“Una rotatoria segno della lunga amicizia fra Giussani e Rimini”

“Una rotatoria segno della lunga amicizia fra Giussani e Rimini”

Inaugurata questa mattina alla presenza di cinque sindaci. Mancava solo Andrea Gnassi.

Mons. Lambiasi con gli ex sindaci di Rimini Giuseppe Chicchi, Marco Moretti, Zeno Zaffagnini e Massimo Conti

Mons. Lambiasi con gli ex sindaci di Rimini Giuseppe Chicchi, Marco Moretti, Zeno Zaffagnini e Massimo Conti

Si è svolta questa mattina l’inaugurazione della rotatoria dedicata a don Giussani. Nell’area del nuovo Palacongressi si è ritrovata tanta gente comune, oltre ad autorità civili e religiose. Anzitutto i sindaci emeriti che hanno patrocinato la dedicazione della rotatoria: Zeno Zaffagnini, Massimo Conti, Marco Moretti, Giuseppe Chicchi e Alberto Ravaioli. Per l’amministrazione comunale l’assessore Irina Imola, ma era presente anche l’assessore Biagini. Il vescovo, mons. Lambiasi, tanti in rappresentanza del Meeting, a partire da Emilia Smurro, e poi Nicola Sanese, Antonio Smurro, Sergio De Sio, Manlio Gessaroli, responsabile di Cl a Rimini, l’onorevole Tiziano Arlotti.

Nella cerimonia ufficiale hanno preso la parola l’assessore Imola, il vescovo di Rimini, Andrea Simoncini, anche a nome del presidente della Fraternità di Cl, Julián Carrón. In apertura, Marco Ferrini ha ricordato il “legame particolarmente intenso di Giussani con la città di Rimini, fin dal 1962, anno della nascita di una vivace presenza di Gs guidata a Rimini da don Giancarlo Ugolini”.

Di seguito riportiamo gli interventi che si sono susseguiti. La targa è stata scoperta dall’assessore Irina Imola, particolarmente emozionata ma che col suo intervento ha strappato un lungo applauso ai tanti presenti, e da Zeno Zaffagnini.

Irina Imola, assessore del Comune di Rimini:

L'assessore Irina Imola conversa con Andrea Simoncini

L’assessore Irina Imola conversa con Andrea Simoncini

“Oggi, alla apertura della 35° edizione del Meeting, inauguriamo la rotatoria che Rimini ha voluto dedicare a don Giussani, padre del movimento di Cl. Ringrazio dell’importante percorso tutte le autorità presenti ed in particolare i cinque sindaci della nostra città e gli organizzatori del Meeting che hanno voluto così fortemente questo momento.

Domani ripenseremo a questa giornata particolare attraverso una fotografia. Gli amici del Meeting e gli amministratori della città di Rimini degli ultimi 35 anni insieme per la intitolazione di uno spazio pubblico ad un uomo. Una immagine simbolo, certo, ma per me qualcosa di più, la metafora di questo luogo magico e contraddittorio che è la nostra città.

Ho letto in questi giorni diversi ed interessanti interventi dedicati a don Luigi Giussani, alla sua relazione con Rimini e, per estensione, al rapporto tra Rimini e il Meeting.

Ognuna di queste analisi, costruite saggiamente su ricordi personali, mette in evidenza la grandezza di don Giussani quale seme e acqua di quel germoglio chiamato Meeting per l’amicizia fra i popoli, cresciuto poi a pianta rigogliosa e forte.

Si nota però uno scarto di fondo: una lettura che pare quasi lasciare intendere che questo luogo di confronto e discussione sia nato tra l’ostracismo di qualcuno e qualcosa, poi piegatosi all’evidenza dei fatti.

Irina Imola e Zeno Zaffagnini

Irina Imola e Zeno Zaffagnini

Beninteso, nessuno disconosce la dialettica politica nazionale e locale che da allora, e ancora oggi, accompagna la presenza del Meeting. Non un’invenzione, certo, ma credo comunque un dibattito che pare non tenesse conto e non tenga conto, di un fatto enorme: il Meeting, appunto, che ogni anno si rinnova a Rimini e che è frutto di una strettissima relazione, ricambiata, con la nostra città, perché il Meeting ha senso, sono sicura, proprio perché a Rimini e solo a Rimini.

A questo proposito ritorno a don Giussani, che nel 1980, a bilancio della prima edizione della sua creatura, scriveva della nostra città: “E’ bellissimo e tragico che della gente si sia domandata ad un certo punto, improvvisamente o finalmente, non esiste presenza cristiana qui dentro”. Il luogo dove ritrovare la presenza lui l’aveva scelto, Rimini, e da lì si parte per ritornare al punto di origine.

Oggi si chiude il cerchio e fisicamente inauguriamo un’opera urbana che ne ha la stessa forma.

La storia fa i conti coi dibattiti, le polemiche, le discussioni, ma per il sentimento popolare quel che conta è che tra Rimini e il Meeting ci sia sempre stato amore e rispetto”.

Mons. Lambiasi, vescovo di Rimini:

rotatoria-don-giussani“Penso di interpretare il sentimento che ci accomuna questa mattina per questo evento, ed è un sentimento di gratitudine al Signore per l’aver donato alla chiesa la figura di don Giussani, e in particolare di averne fatto dono alla nostra città, come risalta dalla esperienza, dalla presenza vivace e significativa del movimento da lui fondato.

Una rotatoria è un pezzo di strada dove il traffico rallenta perché si possa imboccare la strada giusta. Il ricordo di don Giussani a questo punto della nostra città e della nostra storia, ci serva davvero a trovare la strada giusta e a ricordare sempre che la strada verso Cristo è una strada che porta verso l’uomo e la strada verso l’uomo è una strada che prima o poi finisce per portare verso Cristo.

Ogni volta che passiamo da qui, questa targa ci ricordi questo messaggio, e penso che farà bene a noi e alla nostra città”.

Prof. Andrea Simoncini, della presidenza di Cl, intervenuto a nome di Julián Carrón, presidente della Fraternità di Cl:

“Vorrei ringraziare, a nome della Fraternità di Cl, e personale del suo presidente, l’amministrazione comunale di Rimini per aver voluto dedicare questa rotatoria a don Luigi Giussani.

La gratitudine, di cuore, che io esprimo non nasce solo dall’importanza di questo gesto, posto in essere da una città grande e importante come Rimini, che per sua storia e vocazione attrae ogni anno migliaia e migliaia di persone, consentendo così una ancor più ampia diffusione del nome e della memoria di don Giussani. Ma la gratitudine è ancora più stupita per il modo attraverso cui l’amministrazione è arrivata a questa decisione: la richiesta è nata da ben cinque sindaci, ed è impressionante il valore storico che oggi, come diceva bene l’assessore Imola, viene riconosciuto all’amicizia che ha legato e lega don Giussani a Rimini.

E’ la storia di una amicizia che oggi possiamo ripercorrere attraverso le pagine della bella biografia uscita di recente a firma di Alberto Savorana, in cui si può scoprire che è già dagli anni 50 che Rimini ricorre nella vita di don Giussani.

Come è stato detto, prendendo un treno per Rimini e dialogando con alcuni studenti, don Giussani comincia a realizzare quella intuizione che rappresenterà poi la svolta decisiva nella sua vita, nella mia vita, nella vita di molti di quelli che sono qui oggi.

Il cristianesimo è per tutti una bella parola, tutti sono, nell’Italia degli anni 50, naturalmente cristiani, ma cosa vuol dire questo nella propria esperienza? Nasce così la decisione di insegnare nei licei e così nasce Gs prima e Cl dopo.

La storia tra Rimini e don Giussani inizia quindi con la stessa svolta decisiva nella vita del sacerdote milanese. Certo, questo legame sarebbe rimasto probabilmente solo nella storia personale di don Giussani e di Cl, se in questa storia non fosse accaduto l’altro fatto decisivo che spiega il rilievo pubblico che oggi qui viene giustamente sottolineato attraverso questa intitolazione: la nascita del Meeting di Rimini e il suo sviluppo nel segno di una grande manifestazione globale di incontro e di amicizia fra i popoli, nata proprio da alcuni giessini colpiti dal messaggio di don Giussani.

Desidero quindi ribadire la gratitudine, a nome della Fraternità di Cl, per questa giornata e per il grande senso di accoglienza, di disponibilità, anche di pazienza, con cui questa città ogni anno si fa invadere da un flusso di vita e di novità, e non parlo solo del Meeting ma anche degli esercizi spirituali della Fraternità di Cl che ogni anno si tengono qui a Rimini.

Sono certo che il gesto di oggi sia innanzitutto il gesto di una forte amicizia e per questo ringrazio ancora l’amministrazione comunale di Rimini per aver deciso di lasciare fin nella sua carta topografica il segno di questo legame”.

Al termine degli interventi ufficiali, Marco Ferrini ha dato lettura anche della lettera di Luca, un giovane studente riminese:

ferrini-ravaioli-gessaroli-imola-lambiasi-zaffagnini-moretti“Mi chiamo Luca. Sono contento che questa rotonda si chiami  don Luigi Giussani. Nella mia vita é legato a questo nome tutto quello che ho visto, ascoltato, vissuto, di buono e di bello. Per i miei nonni, i miei genitori, per tanti amici, questo nome è una proposta per vivere, perfino per la mia scuola. Io non l’ho mai visto, ma non posso pensare al meglio degli amici, nomi e cognomi, senza  che mi venga in mente lui. Altri l’hanno incontrato, eppure io mi trovo a vivere dentro la stessa stretta, la stessa familiarità, che hanno vissuto loro.

Come se avesse attraversato il tempo per conoscere me, per farmi vedere una strada.

E’ successo  con lui qualcosa di così importante che  arriva a me, come la possibilità di raggiungere chi mi ha voluto. Anche una rotonda mi può aiutare”.

Rimini e Giussani: una rotatoria e molto altro. Parlano Chicchi, Conti, Fregni e Zaffagnini

Eclisse della rotonda

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