Piscina comunale: la scelta è fra Viserba e Rivabella, in arrivo un consiglio comunale tematico

Piscina comunale: la scelta è fra Viserba e Rivabella, in arrivo un consiglio comunale tematico

Se ne è discusso questa mattina in una lunga e accesa commissione di «controllo e garanzia» che ha costretto l'amministrazione comunale a scoprire un po' le carte. Le posizioni in campo e i pro e contro delle diverse localizzazioni ipotizzate. Ma si è arrivati alla fine del secondo mandato della giunta Gnassi senza l'impianto natatorio che rientrava nel programma del sindaco dal 2011.

La Commissione «controllo e garanzia» presieduta da Matteo Zoccarato questa mattina ha affrontato il controverso argomento della localizzazione della nuova piscina comunale, dopo che la location di via della Fiera (iter avviato nel 2014) è abortita per le già ben note cause. «C’è la necessità conoscere nel dettaglio uno dei progetti più importanti di questa legislatura, capire bene di cosa stiamo parlando, qual è la vision dell’amministrazione, quali scelte sono già state fatte e cosa invece è possibile cambiare coinvolgendo però il consiglio comunale» ha introdotto Zoccarato.
Si è arrivati infatti a poter discutere nel merito e a scoprire un po’ le carte, dopo che la giunta comunale ha annunciato la decisione già presa senza coinvolgere il consiglio comunale, grazie alla interrogazione presentata da Gioenzo Renzi e poi alla commissione odierna voluta dalla minoranza.
Tutti d’accordo sulla importanza di una piscina comunale adeguata alle esigenze di un pubblico molto vasto (10mila accesi al mese al Flaminio, ha detto l’assessore Brasini), ma parecchi e sostanziali distinguo su dove piazzarla, su come realizzarla e anche sulla tempistica da seguire.

L’impianto di Viserba in 3d.

«Si tratta di un progetto presente nelle linee di mandato del sindaco, da ascrivere ad un servizio fondamentale per la cittadinanza alla stregua delle scuole e della assistenza agli anziani, è una priorità assoluta anche considerando la vetustà dell’impianto attuale presso il Flaminio che ha più di 40 anni, è sottodimensionato (vasca unica) e non riesce più a soddisfare il fabbisogno complessivo che la città esprime», ha esordito l’assessore Brasini. E l’accelerazione, alla fine del mandato della giunta Gnassi e dopo decenni di stallo, è stata la prima nota stonata fatta rilevare dalla minoranza. La «realizzazione della piscina olimpica in un polo attrezzato e polivalente tramite rapporto pubblico-privato» (qui) compariva già nel programma elettorale del sindaco nel primo mandato del 2011 (anche se nel programma di mandato ufficiale che si trova sul sito del Comune il riferimento manca: qui) ma non sono bastati dieci anni per coronare un sogno sul quale la città scontava già un pesantissimo ritardo, e quella in previsione non è olimpica. Non solo. E’ cambiata radicalmente anche la modalità individuata dalla giunta per realizzare l’impianto natatorio. Non più project financing ma intervento diretto dell’amministrazione. L’assessore Brasini stamattina l’ha spiegata così questa virata: «Le piscine fino a qualche anno fa si realizzavano prevalentemente con il project financing, mettendo in capo al privato la progettazione, la costruzione e la gestione dell’impianto. Per Acquarena, su un costo di 8 milioni il Comune ne investiva 3 e il privato 5, con un risparmio per l’ente pubblico. Poi il modello del project ha visto in molti casi non trovare più sostenibilità e quindi l’amministrazione ha optato di diventare capofila unico. La centralità di Acquarena consentiva una redditività soprattutto delle attività non natatorie (ristorazione commerciale e altro) per il privato, ma questo non valeva per altre zone della città. Per cui si è passati da un impianto realizzato in partneriato pubblico-privato ad uno realizzato totalmente a carico del Comune per ridurre al minimo i fattori di rischio di un appalto». Acquarena? «Progetto fallito, costato soldi e immagine», il commento di Marzio Pecci (Lega).

Circa 8 milioni sarà anche il costo della piscina dirottata a Viserba, che manterrebbe le tre vasche modello Acquarena, scelta che sta incontrando però la decisa contrarietà dei residenti. Anzitutto per il luogo individuato, il parco don Tonino Bello, l’unico spazio verde a disposizione di un quartiere densamente abitato, fruibile da bambini e alunni di una scuola per l’infanzia, con un centro per anziani nella stessa area. Brasini ha risposto piccato alla critica del mancato coinvolgimento del consiglio comunale e della città: «Non accetto che si dica che la nostra è stata una scelta arbitraria e senza concertazione perché Prg e Rue hanno identificato le aree disponibili per determinate funzioni e impianti e a quelle ci siamo attenuti, abbiamo solo cambiato paradigma passando dal project all’appalto». Quindi la logica che ha portato ad optare per Viserba: «La zona sud è stata scartata perché ha la prossimità con l’impianto del nuoto di Riccione, sarebbe una follia posizionare il nostro a sud». Le possibili soluzioni lungo la superstrada di San Marino sono state cassate «per la vicinanza con la piscina olimpica del Titano, avrebbe creato cannibalismo fra gli impianti del nuoto». Si è così planati «sulla zona più sguarnita dopo avere ragionato sulle aree con destinazione conforme e tenendo conto che le vasche occupano da sole circa 3500 mq e che occorre una superficie complessiva di 15mila mq». Non solo. «La scelta dell’area è funzionale a servire il polo scolastico di Viserba, il più grande della Romagna con quasi 15mila studenti, ma i ragazzi che vogliono fare nuoto durante l’ora di educazione fisica devono essere trasportati al Palazzetto perdendo un’ora».

«Siamo solo al progetto di fattibilità» ha evidenziato la dirigente comunale Chiara Fravisini. Ma la minoranza ha attaccato su tutto il fronte.
Gioenzo Renzi: «L’ubicazione deve favorire tutta la città, non si tratta di una struttura di quartiere ma della nuova piscina comunale che dovrà accogliere anche gli eventi sportivi a carattere nazionale e internazionale». Il parco don Bello deve rimanere tale, ha spiegato ancora Renzi. L’impianto in quel sito sarebbe difficilmente raggiungibile perché non accessibile da via Sacramora, con un senso unico direzione nord-sud, per chi proviene dal centro abitato di Rimini se non passando dalla statale con tutti i conseguenti problemi di traffico. Farla a Viserba agevolerebbe i 30mila residenti di Rimini nord, ma la città conta 150mila di abitanti».
Molto meglio Rivabella, ha sostenuto Gioenzo Renzi, dove attualmente sorgono i campi da rugby e baseball: «Se c’è la volontà politica, con gli eredi Ceschina (proprietari di quei terreni, ndr) si può mettere in moto un confronto sulle varianti urbanistiche, a cui sarebbero probabilmente molto interessati, e la cessione del diritto di superficie, piuttosto che abbandonare al degrado quel luogo che peraltro non potrebbe avere una diversa destinazione urbanistica redditizia. Inoltre si avrebbe un bel polo sportivo, a differenza della piscina isolata nel parco don Bello».
Renzi non ci sta, poi, ad accettare che l’impianto di Rimini non abbia una piscina da 50 x 25 (come Riccione e San Marino) – concetto condiviso anche da Gennaro Mauro e Carlo Rufo Spina – perché, ha detto, «il nostro dovrà essere un impianto di eccellenza, tenendo conto anche del fatto che siamo una città turistica importante ben più di Riccione e San Marino, con la possibilità di ospitare pallanuoto, tuffi dal trampolino e nuoto sincronizzato».
«No», gli ha ribattuto l’assessore, «la vasca da 50 metri sarebbe sovradimensionata, costosa nella costruzione e soprattutto nel far tornare i conti della gestione. L’impianto di Riccione è in difficoltà e c’è un contenzioso in corso col Comune».
Matteo Zoccarato ha invece proposto l’ex Camping Carloni fra Viserbella e Torre Pedrera, attualmente «un’area degradata», ma «si trova all’interno di un concordato fallimentare e dunque poterci mettere le mani avrebbe tempi biblici», è stata la risposta di Brasini.

A parole la giunta sostiene che bisogna fare presto. Ma il cronoprogramma letto da Gioenzo Renzi in commissione racconta che i tempi non saranno comunque brevi: «occorrerà fino a luglio 2021 per la progettazione, ad agosto l’affidamento dei lavori, per terminare coi collaudi nel novembre 2023. Una ragione in più per fare le cose come Dio comanda». Sarebbe meglio ponderare la scelta frettolosa del parco don Bello: questa, insomma, l’opinione di un po’ tutta la minoranza. Secondo Renzi esisterebbe anche un tema di incompatibilità con gli standard urbanistici per la localizzazione di Viserba, smentita però da Brasini.
Ma la commissione non ha chiuso il capitolo piscina. In chiusura Gioenzo Renzi ha annunciato la richiesta di un consiglio comunale tematico per sviscerare in tutti i suoi aspetti la questione impianto natatorio: «Accantoniamo il gioco delle parti, minoranza-maggioranza, pensiamo a salvaguardare il parco don Bello e a realizzare una piscina come si deve».

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