I primi cento giorni di Jamil

I primi cento giorni di Jamil

"Metteremo la luce nei campi". Ecco, non proprio questo, ma il candidato sindaco del centrosinistra assicura di tutto e di più in queste ore, anche quello che non è riuscito a realizzare in dieci anni. Mentre i temi che scottano vengono tutti accuratamente evitati.

Ci manca che si metta in piazza Cavour a regalare beni di prima necessità e poi le ha fatte tutte Jamil Sadegholvaad. Sarà perché “è già domani” e quelle sparate ieri non si ricordano già più.
Se eletto, nei primi 100 giorni, Jamil farà quello che in 3653 giorni, dieci anni, non è proprio riuscito a trovare il tempo di fare. Mannaggia.
Assumerà frotte di agenti nella polizia locale (ben 30), estenderà la no tax area oltre la statale 16, creerà tutti i parcheggi che mancano, darà una casa a chi non ce l’ha, completerà lunghi tratti del parco del mare, farà il regolamento sulle antenne di telefonia mobile e ai nidi si entrerà gratis. Nei primi cento giorni. Entro il primo anno, invece, il  nuovo piano dell’arenile.

Poi ieri ha aggiunto altri due capolavori: utilizzare parte delle risorse incamerate grazie alla imposta di soggiorno per «la promozione sui mercati internazionali, una vera e propria e innovativa ‘promocommercializzazione’ della nostra destinazione turistica, largamente la più rigenerata del Paese» e «il sostegno all’aeroporto e alla sua attività sui mercati d’interesse estero. In piena trasparenza, rispettando perfettamente la normativa europea vigente, in un patto dichiarato tra Enti pubblici e privati. Questo si può fare. Personalmente ho sempre pensato che, dopo aver innovato e arricchito di nuove opere la città, la destinazione più naturale dell’imposta di soggiorno sia l’accessibilità alla città, in primis lo scalo aeroportuale. In tal senso, ritengo necessario la condivisione, la calibratura, la valutazione delle proposte con gli operatori in campo, anche rivalutando uno strumento più concreto del semplice generico ‘tavolo di confronto’, come sino a qualche anno fa poteva essere l’Agenzia di marketing territoriale dove insieme stavano enti pubblici e soggetti privati».
Sulla promocommercializzazione e più in generale sugli investimenti per “catturare” i viaggiatori italiani e stranieri ci sono già enti (da Visit Romagna a Apt) che spendono e spandono milionate e non si sente la necessità di aggiungerne altri, piuttosto sarebbe utile monitorare i risultati che si ottengono coinvolgendo anche i privati. La proposta di sostegno all’aeroporto è ancora più marziana. Non solo perché la Regione ha già deciso di sganciare 12 milioni di euro per il Fellini, passo compiuto dopo avere ottenuto il via libera della Commissione Ue agli aiuti di Stato, che però sono finalizzati a opere infrastrutturali (allineamento ai requisiti previsti dalla certificazione Easa per gli aeroporti, ristrutturazione dell’area cargo e terminal, sostituzione dei banchi check-in, impianto antincendio, eccetera). Invece Jamil immagina che soldi pubblici, provenienti dalla imposta di soggiorno, finiscano a finanziare l’attività della società privata di gestione dell’aeroporto sui mercati esteri, ad esempio per far «tornare in maniera massiccia» i voli di Ryanair. E fra l’altro c’è un processo in corso al Tribunale di Rimini sul fallimento di Aeradria, i contributi di co-marketing, gli “aiuti” sui voli low cost. Ben altra visione occorrerà per rimettere in pista il Fellini.
Ma mentre vanno forte le promesse sui primi 100 giorni, ci sono tutta una serie di temi che chi ha amministrato e si candida nella continuità, si è guardato bene fino ad oggi di sviscerare.
Il destino della Novarese e del Talassoterapico, il mercato coperto (capitoli questi sui quali la giunta uscente sembrava voler imprimere una accelerata in scadenza di mandato, ma pare abbia tirato il freno a mano), la nuova sede Sgr, l’ex questura (un “ecomostro” la definì l’ex questore Improta), la Bolkestein e la decisione del Comune di Rimini di estendere al 31 dicembre 2033 la durata delle concessioni di beni del demanio marittimo con finalità turistico-ricreative in favore dei concessionari esistenti, contro la quale l’Antitrust è ricorsa al Tar. Il sospetto è che le questioni scottanti debbano rimanere in ombra, salvo poi decidere tutto a palazzo Garampi una volta passate le elezioni. Ma sono queste le partite da campionato del mondo che il comune di Rimini è chiamato a giocare e sarebbe bello poter ascoltare parole chiare e capire cosa Jamil intenderebbe fare, anche se non proprio nei primi 100 giorni.

COMMENTI

DISQUS: 0