Dalla autorizzazione permanente allo scalo di Rimini per i voli provenienti dall’ex Urss e Paesi Baltici ai giorni nostri.
Le difficoltà iniziali
Nel 1993, a distanza di quattro anni dal fenomeno algale, in aeroporto – a seguito dell’abbandono dei Tour Operator dell’Europa Occidentale – si verificò il minimo storico degli arrivi: 16.056 passeggeri.
L’attenzione della società di gestione Aeradria, allora pubblica, si orientò, nonostante le difficoltà al tempo esistenti per un aeroporto militare (NATO) aperto al traffico civile, verso il mercato della “Federazione russa degli Stati indipendenti”.
Problematiche per l’uso dello scalo
In quel periodo era indispensabile superare due ostacoli:
1) Il benestare del Ministero della Difesa (Rimini, Verona, Pisa, Grosseto,Trapani erano preclusi ai voli provenienti dai Paesi dell’Est europeo);
2) l’assenso per l’atterraggio ai voli in arrivo da quei Paesi.
La prima difficoltà fu risolta quando nel dicembre 1993 il Ministro della Difesa concesse l’autorizzazione permanente ai voli provenienti dall’ex URSS e Paesi Baltici. La seconda – la cui procedura prevedeva inizialmente l’inoltro della richiesta da parte dell’Ambasciata russa al Ministero degli Esteri che doveva ottenere l’assenso dello Stato Maggiore dell’Aeronautica militare e, successivamente, autorizzare la Direzione Generale dell’Aviazione Civile – fu risolta quando i due Stati concordorono la reciprocità dell’uso degli aeroporti nei rispettivi Paesi. Il primo volo proveniente da Mosca atterrò a Rimini il 13 ottobre 1993.
Rilascio visti per l’ingresso in Italia – Controllo passeggeri in arrivo
La problematica dei tempi eccessivi per l’ottenimento del visto da parte dei Consolati italiani di Mosca e San Pietroburgo dovuti alla mancanza di personale (circa due settimane a fronte dei 3/4 giorni per il rilascio da parte della Spagna, Turchia, Grecia) fu risolta nel luglio 1995 grazie alla sensibilità del nostro Ambasciatore a Mosca che accettò la proposta della Società Aeradria di impiegare provvisoriamente presso i due Consolati personale esterno, che godeva la piena fiducia dell’Ambasciatore, i cui compiti si limitavano alle preliminari procedure per la compilazione delle pratiche.
Quanto al non facile controllo che la Polizia di Frontiera doveva effettuare ai singoli passeggeri in arrivo, le problematiche si risolsero stante la fattiva e intelligente collaborazione dell’allora Dirigente del controllo di frontiera (oggi Vice Questore) con il quale la Società Aeradria concordò di mettere a sua disposizione le apparecchiature necessarie e fornire in anticipo la lista nominativa dei passeggeri in arrivo al fine di consentire alla Polizia, attraverso i propri canali, di effettuare preventivamente i dovuti controlli.
Prime iniziative promozionali
Consapevoli dell’importanza del mercato russo, nel settembre 1993 Aeradria, in collaborazione con la sede di Mosca dell’Istituto del Commercio Estero (I.C.E.), organizzò il primo workshop italiano in Russia con gli agenti di viaggio. L’iniziativa fu ripetuta nel gennaio 1994; presenti oltre 30 Tour Operators e due compagnie aeree.
Negli anni successivi furono intensificati i rapporti con i T.O., i cui risultati consentirono di estendere i collegamenti aerei, oltre a Mosca e S.Pietroburgo, alle città di Yekaterinburg-Krasnodar-Rostov-Kazan-N.Novgorod-Sanara.
Le potenzialità del mercato russo
Nel 2008 i residenti che hanno trascorso le vacanze all’estero sono stati 11,3 milioni (14,8% della popolazione attiva). In raffronto con il 1995 (2,6 milioni) l’incremento è stato del 335%, media annua 28%. Evidentemente la Russia rappresenta un grande bacino d’utenza (circa 145 milioni di abitanti) con una percentuale di abitanti che sceglie i viaggi all’estero destinata a crescere ulteriormente.
Gli arrivi in Italia
Nel settembre 2010 nel Registro Rosturism dell’Avisory Committee di Mosca erano registrati 242 Tour Operator con sede a Mosca, 53 dei quali con uffici distaccati in altre città. Quelli interessati ad operare in Italia erano 52.
Dei 15 principali mercati di provenienza estera, l’ISTAT considera la Russia all’11° posto, con 1.194.656 arrivi nel 2015. Rispetto al 2008 l’incremento è stato del 15%. In quell’anno la nostra regione, con 156.567 arrivi – di cui 100.849 (64%) in Provincia di Rimini – risultava al terzo posto nella classifica delle regioni. Dagli annuari statistici dell’ENAC risulta che il totale degli arrivi dalla Russia negli aeroporti italiani è passato da 1.056.067 del quinquennio 2000-2004 a 4.772.505 nei cinque anni dal 2010 al 2014 (+3.716.438; +352%).
Gli arrivi all’aeroporto di Rimini. La ricaduta economica sul territorio
Secondo la Delegazione ENIT di Mosca, nel 2011 sul totale di 260 T.O. – di cui 212 con sede a Mosca – 41 operatori turistici (36 a Mosca, 5 in altre città) avevano manifestato l’interesse di operare con interlocutori della nostra Regione o con tutta Italia. Di questi 6 avevano già rapporti con l’aeroporto e la nostra Riviera.
Le tipologie del prodotto richiesto comprendevano: appartamenti, congressi, fiere, mare, shopping tour, terme.
Dal 1993 al 2014, gli arrivi complessivi in aeroporto sono stati 1.873.448. Dagli annuari statistici dell’ENAC risulta che nell’ultimo quinquennio – 2010/2014 – i passeggeri arrivati negli aeroporti italiani sono stati 4.772.505, il cui incremento è risultato dell’81%. Nello stesso periodo a Rimini (2014: mesi di attività 10) sono stati registrati 994.654 arrivi che hanno rappresentato il 21% sul totale nazionale. L’aumento 2010/2013 (230.908) è stato del 73%.
Va opportunamente evidenziato che negli anni 2013 e 2014 la Russia, grazie all’attività aeroportuale, relativamente agli arrivi e presenze si classificò al primo posto superando la Germania, come risulta dalle statistiche della Provincia. Altro dato positivo, in particolare per quanto concerne la ricettività alberghiera, va attribuito alla ripartizione degli arrivi la cui percentuale del 38% era relativa ai mesi gennaio/aprile e ottobre/dicembre.
Quanto alla ricaduta economica sul territorio si deve considerare la spesa per il soggiorno e quella per l’acquisto di beni da esportare.
Spese per il soggiorno. La permanenza media di 7 giorni dei passeggeri arrivati pari a 1.876.448, ha generato 13,135 milioni di presenze. Considerato un costo medio giornaliero di 100 euro, si può presumere un incasso totale di circa 1,315 miliardi.
Spese per acquisto di beni. Dal 1993 al 2014 sono stati imbarcati per via aerea 57,95 milioni di chilogrammi di merce. Si calcola che la merce spedita via TIR sia il doppio di quella spedita dai passeggeri per via aerea. Risulterebbe che il totale della merce esportata sarebbe stata circa 115,9 milioni di chilogrammi, il cui valore d’acquisto può essere valutato in circa 10,46 miliardi di euro. Si può pertanto considerare che il valore della ricaduta economica sul territorio relativo agli arrivi dei passeggeri russi nel corso di 21 anni sia stato complessivamente di circa 11,775 miliardi di euro. Un tesoretto nato, con buona pace per il “privato” venuto da “fuori” per gestire lo scalo aereo, per l’interessamento di una società a capitale pubblico.
Lo stallo
La causa, come più volte sostenuto, va addebitata alla mancata decisione da parte dell’ENAC di proporre la nomina di un commissario per la gestione dello scalo a seguito del fallimento (art. 9 Convenzione ENAC/Soc. Aeradria del 27/11/2009), e all’allora Ministro dei Trasporti (art, 13. decreto n.521 del 12/11/1997).
I fatti. La vecchia gestione viene dichiarata fallita nell’ottobre 2013 (al riguardo sarebbe opportuno e corretto che l’A.D., “venuto da fuori” della nuova società di gestione spiegasse chi sono “i molti che hanno tratto vantaggio”). La gestione del Curatore Fallimentare del 2014 (10 mesi) ha chiuso l’esercizio con 235.272 passeggeri in arrivo (88% dalla Russia – 8% da 8 Paesi, su 13, dall’Europa Occidentale) e 382.000 chilogrammi di merce imbarcata. Secondo le nostre valutazioni, riferite alle previsioni dei primi di aprile, l’anno in corso dovrebbe registrare circa 130.000 passeggeri in arrivo (51% dalla Russia, 5% da 2 Paesi, su 13, dell’Europa Occidentale) e chilogrammi 5.000 (Kg. 4.000 nel 2016) di merce imbarcata.
Una valutazione di massima della perdita economica subita dal territorio rispetto al 2014, non può non considerare la diminuzione totale dei passeggeri in arrivo e, relativamente alla merce esportata, quella dei russi.
Raffronto 2014/prev. 2017: passeggeri totali in arrivo da 234.183 a 130.000 (-104.183; -44 %); passeggeri russi in arrivo: da 208.117 a 66.000 (-142.117;-.68%).
Si calcola che la spesa relativa ad un soggiorno medio di 8 giorni è pari a euro 1.037, mentre per la merce esportata è di circa 3.000 euro pro capite per l’80% dei passeggeri russi in partenza. Una valutazione prudenziale alla minor ricaduta economica sul territorio, a seguito della chiusura dell’aeroporto per 5 mesi, può essere valutata in circa 449 milioni di euro, di cui: soggiorno 108 milioni, merce per esportazione 341 milioni.
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