Perché la preoccupazione lanciata da chi da tempo contrasta la "Hit Show" di Vicenza è mal riposta. Cagnoni e Ravanelli con la doppietta.
Diciamo la verità. Quella cultura pacifista che vede il demonio nella “Hit Show” di Vicenza, è abbastanza allucinato da un problema che non esiste. Il 17 gennaio il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno che impegna il Comune di Rimini, azionista di maggioranza di IEG, fra l’altro “a definire un nuovo regolamento che riguardi sia i visitatori che gli espositori della manifestazione fieristica e che contempli il divieto di accesso ai minori di 14 anni anche se accompagnati e il divieto di svolgere attività di propaganda politica” e “a proseguire l’interlocuzione con tutti i soggetti portatori di interessi, con particolare riferimento alle associazioni della società civile impegnate nel controllo della diffusione delle armi”.
Nei giorni scorsi una lunga schiera di associazioni (fra le quali Comunità Papa Giovanni XXIII, Arci, Associazione di Volontariato Madonna della Carità, Pacha Mama, Caritas Diocesana, CGIL Rimini, Focolari e altre) ha polemizzato per “l’insensibilità dimostrata dal dottor Lorenzo Cagnoni, e di IEG SpA, che hanno messo in atto misure ridicole rispetto all’accesso ai minori alla Fiera, dimostrando di non aver tenuto in nessuna considerazione gli appelli della società civile, della Chiesa di Rimini, delle associazioni e del suddetto ordine del giorno”, chiedendo al sindaco “una presa di posizione forte nei confronti dell’Azienda IEG e una risposta concreta alle istanze delle associazioni”. Sulla mancata quotazione in Borsa tutti zitti, sulla fiera che si tiene ormai da 13 anni un gran trambusto.
Oggi Cagnoni e Ravanelli rispondono al fuoco di fila e non si può non concordare con loro. Non è una fiera delle armi, spiegano, ma “una manifestazione internazionale dedicata agli appassionati di caccia, di tiro sportivo (specialità in cui il nostro Paese eccelle, come testimonia tra le altre, anche la presenza costante nei padiglioni dei campioni olimpionici della Fitav) e outdoor con ampie aree dedicate a proposte di abbigliamento e del turismo venatorio”. Non facciamo altro che “il nostro mestiere” aggiungono, “e lo facciamo in un settore industriale di riferimento che vede l’Italia in una posizione senz’altro importante in ambito economico internazionale”.
Alla fiera, circa 40mila visitatori, non partecipano pericolosi guerrafondai ma è punto di riferimento “di buyer internazionali, forze dell’ordine, olimpionici e, più in generale sportivi ed appassionati”. Non solo. “La legge non impedisce ai minori di accedervi” e “ai minori è fatto divieto di maneggiare armi (ad eccezione di quelli, in ogni caso oltre i 14 anni, in possesso del patentino sportivo per il tiro a volo che possono, sempre per Legge, farlo). Le armi esposte non solo non sono cariche ma completamente disattivate, prive di percussore o di otturatore. In pratica sono solo dei pezzi di ferro/legno/polimero: questo stato, viene verificato dai funzionari della Questura nella giornata a precedere la manifestazione, stand per stand”.
Finale: “il Vostro documento”, dicono rivolti alle sigle firmatarie, è intriso di “facili populismi”.
Si aggiunge al coro dei populisti anche il presidente della Provincia Riziero Santi, che ha pensato bene di rivolgersi a Lorenzo Cagnoni e Ugo Ravanelli, facendo propria la protesta delle associazioni. “L’Ente che rappresento”, scrive, “pur non essendo socio diretto di IEG SpA, detiene una partecipazione del 31,91% in Rimini Congressi Srl che è socio di maggioranza di IEG SpA. Da questa diversa prospettiva penso che il mio dissenso, che non si sostanzia in un’avversione per la manifestazione “HIT SHOW – Outdoor Passion”, ma per l’assenza di un regolamento che disciplini l’accesso dei minori, conti qualcosa e debba contare qualcosa. Ritengo quindi che sarebbe un apprezzabile segnale di buona volontà che gli organizzatori della manifestazione, sabato 9 febbraio, vietassero l’ingresso ai minorenni. Non credo che tale divieto pregiudicherebbe il buon esito dell’evento mentre sono certo che con un atteggiamento di ascolto e con spirito costruttivo sia sempre possibile risolvere i problemi e collaborare per il raggiungimento dei miglior risultati.” Sulle materie che contano, Santi non chiede di contare per la quota che rappresenta, ma sulla fuffa batte i pugni sul tavolo.
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