Divani, biciclette, frigoriferi e tanto altro gettato vicino ai cassonetti. Comportamenti incivili e vergognosi. Che si ripetono in continuazione.
Storie di Ordinaria Monnezza. Parafrasiamo, storpiandolo, “Storie di ordinaria follia”, celebre titolo della serie di racconti di Charles Bukowsky (1920-1994), scrittore nato in Germania, ma americano di adozione che ha nutrito la corrente letteraria statunitense (nata tra gli anni ’70 e ’80) del cosiddetto “Realismo Sporco”. Appunto: la titolazione con cui battezziamo il breve ma significativo resoconto fotografico di ieri mattina, sarà quindi “Storie di Ordinaria Monnezza”. Non troviamo nessun titolo altrettanto aderente alle immagini che, notare, non sono state prese in un sordido sobborgo di Los Angeles, ma nel centro di quella che una qualsiasi guida degli anni ’60 avrebbe definito “ridente” cittadina.
Per la precisione, le fotografie provengono da zone limitrofe al polmone verde dell’ex Cava d’argilla (ora Laghetto Mariotti) utilizzata dall’ex Fornace Fabbri fino ai primi anni ’70, oggi demolita (la nostra città pare fermamente protesa verso il passato). Avremmo potuto fare foto in molti altri rioni di Rimini ottenendo analoghi risultati. La tendenza verso il rifiuto fantasioso è comune a tutto il territorio. Curioso che una piccola realtà quale la nostra voglia tenacemente replicare quella di centri ben più grandi e impegnativi. Ci sforziamo, spesso con ottimi esiti, di emulare Roma per le buche, talora Venezia per le piccole inondazioni. Quanto all’immondizia, perché non ispirarsi al modello partenopeo?
Le statistiche nazionali dicono che Rimini sia tra le città più virtuose quanto a raccolta differenziata. Sarà… , ma i margini di miglioramento ci sembrano decisamente ampi. Tra l’altro, essendo la tassa per la raccolta rifiuti assai gravosa, a maggior ragione vorremmo vedere una città più pulita e ordinata. Le immagini che a malincuore pubblichiamo, dipingono comportamenti incivili. Nonostante il ritiro di materiali ingombranti venga effettuato senza nessun onere aggiuntivo, c’è sempre qualche “creativo” che improvvisa “artistiche” installazioni stradali. Basterebbe mettersi d’accordo con Hera per la data e il luogo di prelievo. I piccoli scarti vanno invece conferiti negli appositi bidoni. Però, non capita anche a voi di vedere sacchi e sacchetti fuori dai cassonetti? La colpa dello stato delle cose, in larga parte è nostra.
Divani, biciclette o frigoriferi come nelle foto di ieri mattina, ma spesso anche materassi, sedie, lavabi o qualsiasi oggetto vi venga in mente, quando va bene, sono addossati ai cassonetti. Ricordiamo che gli operatori ecologici hanno l’ordine di mettere nell’indifferenziato qualsiasi sacco (fosse vetro, plastica o altro) che trovano fuori dai contenitori deputati. Il senso civico? Scarseggia. La scarpiera bianca e tutta la sporcizia accumulata attorno al povero albero è forse casuale? Lo chiediamo a una residente: “Nel quartiere c’è una signora particolarmente sensibile ai problemi ambientali: appena vede il “mucchio selvaggio”, si premura di avvisare Hera. In breve tempo gli addetti ripuliscono, ma altrettanto rapidamente “qualcuno” ricomincia a depositare i rifiuti sempre nel medesimo luogo. Sono degli incivili!”.
Cogliamo l’occasione per avvisare i lettori che esiste il corpo provinciale G.E.V (guardie ecologiche volontarie) che monitora il territorio in molteplici sezioni di interesse comune e all’occorrenza indica i trasgressori alle autorità competenti. I volontari tengono in considerazione le segnalazioni da parte dei cittadini. In fondo alla loro pagina internet trovate sia l’indirizzo che il numero di telefono. Per sdrammatizzare, come abbiamo esordito citando uno statunitense, vogliamo chiudere riportando una frase di un altro americano a cui di certo non difetta il senso dell’umorismo. Woody Allen: “A Beverly Hills la spazzatura non si getta, la si trasforma in show televisivi”. Avvisatelo che abbiamo una lunga serie di puntate, pronte per la spedizione in California…
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