Residenti di Borgo marina in Comune: «episodi gravi, preoccupati per la sicurezza»

Residenti di Borgo marina in Comune: «episodi gravi, preoccupati per la sicurezza»

L'amministrazione comunale implementa la videosorveglianza, ma è sufficiente? Una delle zone più critiche del centro storico è al limite della sopportazione. Pochi giorni fa, due persone incappucciate alle prime luci dell'alba hanno incendiato un veicolo in via dei Mille. La zona della stazione di sera diventa territorio pericoloso. L'incontro con l'assessore Magrini e i problemi che attendono da troppo tempo una soluzione.

Le classifiche sulla sicurezza che immortalano impietosamente la situazione di Rimini sono note. Definirle preoccupanti è solo un eufemismo. La città svetta sul podio dei reati subito dopo Milano. Ora l’amministrazione comunale rassicura: arriveranno nuovi occhi elettronici, in tutto 400, con un raddoppio del sistema di videosorveglianza. Potremo dormire sonni tranquilli?
Le telecamere sono solo uno degli strumenti necessari per arrivare all’obiettivo di una città sicura. Anzitutto devono essere funzionanti e devono anche permettere di decifrare quello che registrano in modo chiaro, altrimenti perdono la loro efficacia quando si tratta di perseguire i colpevoli. Ma poi le telecamere non possono sostituirsi all’azione di controllo “fisico” del territorio, che solo le diverse forze dell’ordine sono in grado di svolgere.
Una delle zone più calde dal punto di vista della sicurezza resta quella di Borgo marina e ci sono alcuni fatti accaduti, di una certa gravità, che richiamano ancora una volta l’attenzione su questa parte di città.
Il primo è fresco, perché risale al 24 ottobre, ed anche grave. Non ne ha parlato nessun organo di informazione. Intorno alle 4 del mattino è stato incendiato un mezzo Daily a sette posti, che è andato completamente distrutto, in via dei Mille, praticamente in pieno centro. Pare che, da quello che è stato possibile ricostruire, due individui incappucciati siano stati ripresi sul posto in un primo momento per controllare la situazione, una sorta di sopralluogo in vista del blitz incendiario, e poi siano ritornati in sella ad una bicicletta per colpire, appiccando il fuoco e provocando un botto che non ha solo svegliato diversi residenti della zona, compreso il proprietario del veicolo, ma anche mandato in frantumi i vetri di un’abitazione. Un “colpo” che sembrerebbe studiato e non frutto di una ragazzata. L’interessato ha sporto denuncia e sicuramente le forze dell’ordine sono impegnate a ricostruire l’accaduto per risalire ai responsabili, sperando che le telecamere abbiano registrato e che le immagini siano state acquisite in tempo.
E’ un caso che allarma (“dispetto”, intimidazione o che altro?) non solo chi ne ha fatto direttamente le spese ma un po’ tutto il quartiere, da anni al centro di problematiche diverse e mai affrontate con la giusta determinazione.
Per parlare di quello che sta accadendo a Borgo Marina un folto gruppo di residenti l’8 novembre ha incontrato l’assessore alla polizia locale Juri Magrini, presente anche il comandante Andrea Rossi. L’amministrazione comunale non ha ritenuto di redigere un comunicato stampa per informare della riunione, delle problematiche raccolte dai cittadini e delle soluzioni prospettate. Ma la notizia c’è, eccome. In quella sede l’assessore Magrini è stato informato anche del mezzo incendiato, ma non si è parlato solo di questo.
«Eravamo un gruppo di circa venti persone e abbiamo chiesto l’incontro all’assessore Magrini perché siamo esasperati: a Borgo marina la sicurezza continua ad essere un’esigenza sempre più impellente e gli episodi inquietanti sono numerosi», spiega Guido Forcellini, titolare dell’Hotel Napoleon e uno dei promotori dell’iniziativa, che è intervenuto anche al confronto con l’amministrazione comunale. «In quella sede ho sollevato anche un altro tema: capita di frequente, non solo a me, che le forze dell’ordine non raccolgano le denunce su fatti di una certa importanza, o che comunque in prima battuta consiglino di non farlo: a me è capitato tre volte nell’ultimo periodo, e come a me anche ad altri», aggiunge Forcellini. «E’ una volontà, quella di scoraggiare i cittadini a presentare le denunce, oppure solo casualità? Non vorrei che all’origine di questo atteggiamento ci fossero le famose classifiche che ormai da anni assegnano uno dei tre posti di testa alla nostra città in materia di reati, perché la piaga va debellata e non nascosta. L’assessore Magrini ci ha assicurato che da parte del Comune non c’è assolutamente questa volontà. Di certo io penso che i cittadini dovrebbero essere incoraggiati a denunciare tutto, non il contrario».
Cos’altro è emerso dal dialogo con gli amministratori? «Ci hanno informato del progetto di implementazione delle telecamere, comprese quelle con il sistema di lettura delle targhe con Ocr (Optical Character Recognition). Tutto bene, però non saranno installate in tempi brevi e comunque nulla può sostituire la presenza degli agenti e il controllo soprattutto in alcune ore della giornata. Capita non di rado che quando scende la sera entrino nel mio albergo donne che chiedono se possono attendere l’autobus all’interno, per non rimanere in strada da sole, non si sentono al sicuro, l’area della stazione continua ad essere una delle più insicure, e di notte è normale imbattersi in ‘personaggi’ poco raccomandabili».
Occorre davvero una svolta, e non solo nuove telecamere: «L’ordine pubblico è fondamentale e va garantito per i residenti e le attività della zona, ma è anche vitale per il turismo di Rimini. E’ dagli anni ’90 che seguo questo aspetto e posso dire che la mancanza di sicurezza danneggia il turismo, una località di vacanza non sicura viene scartata dai turisti, quindi è un aspetto primario al quale porre attenzione», spiega Forcellini. Che rivela anche un altro fattaccio, totalmente sfuggito alle cronache: «La sera del primo luglio scorso stavo mangiando all’Artrov insieme a molte altre persone, quando ad un certo punto notiamo all’esterno, nei giardini che costeggiano viale Cesare Battisti, un parapiglia. Mi precipito fuori e vedo due persone sanguinanti, una delle quali si stava lavando la ferita alla fontana, una a terra, e due che scappavano. Qualcuno chiama il 113 e l’ambulanza, che arrivano subito, il ferito più grave viene caricato sulla barella e portato via. Anche in questo caso mi ha colpito che il giorno dopo nessuno abbia scritto una riga. Un doppio accoltellamento all’ora di cena non è proprio uno spettacolo insignificante e non è certamente il primo, basti ricordare il filippino accoltellato alla fermata del bus, o il giovane colpito con un coccio di bottiglia, o altri episodi analoghi. Tutto ciò è inaccettabile e Rimini non può abituarsi a questo andazzo, le telecamere da sole non sono una panacea per la sicurezza, occorre che chi di dovere stia sul pezzo, come si suol dire, giorno dopo giorno».
Gli amministratori comunali dicono però che Rimini arriva a 10 milioni di presenze in estate e lo Stato non ha ancora dotato il territorio di un adeguato numero di agenti. Lei cosa ne pensa? «Penso che non può essere una scusante, la sicurezza va messa in cima alle preoccupazioni di tutti, Comune compreso».

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