In Valmarecchia fai fatica a farti la doccia, ma in spiaggia c’è acqua in quantità

In Valmarecchia fai fatica a farti la doccia, ma in spiaggia c’è acqua in quantità

Il fiume Marecchia è stremato dal caldo; i Comuni della valle hanno il divieto, da giugno, di lavare l’automobile e di annaffiare il giardino con l’acqua pubblica. Lungo la Riviera, invece, ‘zone’ e alberghi non hanno nessun problema. Ma la siccità vale per tutti.

La terra è secca e ha sete
Gita in Valmarecchia, valico, ingresso in Montefeltro. La terra è secca e ha sete. Il Marecchia alza la testa argentea e la affonda, scompare, come un ramarro. Resta una traccia petrosa, lunare. Le muraglie dei forti malatestiani sono calde. La pietra arde. Così è. Da mesi. Se la Valmarecchia soffre, il Montefeltro brucia. I colori, tra Carpegna e Frontino, sono il rosso e il marrone. I campi sono screpolati e sembrano immense tele di ragno. Un agricoltore si lamenta. “Avanti così, e a settembre dichiaro fallimento. Cambio lavoro”. Un altro agita una pompa. L’acqua, contro luce, sembra una pioggia di diamanti. “Abbiamo i pozzi. Sono quasi secchi. Da un momento all’altro mi aspetto che dalla pompa non esca più niente”.

Acqua solo per gli “stretti bisogni igienico-sanitari”
Senza essere catastrofisti, l’apocalisse dell’arsura in questi luoghi si tocca ovunque. Ieri: 32 gradi alle ore 19. Oggi: speriamo in una raffica di piogge. A volte, ci dicono, intorno a Pennabilli accadono fenomeni strani. Le nuvole, basse, livide, rabbiose ed elettrizzate, intrecciano fulmini. “Mai viste scene simili: accadono decine di fulmini, e non piove”. Spettacolo marziano, da romanzo cyberpunk. Un tizio ci mostra l’ordinanza emanata dal Sindaco di Novafeltria. L’ordinanza è stata emessa il 17 giugno scorso e confermata mese per mese. Oggetto: “contenimento del consumo di acqua potabile e limitazione dell’uso extradomestico”. In sostanza, si intima alla cittadinanza di usare l’acqua corrente, proveniente “dal pubblico acquedotto”, solo per gli “stretti bisogni igienico-sanitari e domestici”. Perciò, è vietata: “l’irrigazione e annaffiatura di orti, giardini e prati; il lavaggio di aree cortilizie e piazzali; il lavaggio privato di veicoli a motore; il riempimento di piscine, fontane ornamentali, vasche da giardino; il funzionamento di fontanelle a getto continuo”. Sono previste sanzioni, per quanto lievi (“tra i 25 Euro e i 500 Euro”) per chi trasgredisce. Quando lavi i piatti, da queste parti ti guardano storto. L’invito, infatti, è “a non utilizzare acqua corrente per il lavaggio di piatti e verdure, ma solo nella fase di risciacquo”. L’invito, inoltre, è quello di preferire la doccia al bagno e di spegnere l’acqua “mentre ci si insapona”.

Gli agricoltori soffrono e i bagnini godono
A proposito di doccia. Balza all’occhio la clamorosa differenza tra Valmarecchia e Montefeltro rispetto alla Riviera, che sta una manciata di chilometri più avanti. Prendiamo gli stabilimenti balneari, in pieno agosto. L’acqua delle docce va avanti a pieno regime. Ogni ‘zona’ ha almeno due, tre, quattro docce. Spesso funzionano all’unisono. Centinaia e centinaia di docce, dalle 8 della mattina alle 20, che sparano acqua, preziosa, in continuazione. I turisti, d’altronde, debbono nettare il loro corpo turistico dal sale adriatico. Probabilmente ogni ‘zona’ dispone di un proprio pozzo illimitato; forse hanno escogitato il sistema per depurare l’acqua del mare rendendola utile, potabile. Altrimenti lo spreco d’acqua è disarmante, la diversità di trattamento nella Provincia di Rimini riguardo al consumo d’acqua è evidente. L’ordinanza del Comune di Novafeltria è partita, si legge, in seguito a una “nota del Gruppo Hera Spa, Direzione Acqua, indirizzata ai Comuni di Pennabilli, San Leo, Casteldelci, Sant’Agata Feltria, Talamello e Novafeltria”. Ordinanze simili, infatti, non risultano nei Comuni ‘di costa’ – chessò: Rimini, Riccione, Cattolica – anche perché, vien da dire, sarebbero state catastrofiche per il turismo balneare. Se gli agricoltori dei colli sono disperati, infatti, i bagnini, che hanno goduto di una estate calda e soleggiata, esultano. Mors tua vita mea. Forse sì, forse no. I dati Arpae riguardo allo stato idrologico dei fiumi della nostra Regione, aggiornati al 14 agosto, sono preoccupanti, dacché tutti i fiumi e gli affluenti, dal Reno al Marecchia al Conca sono ben sotto il limite del ‘Deflusso minimo vitale’ (Dmv). Insomma, i fiumi sono scomparsi o quasi. In calce alle nuove rivelazioni di una settimana fa, si legge: “Ricordiamo che resta valido quanto stabilito nelle determinazioni di sospensione dei prelievi che consentono di prelevare esclusivamente garantendo il mantenimento del Deflusso minimo vitale”. Cosa vuol dire? Vuol dire che in provincia di Rimini, con determinazione del 16 giugno scorso, non si può prendere acqua dal “torrente Uso e affluenti; torrente Conca e affluenti; fiume Marecchia da Ponte Santa Maria Maddalena alla foce”. Dunque, come si dice, siamo tutti nella stessa siccità, dalla Valmarecchia alla Riviera. Eppure, in costa – pensate all’utilizzo d’acqua negli alberghi pieni, beati loro, di turisti, i quali, essendo in vacanza, non sono propensi a fare i risparmiatori dell’‘oro azzurro’ – l’acqua è ovunque. A questo punto, gli abitanti della Valmarecchia e del Montefeltro fan bene a trasferirsi al mare. Faranno la doccia, per tutto il tempo che gli pare, negli stabilimenti balneari e raccoglieranno tinozze d’acqua pura dalle camere d’albergo per portarsele a casa loro, in valle.

Fotografia grande: uno dei due laghetti artificiali all’altezza di San Martino dei Mulini è completamente prosciugato, l’altro – il maggiore (lago Santarini) – è ridotto ai minimi termini

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