Provincia in bolletta: strade chiuse e i dipendenti lasciano la sede di corso d’Augusto

Provincia in bolletta: strade chiuse e i dipendenti lasciano la sede di corso d’Augusto

Due strade chiuse e cinque a senso unico. Frane, dissesti e praticamente niente soldi per farvi fronte. Chi ci pensa a 500 chilometri di rete viaria? La parola d'ordine è tagli: entro il 2016 la Provincia avrà 42 dipendenti in meno. Gli uffici saranno concentrati quasi tutti in via Dario Campana mentre nella sede di corso d'Augusto arriverà l'Ufficio scolastico provinciale. Il bilancio ad oggi non c'è. Il futuro è un grande punto interrogativo, ma mancano le risorse per far fronte alla gestione. Non si può chiamare dissesto ma cos'è?

Tu chiamale, se vuoi, “Renzate”. Le Province abolite sono ancora lì ma come enti sopravvissuti ad un trauma. Chi ci lavora non può nemmeno elaborare il lutto perché, come insegna la psicoanalisi, per farlo occorre separarsi dall’oggetto perso. Invece sono per ora condannati a convivere col morto. Anche la Provincia di Rimini si trova senza soldi e con amministratori prestati dai Comuni che non sanno come tirare avanti.
Strade ed edilizia scolastica sono i due principali capitoli di spesa delle Province e allora con chi capire l’aria che tira se non parlandone con il dirigente alle infrastrutture territoriali? Si chiama Massimo Venturelli e anche lui fra non molto toglierà il disturbo: “Sono qui ancora per poco perché prossimo alla pensione”. Rientra fra i prepensionamenti che hanno lo scopo di ridurre le spese. Il ritornello tornerà spesso in questo articolo.

Forza lavoro. I dipendenti sono già scesi dai 261 di inizio 2014 a 250 (6 mobilità presso altri enti e 5 pensionamenti) e caleranno di altri 31 entro il 2016. Tagli, tagli e ancora tagli. Questo è il presente. Dagli anni delle vacche grasse alla canna del gas senza passare per una via di mezzo.
Non è che senza soldi puoi fare quello che facevi quando i soldi c’erano, avrebbe detto il buon Massimo Catalano dal salotto di “Quelli della notte”. E infatti…

Strade chiuse. La situazione più seria è quella delle numerose strade impraticabili o ridotte ad un solo senso di marcia. “Quelle chiuse – spiega Venturelli – sono ad oggi la Sp 64 Pieggia (che da Mondaino va verso il pesarese) e la Sp 97 Soanne in Comune di Pennabilli. La Sp 6 Montefeltresca, in Comune di Maiolo, è stata chiusa fino a due settimane fa, poi riaperta ed ora è a senso unico alternato. Sensi unici sono anche sulla Sp 31 Coriano, sulla Sp 8 Santagatese, e poi Sp 146 Sapigno e Sp 84 Valpiano-Miratoio in Comune di Pennabilli. Ma gli ammaloramenti sono diffusi su tutto il reticolo viario provinciale”. Fa impressione ma c’è poco da stupirsi. Se non fai i lavori che vanno fatti prima o poi succede. E le conseguenze ricadono sui residenti che vedono limitata la loro mobilità con enormi disagi per recarsi al lavoro e per tutte le esigenze che ruotano attorno alla vita di famiglie e imprese. “I finanziamenti per la manutenzione del patrimonio si sono via via ridotti a partire dal 2010. Non facendo manutenzione e con gli eventi meteorologici sempre più violenti, oltre all’abbandono di ampie fette di territorio soprattutto nelle zone collinari, si sono presentati grossissimi problemi ed altri ne arriveranno. Abbiamo 500 chilometri di strade e la manutenzione andrebbe fatta su tutti. Il territorio collinare montano è quello che subisce maggiormente gli effetti delle piogge ma se anche giriamo per Rimini il quadro non è idilliaco”.

Piange il telefono. Il cellulare di Venturelli squilla. Sono i sindaci e i cittadini dei comuni in emergenza viaria. Anche perché, chi chiamano adesso che non c’è più l’assessore “parafulmine”? “Ma io posso rispondere dei soldi che mi danno e del personale che ho a disposizione. Se i cantonieri vanno in pensione e non vengono rimpiazzati cosa ci posso fare?”
I cantonieri erano 30 e sono rimasti 22 sparsi in quattro centri operativi (Alta Valmarecchia, Santarcangelo, Coriano e Morciano).
C’è anche chi sulle strade gruviera cade, si fa male e denuncia la Provincia: “Domani sono in tribunale per un caso di questi. Fortunatamente quelli gravi sono pochi, più o meno uno l’anno”.
L’incredibile è il prosciugamento totale dei fondi a disposizione: “Nel 2011 avevo 2 milioni e 800 mila euro per le manutenzioni stradali e quest’anno zero. Posso disporre di 100 mila euro per gli interventi legati alla neve ma ho praticamente pulito. Il 2014 siamo riusciti a reggerlo, seppure facendo i salti mortali, risparmiando su tutto: non tagliando l’erba o tagliandola solo nei punti più critici così come provvedendo alla segnaletica orizzontale solo dove non si può fare a meno, magari nelle curve e non sui rettilinei. Invece ogni anno occorrerebbero 2 o 3 milioni di euro per prevenire il dissesto e per intervenire sulle situazioni acute”. Vorrei ma non posso.

Il distacco dei 7 Comuni. Nel 2009 avvenne il passaggio dei sette comuni dell’Alta Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello), dalle Marche alla provincia di Rimini. Si sentivano abbandonati dagli amministratori marchigiani, reclamavano la manutenzione di strade e scuole. Ironia della sorte. “Per tutti gli interventi necessari nel 2010 facemmo un accordo con la Regione Emilia Romagna per un piano triennale da 11 milioni di euro, ma di questi ne sono arrivati solo 2,5 nel 2011. Con quei soldi abbiamo cominciato a fare degli interventi importanti (ponti e strade soprattutto) dopo di che non siamo più riusciti ad andare avanti e ci siamo trovati a gestire 200 chilometri di strade in più, messe molto male”.

Bike Hotel e buche killer. Come conciliare gli investimenti turistici nei Bike Hotel con una rete stradale off limits per chi sceglie la riviera di Rimini per il turismo delle due ruote? I Bike Hotel e le associazioni di categoria si lamentano ma con le strade messe in questo stato non è difficile prevedere che la nicchia, comunque importante, dei vacanzieri in bicicletta prima o poi vada a fare la fortuna di altri, ad esempio della Croazia. “La nostra è una pianura alluvionale, con tutte le conseguenze del caso, e se non ti puoi permettere nemmeno la manutenzione …”. Resti a piedi.

Provincia in dissesto? E’ presto per dirlo. Ma ad oggi la Provincia non ha ancora un bilancio. Per chiudere il 2015 ci sarà da piangere. Non solo. “Si presume che i tagli del governo aumenteranno e non è che veniamo informati ad inizio anno ma in estate”. Da parte del governo continua il saccheggio delle entrate che tenevano in piedi le Province, cioè le tasse sulle immatricolazioni e sulle assicurazioni. Nel 2015 pare alleggerirà la Provincia di Rimini di circa 15 milioni di euro.
L’ente di corso d’Augusto è in esercizio provvisorio. Le possibilità che ha davanti sono due: riuscire a mettere insieme un bilancio di previsione o la dichiarazione di dissesto. Tertium non datur. Il governo ha previsto la rinegoziazione dei mutui accesi dalle Province, una misura per consentire di imboccare la prima delle due strade. Ma è una scommessa. Anche perché si attendono le linee guida dalla Cassa depositi e prestiti e da questo dipenderà anche la possibilità di riuscire a redarre o meno il bilancio.
Formalmente la situazione è sospesa a mezz’aria, ma se un servizio della Provincia come quello delle infrastrutture deve andare avanti con 100 mila euro per il capitolo strade e quindi non dispone delle risorse per far fronte alla gestione come invece sarebbe necessario, come vogliamo chiamarlo? Dissesto di fatto?
“Ora dovrebbero arrivare le risorse neve dalla Regione relative al 2012, rimborsando quello che la Provincia ha speso, circa 600-700 mila euro”, chiarisce Venturelli. “La Regione ci dava le risorse per la gestione delle strade di interesse regionale (Marecchiese), cosa che negli ultimi anni non ha fatto, ma quest’anno dovrebbe tornare a darli e quindi la manutenzione della Marecchiese spero di poterla fare con quei soldi”. Altre gocce nel mare del bisogno cadranno sulla Provincia dallo Stato: “Sono finanziamenti conseguenti alla calamità naturale per gli eventi di febbraio. Forse ci permetteranno di sopravvivere”.

Edilizia scolastica. Ben 17 le scuole dislocate in 31 sedi. Le risorse in conto capitale per investimenti quest’anno sono pari a zero, ma nel 2014 la Provincia ha concluso la gara del nuovo Valgimigli (7 milioni di euro), mentre nel capitolo corrente la cassaforte contiene solo 250 mila euro. “Con questa somma si riescono a fare tutte le manutenzioni obbligatorie (presidi antincendio, visite periodiche ascensori e così via)”, assicura Venturelli, “e con quel che resta anche interventi di manutenzione ordinaria (tinteggiature, finestre, ecc.)”. La Provincia non mette più soldi per danni causati da atti vandalici, che sono a carico di chi li causa o della scuola. “Anche per l’edilizia scolastica servirebbe un piano di intervento distribuito negli anni, ma non ci sono le risorse. La situazione delle scuole non è disastrosa però parliamo di edifici fruiti da una popolazione ‘effervescente’ e quindi necessiterebbero di una maggiore manutenzione”.

Il piatto piange, la Provincia risparmia sulle sedi. Quella di piazza Malatesta non la vuole nessuno, o almeno così sembra. La Provincia l’ha messa in vendita e nemmeno ad un prezzo proibitivo (poco più di 1 milione di euro), ma il bando è andato deserto.
Sempre per dare sostanza ad una Provincia mani di forbice, una decisione importante è stata presa. Quasi tutti gli uffici presenti in corso d’Augusto 231, ad eccezione di quelli nel piano della presidenza, passeranno in via Dario Campana, dove ci sarà da stringersi (risparmiando così, forse, anche sul riscaldamento?).
La sede centrale sarà quasi interamente occupata dall’Ufficio scolastico provinciale, attualmente in affitto (a spese della Provincia) in piazzale Bornaccini. Con un risparmio di circa 90 mila euro l’anno. Un altro risparmio deriva dalla sede della Protezione civile, che passa da via Ungheria a via Marecchiese, grazie ad un accordo col comune di Rimini.

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