#Tagliatella

#Tagliatella

"Predga curta e taiadela longa".

“Predga curta e taiadela longa”, così mi ha forgiato Giorgio Stupazzoni da Bulogna. Bologna è una vecchia signora… cantava il maestrone da Pavana, ma tutto scorre, panta rei, Eraclito da Efeso. (V secolo A.C.)
Torno prepotentemente e voracemente sulla tagliatella. (Beato Enrico da Coriano).
Non voglio deludere i miei affezionati lettori, sempre la qualità, mai la quantità, ma a differenza della Piada, la tagliatella non è nata qui, e le notizie che abbiamo sono molto scarse dice il Prof. Piero Meldini, che aggiunge: furono gli Arabi ad introdurre in Sicilia l’arte di essiccare la pasta. L’ottimo grano duro siciliano è indispensabile per produrre pasta secca. La pasta fresca, che è preparata con farina di grano tenero, è documentata a partire dal XII secolo, ma si può presumere che la sua introduzione sia anteriore all’anno Mille.
Le lasagne erano le più diffuse delle paste fresche. Venivano stese con acqua e farina, in genere senza uova, tagliate in larghi rettangoli, cotte in acqua salata o brodo; dagli “Usi e Pregiudizi dei contadini della Romagna”, così scriveva il forlivese Michele Placucci (1818). Dopo la Storia, indispensabile per avere futuro, è chiaro che noi siamo tuttologi esperti in qualunque campo, e sulla tagliatella praticamente imbattibili, sia a parlare, ma soprattutto a mangiare. Se scateno l’hashtag #Tagliatella, si apre un dibattito infinito ed un aspro confronto che terminerà con offese ed invettive del mala tempora feisbukiano. Ma noi rurali, di tutte queste seghe ce ne sbattiamo, e continuiamo ad inseguire la tagliatella che a differenza del cappelletto è buona in tutte stagioni, maritata da un gran Sangiovese che, dicono abbia raggiunto la sua completa maturità e voluttà, in quel di Passano.
Rurali sempre.

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