Sul territorio comunale esistono diverse situazioni di abusi edilizi in area agricola che doverosamente sono oggetto di interventi repressivi da parte degli Uffici comunali e delle Autorità preposte”, si legge nella proposta di deliberazione “suggerita” dal Pd, ma “la normativa regionale anzidetta prevede la possibilità di riassegnare gli immobili oggetto di acquisizione da parte del Comune ad esito dei predetti interventi repressivi, ai nuclei che li hanno realizzati per un periodo di tempo limitato, qualora tale misura sia integrata nel programma comunale per le microaree familiari finalizzato all’inclusione sociale di Rom e Sinti”. Et voilà, il gioco è fatto.

“Circa venti giorni fa, sul Corriere Romagna, il sindaco Andrea Gnassi ha affermato che la questione microaree risulterebbe circoscritta a cinque famiglie che dimorano nel campo di via Islanda. Quanto esposto dal sindaco, oltre a non rispondere a verità, riguarda però solo la prima parte del progetto della Giunta relativa allo smantellamento di una situazione vergognosa di cui il primo cittadino è anche primo responsabile, trattandosi di area pubblica adibita a parcheggio.
Il progetto microaree non si occupa solo di quelle da costruire ex novo ad esclusivo carico dei contribuenti riminesi, visto che l’amministrazione Gnassi ha commesso un grossolano errore nella domanda di partecipazione al bando regionale, così perdendo € 100.283,85 destinati ad opere strutturali, come previsto nelle DGC nn. 228 e 356/2016, dedicate ad undici e non cinque famiglie di etnia Sinti.
Altri 180 cittadini circa, autocertificatisi di etnia Rom o Sinti, che dimorano in abitazioni abusive costruite su terreni agricoli già acquisiti dal Comune di Rimini per tali illiceità, potranno continuare a dimorare nelle stesse sulla base della Legge Regionale n. 11/2015 e della Delibera di Giunta Regionale n. 43/2016 che concedono questo beneficio solamente agli appartenenti a tali etnie a condizioni economiche irrisorie ed ampiamente derogabili.
Lo scorso 4 marzo, il capogruppo del Partito Democratico Enrico Piccari ha depositato una proposta di deliberazione che verrà discussa nel Consiglio Comunale del prossimo giovedì 14 marzo finalizzata a rendere operativa questa seconda parte del progetto microaree e, dunque, interrompere le attività amministrative finalizzate agli abbattimenti degli abusi edilizi sui terreni già acquisiti dal Comune.
Il tutto, ancora una volta, senza minimamente distinguere chi è realmente bisognoso e dunque meritevole di un aiuto nelle forme dedicate a tutti i riminesi, da chi non lo è perché ad esempio titolare di redditi od altre proprietà.
All’incontro organizzato lo scorso 3 giugno 2018 dai comitati di protesta contro le microaree alle Celle ed a quello successivo, tenutosi a fine luglio nella sala di via Bidente, ho chiesto ripetutamente al vicesindaco Lisi se l’amministrazione intendesse adottare o meno questo tipo di provvedimento che, di fatto, è una sorta di sanatoria su base etnica. Ovviamente, ed i filmati lo dimostrano, non ho avuto alcuna risposta.
Ora che la maggioranza ha manifestato l’intenzione di filare dritto anche su questo tema, vorranno spiegare il sindaco Gnassi, i suoi assessori e tutta la maggioranza che li sostiene, cosa intendono dire ai riminesi che mai hanno commesso abusi edilizi e che si vedranno raddoppiata l’addizionale IRPEF, dopo l’aumento della TARI e la reintroduzione dell’imposta sui passi carrai, o a quelli che, resisi responsabili di tali fattispecie, sono stati sottoposti alle opportune e non irrilevanti sanzioni.
Ricordo in proposito che, oltre ai 100.283,85 euro persi per strada dall’amministrazione Gnassi per le cinque microaree che si vorrebbero costruire ex novo (vedasi gli allegati alla DGC 356/16), il vicesindaco Lisi, nell’ultima commissione consiliare sul tema, tenutasi la scorsa estate, si è dichiarata fiduciosa di poter contenere la spesa per l’allestimento delle nuove microaree in circa 500.000 euro, cifra che, anche nel caso in cui fosse precisa, non tiene conto dei costi di gestione e manutenzione successivi all’iniziale allestimento.
Sarà sufficiente continuare ad accusare di razzismo chi, atti amministrativi alla mano, contesta i propositi dell’amministrazione per ritenere di aver dato una compiuta risposta a quanto sopra?”

Loreno Marchei per il Comitato ProRimini

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