"Sono certa che il presidente saprà scegliere al meglio la sua squadra di governo". Così l'ex consigliera che ha deciso di non ricandidarsi per prendere le distanze dalla decisione del M5S di non allearsi con Bonaccini. Che però ha apertamente sostenuto il governatore del Pd. Fra i nomi che circolano nel toto-giunta c'è anche il suo.
Spunta anche il nome della riminese Raffaella Sensoli nel toto-giunta regionale. L’ex consigliera pentastellata, che ha scelto di non ricandidarsi nella tornata del 26 gennaio non condividendo la scelta del movimento 5 stelle di correre da solo, e che ha tirato la volata a Bonaccini, interpellata da Rimini 2.0 sulle voci che circolano sul suo conto spiega: “Nei giorni scorsi ho sentito il presidente Bonaccini solo per fargli i complimenti per la sua vittoria. Sono certa che saprà scegliere al meglio la sua squadra di governo”. Insistiamo: pare che il suo nome prenda sempre più quota: “Ripeto, non ho sentito il presidente se non per i complimenti, so dalle sue dichiarazioni che farà le sue scelte velocemente”. Parole che lasciano aperta la porta.
Oggi Raffaella Sensoli ha partecipato ad una tavola rotonda tutta al femminile organizzata dall’agenzia di stampa Dire: insieme a lei c’erano due parlamentari, Maria Tripodi di Forza Italia e Vanda Ferro di Fratelli d’Italia, oltre alla docente dell’università di Milano Marta Regalia.
Sensoli ha confermato la sua posizione: “Resto convinta che avremmo dovuto provare a sederci ad un tavolo con Bonaccini in vista di una eventuale coalizione basata sui programmi“. Questo il suo ragionamento: “Se avessimo trovato almeno cinque punti comuni da poter realizzare nei successivi cinque anni di governo regionale, per il m5s avrebbe rappresentato l’opportunità per portare avanti le battaglie in cui crede e mettersi alla prova entrando finalmente al governo di una Regione”. E poi ha ribadito: “Secondo me è stata un’occasione persa, io continuo ad essere convinta di quello che ho sostenuto. Sono contenta del risultato perché comunque il presidente Bonaccini ha raccolto negli anni anche alcune nostre proposte e spero si continui in quella direzione, ma allo stesso tempo mi dispiace perché abbiamo perso un’occasione, potevamo entrare nel governo di una Regione molto importante”.
Ha poi attribuito la sconfitta del centrodestra alla volontà di “creare lo scontro, dicendo ‘noi siamo gli anti Pd’, mentre invece la scelta che ha fatto Bonaccini è stata quella di un presidente senza simboli, come a significare ‘voglio essere il presidente di tutti’. Invece il messaggio che è passato dal fronte opposto è stato ‘noi saremo solo i rappresentanti del centrodestra’ e conoscendo un po’ l’orgoglio emiliano romagnolo credo che questo abbia creato quelle dinamiche che in parte hanno aiutato Bonaccini a vincere”.
Sulla crisi del movimento 5 stelle, Raffaella Sensoli ritiene che stia “pagando lo scotto di essere arrivato al governo”. Non solo: “Il passaggio dal governo con la Lega a quello col Pd ha disorientato una parte di elettorato, tanto più all’interno di una polarizzazione come quella che si è creata. Dobbiamo ritrovare la nostra identità davanti ad un elettorato che ragiona in termini di destra e sinistra, la terza via ha sfondato ma non riesce in questo momento a mantenere la strada. Dopo aver vinto tante battaglie che accomunavano il movimento, dobbiamo capire a chi siamo più affini in termini di grandi tematiche, di idee di società e di vita politica e civile”.
Dopo avere combattuto, anche con durezza, Stefano Bonaccini e il Pd in Regione, Raffaella Sensoli ha finito per trovarsi in sintonia col “nemico”. Era fra coloro che spingevano per l’alleanza con Bonaccini, poi stoppata da Di Maio: “Da statuto non possiamo sostenere il candidato di un partito, ne ho parlato anche con Beppe”. Queste furono le sue parole quando arrivò a Bologna lo scorso novembre. Ma nei fatti il candidato Bonaccini è stato ugualmente sostenuto dai capi e dalla base del movimento in regione, bruciando però la sua rappresentanza in Emilia Romagna, precipitata al 3%. Non è proprio l’esito che si immaginava da coloro che erano partiti per fare la rivoluzione e abbattere il sistema di potere del Pd.
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