Il caso Gambalunga-palazzo Lettimi è arrivato in consiglio comunale

Il caso Gambalunga-palazzo Lettimi è arrivato in consiglio comunale

Con una interrogazione il consigliere Andrea Pari ha posto il problema della sempre più grave mancanza di spazi nella storica biblioteca di Rimini e dell'opportunità di rispondere a questa esigenza recuperando finalmente l'edificio cinquecentesco di via Tempio Malatestiano. La giunta ha un piano? Cosa intende fare? Quello che si è ascoltato dall'assessore Morolli non è stato esaustivo e nemmeno ha indicato progetti e tempi definiti.

Nel nostro articolo (qui) avevamo evidenziato la situazione che riguarda la prestigiosa Biblioteca Gambalunga, importante istituzione cittadina e non solo. Emergevano infatti alcune criticità legate alla ormai cronica mancanza di spazi dedicati alla consultazione, ma anche alla conservazione del patrimonio librario. È bene ricordare che l’incremento di quest’ultimo non solo discende dal desiderio del suo fondatore, ma è oltremodo organico all’accrescimento di quel sito culturale.
Ma, come da risposta della Direttrice al nostro interpello, “lo sviluppo degli spazi riservati ai servizi al pubblico devono avere la prevalenza su quelli destinati ad archivio”, proprio per questo motivo la Biblioteca utilizza locali esterni per collocare le nuove acquisizioni; in un caso anche con canone d’affitto. Vi è inoltre da ricordare che i luoghi destinati alla consultazione sono costantemente occupati da studenti universitari; nulla di male intendiamoci, ma ciò ovviamente inibisce altri tipi di utenti.
La nostra esposizione poi terminava con l’indicazione di una reale soluzione al proposito, che avrebbe non solo potuto risolvere il descritto problema ma pure un altro vergognosamente dimenticato: la ristrutturazione di Palazzo Maschi Lettimi. I due aspetti risultano logicamente uniti tra loro a doppio filo e, a nostro avviso, ormai imprescindibili l’uno all’altro con un naturale legame indissolubile. Perché quel palazzo, come avvenne negli anni ’50 quando fu ampliata nel vicino Palazzo Visconti, risulterebbe l’unica soluzione plausibile.
L’argomento sollevato ha riscosso notevole interesse nella città, soprattutto a fronte del fatto che non si hanno notizie né di un miglioramento della Gambalunga né delle ragioni per le quali il mentovato monumento non debba essere ricostruito; ma soprattutto in seguito consegnato alla fruibilità dell’intera città, e alla dignità che merita. Per cui nel Consiglio Comunale di ieri sera 30 aprile, il consigliere comunale Andrea Pari, evidentemente sensibile a certi argomenti, ha depositato un’interrogazione su questo tema del seguente tenore.
“Premesso che:
– La biblioteca Civica Gambalunga, donata al comune di Rimini dall’illustre concittadino Alessandro Gambalunga alla sua morte nel 1619, è uno dei tesori culturali della nostra città;

Considerato che:
– Negli ultimi anni gli spazi di consultazione sono divenuti angusti, anche a causa dell’importante numero di studenti universitari, che usufruiscono di tali spazi a dimostrare l’interesse crescente per questa importante istituzione;

Rilevato che:
– la biblioteca, come da sua naturale e giusta vocazione, continua l’acquisto dei testi;

Rilevato inoltre che:
– Tale importante afflusso di testi però non può trovare da tempo collocazione nella sede di via Gambalunga, per mancanza di spazi;

Dato che:
– I testi non contenibili nella sede citata sono destinati ad altre sedi, solo in parte di proprietà comunale, e questo comporti un esborso economico per affitti e, soprattutto, una difficoltà importante per chi volesse consultare testi non presenti nella sede centrale;

Ritenuto che:
– A pochi passi dalla sede della biblioteca giace da decenni, in condizioni strutturali decadenti, Palazzo Lettimi (lo sappiamo tutti);
– Il tema della riqualificazione di Palazzo Lettimi dovrà necessariamente essere affrontato da questa amministrazione;

INTERROGO IL SINDACO E LA GIUNTA PER SAPERE
– se sia nei progetti di codesta amministrazione il rilancio degli spazi della Biblioteca adeguandoli alla grande richiesta;
– se sia intenzione della Giunta portare avanti il grande progetto rilanciato poche settimane fa anche da un quotidiano on-line della riqualificazione di Palazzo Lettimi, in modo che questo possa divenire un polmone culturale della città, anche ospitando testi e sale consultazione della Biblioteca stessa. Come peraltro accadde in modi e modalità diverse, evidentemente, per Palazzo Visconti”.
Pari ha concluso chiedendo se in questo vi sia una volontà politica e quali siano in alternativa le intenzioni della Giunta sul tema.
La risposta alla prima parte dell’interrogazione, pronta peraltro, è stata rapida ma ahimè preconfezionata se non precotta; di fatto conforme alla risposta pervenuta a Rimini 2.0 da parte della Direttrice dell’Istituzione che potete leggere meglio nel succitato articolo. Nulla di nuovo quindi, ma passiamo al resto.
In seguito l’assessore Morolli, che ha avuto il compito della risposta, ha rivisitato la storia recente dello scomodo Palazzo Lettimi, argomentando dell’impossibilità di cederlo all’Università di Bologna per motivi reali circa la sua destinazione ed altro. Nel ricalcare, come detto, la risposta resaci dalla Direttrice, vorrei soffermarmi su un punto saliente: “… per quanto riguarda il tema degli spazi e canoni la Biblioteca Gambalunga, come avviene per la maggior parte delle biblioteche di media e grande dimensione, utilizza alcuni magazzini esterni per il deposito appunto delle collezioni librarie. L’utilizzo dei magazzini esterni è un fenomeno fisiologico conseguente a due aspetti: l’incremento delle collezioni degli acquisti e lasciti che poi vengono dati alla biblioteca, e l’utilizzo sempre maggiore per gli spazi di lettura…”. In sostanza, si replica che all’esterno sono destinati libri poco richiesti, o che non hanno particolari esigenze per la loro conservazione.
Non pare molto “fisiologico” un simile trattamento dei fondi librari e il pagamento di un canone con denaro pubblico, quando la soluzione sarebbe a portata di mano.
Poi ha aggiunto che sono in corso sopralluoghi e contatti con la Soprintendenza per la messa in sicurezza e restauro, per un progetto di utilizzo dell’intero complesso. E pure è in corso una valutazione economica, non solamente come finalità comunale ma anche con soggetti terzi. A tal proposito si è citato l’esempio dell’intervento per il Tempietto di S. Antonio, concludendo infine che il restauro di Palazzo Lettimi potrebbe essere conseguente a un concorso di progettazione, con finalità legata all’università.
Il proponente dell’interrogazione si è dichiarato parzialmente soddisfatto della risposta ottenuta che, a suo giudizio, non va in direzione contraria, visti i trascorsi tentativi inesitati, auspicandosi che almeno una parte dell’edificio sia riservato a servizio della biblioteca anche per testi meno utilizzati. Il consigliere Pari ha comunque richiesto una risposta scritta.
Che dire. Nessuna idea precisa, frutto della mancanza di una visione e del perché Palazzo Lettimi debba necessariamente essere ceduto in qualche modo a terzi. Nonostante precise domande circa un duplice importante aspetto che investe la nostra cultura, sembra proprio aleggiare l’incertezza e la poca considerazione per certi temi di rilevanza cittadina. La dimostrazione è data dal fatto che oltre a non considerare le esigenze della Biblioteca, non si comprende neppure la valenza di ricostruire un palazzo del ‘500 che subisce la sua sorte dal dopoguerra ad oggi, protagonista solo di successive insensate demolizioni e degrado.
Mentre nella confusione da una parte si idealizza l’intervento di qualche privato, dall’altra si assiste all’aggravante di avere speso decine di milioni per le bizzarrie di Piazza Malatesta, per improbabili musei e per l’importante esborso relativo all’acquisto del Palazzo Valloni.
Vorremmo sbagliarci, magari; ma non s’intravvede alcuna soluzione per i problemi della Gambalunga e neppure per Palazzo Maschi Lettimi. E se per quest’ultimo potesse avvenire una ricostruzione, beh allora con questi lumi potremmo scordarci una giusta destinazione a piena fruizione della città.
Infine una domanda, pleonastica: qualcuno ha ancora qualche dubbio circa il fatto che Rimini non è divenuta capitale della cultura?

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