Sognare è lecito. Progettare strategie anche. Ma collocare Rimini tra le destinazioni più attrattive è un po' troppo. Ecco dov'è il business delle location esclusive per matrimoni da cartolina.
“Inserire a pieno titolo la Città di Rimini tra le destinazioni più attrattive dove poter celebrare il proprio matrimonio”. Non è che la giunta comunale si accontenti di poco. Non è che, più modestamente, annunci di muovere i primi e incerti passi. No. Siccome “tutte le statistiche confermano come il wedding tourism sia fenomeno in fortissima crescita nel mondo, specie in Italia”, comunica palazzo Garampi alla stampa (che oggi ci fa anche titoloni vistosi), “la città di Rimini, metafora delle vacanze degli italiani e sintesi del fascino dell’Italia e dell’Italian Style, si candida su questo nuovo mercato con un proprio progetto organico capace di intercettare nuovi flussi turistici, sviluppando le proprie caratteristiche e capacità attrattive”.
Sintesi di cosa? Non scherziamo. Non facciamo ridere chi ci legge oltre Rimini. Aspettiamo di vedere questo progetto organico, ma come si fa a credere davvero che si possa fare di Rimini “una Wedding Destination competitiva a livello nazionale ed internazionale riappropriandosi di alcuni spazi identitari”?
Quali sono i luoghi da “spendere” per chi cerca cerimonie indimenticabili a Rimini? La Casa dei matrimoni, e vabbé. Ma “per la celebrazione del rito civile e simbolico potrebbero esservi”, dice il Comune, “il Teatro Galli, inaugurato da Giuseppe Verdi nel 1857″ (prima finiamolo, almeno, poi si vedrà), “il Giardino Lettimi, una volta conclusa la riqualificazione, Castel Sismondo, la fortezza del metà 1400 dove convivono tradizione medievale e cultura rinascimentale, il Giardino dell’Ala nuova del Museo della Città, il Giardino del Grand Hotel, monumento nazionale dal 1994″.
Neanche si è fatto lo sforzo di guardare al di là dei confini comunali, magari nella Valmarecchia e dintorni.
Il mercato privilegiato è quello cinese: c’è già una collaborazione con la città di Shanghai, tramite l’operatore Rose Wedding, “per lanciare Rimini come set ideale per il turismo cinese legato ai viaggi di nozze all’estero”. Li invogliamo consegnando alle neo coppie di sposi cinesi “un certificato istituzionale rilasciato dal Sindaco e un piccolo dono: una pergamena a ricordo del loro indimenticabile viaggio di nozze e materiali promozionali della città in mandarino”. Dai, non scherziamo.
Il sindaco Gnassi assicura “una destinazione turistica come Rimini, che lavora per innovarsi e per riqualificare i suoi motori culturali e luoghi identitari, deve proporsi sul mercato turistico anche attraverso la specializzazione delle offerte, adeguandosi alle esigenze di una domanda sempre più attenta alla qualità e alla proposta di turismo esperienziale del prodotto. Dopo l’inaugurazione della Casa dei matrimoni, ora la sfida è quella di ampliare il ventaglio dei luoghi di prestigio dove si possono celebrare i matrimoni di rito civile o simbolico, creare una rete di servizi integrati di qualità, presentarli usando i linguaggi della contemporaneità, e avviare al contempo un progetto promozionale di wedding destination che guardi all’Italia e al mondo”.
Guardare al mondo non costa niente, ma farsi scegliere dal mondo è un altro paio di maniche.
Dice una ricerca che nel 2015 ha studiato questo business, che “la regione più ambita è la Toscana, che ha intercettato il 32,1% del mercato, con un fatturato stimato di 122,7 milioni di euro. Poi la Lombardia (15,8%, fatturato di 59,3 milioni di euro), la Campania (14,4%, fatturato di 52,7 milioni di euro), il Veneto (7,9%, fatturato di 29,2 milioni di euro), il Lazio (7,3%, fatturato di 30,8 milioni di euro). Crescono Umbria, Puglia (dotata di masserie stupende) e Sicilia (Taormina e non solo). E l’Emilia Romagna? In modesta e defilata posizione.
La provenienza delle coppie di sposi è in prevalenza da aree turistiche che non sono proprio trainanti a Rimini: Regno Unito (26,4%), Usa (20,7%), Australia (8,4%), Irlanda (5,4%).
Dunque. Alcuni di questi matrimoni trovano non da oggi accoglienza anche a Rimini (ad esempio al Grand Hotel) e in altre location della provincia e più in generale della Romagna e della regione (Bologna ovviamente), ma in fatto di wedding destination si gareggia con Firenze e le colline toscane, Siena, San Giminiano, Pienza, per dirne alcune. Con la costiera amalfitana, Venezia, Verona (Giulietta e Romeo), le ville venete, il lago Maggiore, le 5 Terre, Sorrento, le acque trasparenti della Puglia e così via.
Insomma, sognare è lecito. Progettare strategie anche. Ma senza spararle troppo grosse.
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