Statale 16, Anas: al mio segnale scatenate l’inferno

Statale 16, Anas: al mio segnale scatenate l’inferno

Sul blocco stradale che negli orari di punta provoca ingorghi paurosi nel comune di Bellaria. «Anas giustamente mette mano alla manutenzione delle strade così come a nuove opere, ma piomba sui territori con la delicatezza dei legionari romani». Lettera.

Chi sia il generale Massimo Decimo Meridio di Anas i più lo ignorano. Ma che qualcuno nella società che «vanta un patrimonio di circa 32mila km di strade e autostrade», dal 2018 entrata a far parte del gruppo Gruppo Ferrovie dello Stato, abbia dato l’ordine che Ridley Scott mette in bocca a Russell Crowe nel Gladiatore, è una certezza: «Al mio segnale scatenate l’inferno». C’è chi può con un segnale, seppure solo stradale, scatenare l’inferno. E’ Anas, appunto, che giustamente mette mano alla manutenzione delle strade così come a nuove opere, ma piomba sui territori con la delicatezza dei legionari romani.
Riflettevo su questo ieri sera, costretto in auto per un’ora e 45 minuti per percorrere qualche centinaio di metri prima di uscire obbligatoriamente a Bellaria e infilarmi in un altro serpentone di auto. Sono l’automobilista incazzato, direbbe, Gioele Dix.
I tecnici sono loro, noi siamo i fruitori di strade e autostrade. Ma da tecnici competenti ci si aspetterebbe almeno due cose due: non sbagliare i tempi e mettere in atto ogni accorgimento per limitare al massimo i disagi.
Ora io chiedo al generale Massimo Decimo Meridio di Anas se queste due basilari regole sono state rispettate da chi ha preso la decisione di chiudere una corsia di marcia in direzione Rimini-Ravenna con partenza dei lavori programmata per il 13 settembre, giorno di riapertura delle scuole, con ancora un gran numero di turisti in riviera, a dieci giorni dalla inaugurazione di Rimini Wellness, l’evento che si tiene in Fiera e che porta numeri vertiginosi di presenze (tanto più quest’anno dopo lo stop della edizione 2020). A occhio e croce no, però i tecnici solo loro e sono pagati per risolverli i problemi, non per aggravarli.
Ho letto che il sindaco di Bellaria è dovuto intervenire su Anas per chiedere almeno di non avviare il cantiere il giorno 13, e ci è riuscito. Ma non avrebbe dovuto essere il generale Massimo Decimo Meridio di Anas a guardare il calendario, a interrogarsi su cosa ci fosse nell’agenda della comunità circolante il giorno 13, e comunque cercare di concordare con i territori coinvolti il passaggio dell’inferno, nel tentativo di farlo almeno diventare solo un purgatorio? Ma in Italia, lo sappiamo, ogni ente si ritiene una repubblica a sé.

Invece Anas decide e parte (ordina, come si legge nelle sue ordinanze), comunicando all’ultimo momento la decisione con la leggerezza di una piuma trasportata da un Tir:
«Per consentire l’esecuzione dei lavori di innalzamento degli standard di sicurezza delle barriere stradali, sono previste limitazioni temporanee lungo la strada statale 16 “Adriatica” a Bellaria Igea Marina, in provincia di Rimini.
Da lunedì 13 settembre e fino a sabato 13 novembre sarà istituita la chiusura dal km 189+500 al km 186+500 della SS 16 per chi viaggia in direzione Ravenna.
Contestualmente sarà disposta l’uscita obbligatoria allo svincolo di Bellaria, con deviazione sulla viabilità comunale e rientro allo svincolo di San Mauro».
Questo il comunicato che è stato inserito sul sito di Anas il giorno 9 settembre. Ripeto: 9 settembre. Per non parlare della segnaletica assente se non a ridosso dell’ingorgo, quando invece l’automobilista informato sulla lunga distanza potrebbe seguire vie “di fuga” per non incappare nel blocco.

Ma è un incidente di percorso quest’ultimo, che quindi non fa togliere nessun punto sulla “patente” di Anas? Purtroppo no. Ricordo l’ultima, fra l’altro sempre più o meno nello stesso tratto. Era l’agosto del 2019 quando l’autovelox all’altezza di Bellaria cominciò a registrare multe non più al superamento dei 110 km orari ma a 70, non proprio un calo da niente. Motivo? «A seguito delle continue precipitazioni risulta poco sicura la circolazione nel tratto in oggetto a causa dei peggioramenti alla pavimentazione stradale verificatisi in poco tempo da impedirne la programmazione» e «in occasione della programmazione dei lavori necessari al ripristino della pavimentazione stradale ammalorata, è necessario provvedere alla diminuzione della velocità di percorrenza del tratto in oggetto propedeutica al futuro accantieramento». Il tratto in oggetto era dal km 191+500 al km 186+350, direzione Ancona-Ravenna, e dal km 189+000 al km 191+500, direzione Ravenna-Ancona. Sul peggioramento dell’asfalto in quei tratti avvenuto talmente in fretta da impedire la programmazione dei lavori, lascio agli automobilisti che percorrono la statale 16 Adriatica il giudizio. Ma sta di fatto che anche in quel caso in molti, ignari del limite di velocità precipitato di 40 km orari, ne fecero le spese in termini di “multe” più o meno salate e “punti”. Sulle tempistiche dei lavori stendiamo un velo pietoso: nel caso del manto stradale da rifare, rispetto ai cinque mesi annunciati durarono un anno. Era il 1° agosto 2020 quando l’autovelox tornava ad essere tarato sui 110 km orari.
Stavolta invece il termine è annunciato per il 13 novembre. Si accettano scommesse.

L’automobilista incazzato

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