Sarebbe bastato un voto in più di un consigliere di un Comune al di sopra di 15mila abitanti per mandare in Provincia "Mimma" Spinelli. Per lei ha votato anche un consigliere di maggioranza di palazzo Garampi. Il Pd piazza nell'ente di corso d'Augusto il politico di tutte le stagioni. Scioperano gli operai dell'indotto Scm. Colpo grosso ai 'Malatesta'. Prosciolti dopo quattro anni due baristi del Coconuts. L’ex kebab va chiuso, è la casa dello spaccio. Il loculo? E' come scalare l'Everest.
Ha vinto per il rotto della cuffia Riziero Santi. Ad impedirglielo sarebbe bastato il voto di un consigliere di Coriano. Per Santi non ha votato un consigliere di maggioranza del Comune di Rimini, che gli ha preferito Domenica “Mimma” Spinelli.
«Un consigliere comunale di maggioranza di Rimini ha votato per me e questo è stato un voto molto pesante. Poi purtroppo devo registrare il tradimento dei corianesi da parte di una consigliera comunale che invece di premiare il proprio territorio, i propri cittadini, ha preferito fare vincere il Pci. Saranno contenti i corianesi che per causa sua hanno perso l’opportunità di esprimere la presidente della Provincia». Così il sindaco di Coriano al Corriere di Rimini (dal quale è tratta anche la fotografia).
Sono cambiati notevolmente anche i rapporti di forza in consiglio provinciale: nel 2016, quando venne eletto Andrea Gnassi, alla lista Centro-Sinistra andarono 121 voti, a quella concorrente (Buon governo in Provincia di Rimini) 74. I voti ponderati (in base alla dimensione demografica dei Comuni) furono rispettivamente 42.406 e 25.526, pari a 8 e 4 consiglieri eletti.
Ieri invece il Pd si è salvato per un pelo: a Riziero Santi sono andati 145 voti (cifra elettorale ponderata 44.734) contro i 137 (cifra elettorale ponderata 44.411) di Mimma Spinelli, 7 consiglieri a 5. Un risultato che ha fatto dire a Claudio Di Lorenzo (Movimento per la sovranità): “E’ la fine del sistema rappresentato dal Pd” (Corriere di Rimini). Ha sicuramente pesato nel testa a testa l’appoggio dei cinquestelle.
“Hanno votato 295 tra sindaci e consiglieri sui 353 aventi diritto” (Carlino Rimini). Tanti, ma non tutti. Se l’esempio sulla partecipazione al voto non viene dai pubblici amministratori, come stupirsi poi della disaffezione dei cittadini elettori?
Il risultato del Pd riminese appare in tutta la sua debolezza anche a confronto di quello che è accaduto nella provincia di Forlì-Cesena. Il sindaco di Bertinoro, Gabriele Antonio Fratto, è stato eletto con più del doppio dei ‘voti ponderati’ rispetto al candidato del centrodestra Gianluca Vincenzi, sindaco di Gatteo, 47mila contro 22mila. A Ravenna, dove si votava solo per il rinnovo del consiglio, il centrosinistra ha eletto 10 rappresentanti su 12.
Scioperano gli operai dell’indotto Scm (Corriere di Rimini). “Il diritto a essere trattati come eguali, con pari dignità. È questa la ragione che ieri mattina ha spinto i circa 25 operai che lavorano in subappalto presso lo stabilimento riminese delle fonderie Scm a scioperare e manifestare dinanzi ai locali dell’azienda. Il 24 aprile 2019 la fonderia chiuderà i battenti e il futuro di chi tra i suoi forni si guadagnava da vivere diventa paurosamente incerto. Soprattutto per quella ventina di operai che non sono assunti direttamente dalla “casa madre”, ma che prestano servizio attraverso un contratto di somministrazione che, nella pratica, li rende lavoratori di “serie b”. Se per i dipendenti diretti di Scm è prevista al momento una “buonuscita ” che si sommerebbe al Tfr, per i “terzisti ” non si prefigura altro che un misero e non garantito trattamento di fine rapporto”.
Banda di ladri si cala dal tetto. Colpo grosso ai ‘Malatesta’ (Carlino Rimini). “Si sono calati dal tetto con tanto di corde e sono andati a colpo sicuro. Sono penetrati in tre negozi, presenti all’interno del centro commerciale «I Malatesta» e hanno arraffato tutto quello che hanno potuto. (…) Così hanno visitato nell’ordine il negozio ‘Game stop’, quello di telefonini Wind e quello di abbigliamento ‘Malcom’. Nel negozio di video giochi hanno divelto la cassaforte, portando via il denaro che hanno trovato. Poi, dopo aver preso quello che volevano, sono risaliti con la corda sul tetto per scendere nell’esercizio commerciale attiguo, quello della Wind. Una tecnica utilizzata per evitare di essere immortalati dalla videosorveglianza. Alla Wind si sono impossessati di 59 cellulari di ultimissima generazione, tutti però dotati di numeri di serie e difficilmente rivendibili, iPad. Sempre con la medesima tecnica, sono risaliti sul tetto e sono scesi nel terzo negozio, quello di abbigliamento ‘Malcom’. Anche qui hanno portato via il fondo cassa che hanno trovato all’interno del locale per poi sparire sempre utilizzando il tetto”.
L’ex kebab va chiuso, è la casa dello spaccio (Carlino Rimini). “L’ex Kebab alla stazione va chiuso: è la base logistica di spacciatori e malavitosi, un problema di ordine pubblico, sicurezza, di igiene pubblica a 50 metri dall’ingresso della stazione e all’ingresso della città, pericoloso, non solo nelle ore notturne, per cittadini e turisti». Gioenzo Renzi, consigliere FdI, torna a chiedere la mano pesante con la struttura”.
Prosciolti dopo quattro anni due baristi del Coconuts (Carlino Rimini). “Nella discoteca erano state piazzate telecamere e microspie per le intercettazioni ambientali. E proprio da un’intercettazione ambientale tra i due dipendenti erano state captate parole che avevano indotto gli inquirenti a denunciare i due baristi per spaccio di droga, metanfetamina su tutti. Infatti nell’intercettazione erano emersi termini tra i due baristi come ‘metal pour’, ‘spoon’, ‘shaker’ che avevano tratto in inganno la polizia giudiziaria. I due volevano acquistare dei metal pour. L’avvocato Nanni aveva però chiesto al gip Vinicio Cantarini di poter ascoltare l’intercettazione e ha così potuto evidenziare l’equivoco. Non erano dosi di metanfetamine che stavano per comprare, ma dei tappi speciali per bottiglie per dare vita a dei ‘kit’ professionali da barista. E ieri mattina il gup Cantarini ha prosciolto i due baristi. Sono, invece, stati rinviati a giudizio due altri dipendenti per spaccio mentre un terzo ha chiesto la messa alla prova”.
«Non posso pregare sulla tomba di mio marito: è come scalare l’Everest» (Carlino Rimini). “La burocrazia non fa sconti. Nemmeno ai morti. Lo sa molto bene Maria Raimonda Castellani, che si è trovata a vivere una situazione kafkiana quando è arrivato il momento di portare al cimitero di San Lorenzo a monte le ceneri del marito. Sì perché il loculo acquistato è… troppo in alto. Al camposanto non ci sono scale abbastanza alte per salire fino alla lapide, pulirla, sistemarla, cambiare i fiori. Perfino gli operai incaricati della tumulazione delle ceneri hanno dovuto affittare una gru per portare a termine l’operazione”.
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