Teatro Galli, aperta la finestra sul muro che i fanatici “com’eristi” non volevano (far) vedere

Teatro Galli, aperta la finestra sul muro che i fanatici “com’eristi” non volevano (far) vedere

Passi la furbizia di chi, ormai molti anni fa, per giustificare “la teoria del restauro” e raccogliere proseliti, faceva pubblicare foto d’epoca (194

Una finestra sulle sorprese

Una finestra sulle sorprese


Passi la furbizia di chi, ormai molti anni fa, per giustificare “la teoria del restauro” e raccogliere proseliti, faceva pubblicare foto d’epoca (1942) con una Sala Teatro bombardata, ma sostanzialmente intatta (quindi restaurabile) … dando poi del manipolatore d’immagini a chi pubblicava foto del reale stato di fatto, dove di colonne, palchi, poltrone e palcoscenico non c’era ombra, essendo rimasto solo un nudo muro curvo, con i buchi sul vuoto delle porte di accesso ai palchi: quello, insomma, che ora tutti possono vedere dalle “finestre” aperte sul cantiere.
Passi la sagacia di questi nostalgici del passato che, resisi conto della realtà dei fatti e della oggettiva impossibilità di restaurare una cosa inesistente, si sono poi spostati, senza batter ciglio, dalla teoria del restauro a quella della “ricostruzione in falso antico, dov’era com’era”.
Ma che questi fanatici com’eristi – strenui sostenitori dello stile ottocentesco, che volevano fossero rigorosamente ricostruiti gli spazi originari, utilizzando i materiali di un tempo – siano rimasti praticamente silenziosi (dove sono le “folle” che abbracciavano il teatro?), quando si sono ritrovati un progetto esecutivo che, cercando di rimediare un Teatro che non fosse una cavolata impraticabile, aveva cambiato, spostato, ampliato, sostituito un sacco di cose … ecco, questa mancata coerenza mi sembra davvero denoti una spudorata carenza di … stile?
Ricostruzione virtuale di parte della sala ottocentesca del Teatro Galli di Rimini (proiettata sul cantiere del Teatro in occasione delle feste di Capodanno 2015)

Ricostruzione virtuale di parte della sala ottocentesca del Teatro Galli di Rimini (proiettata sul cantiere del Teatro in occasione delle feste di Capodanno 2015)

Come? Questi Signori, che hanno confuso le idee ai Cittadini e spintonato con le proprie teorie passatiste gli amministratori, obbligandoli a far salti mortali per accontentarli, ora, che si ritrovano con un Teatro che non sarà certo com’era e che la Città, per colpa loro, al posto di un Teatro come si deve si ritroverà una cosa rimediata … questi Signori, dicevo, che fanno? Dopo aver combinato il danno, stanno alla finestra … magari sul cantiere? Forse le loro mire erano solo quelle di regalarsi, a spese dei cittadini e di chi a teatro ci va, le ingombranti colonne e la costosa paccottiglia in falso antico dei decori interni che, a quanto pare, non saranno eliminati?
Bene, a questo punto, proporrei che la Città desse loro il malservito e facesse fuori anche questo apparato patacca … magari sostituendolo, come già proposto, con immagini virtuali. Si otterrebbe, a sala spenta, ottima visibilità e acustica, si risparmierebbero molti soldi e si sparerebbe in alto un “colpo di teatro” potente, udibile da molto lontano … forse l’unico modo perché Rimini possa salvare la faccia e strappare applausi per questa impresa milionaria ma, soprattutto, perché spettatori, attori, musicisti, cantanti possano, un domani, godersi al meglio gli spettacoli.

Marino Bonizzato

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