Scoppia il caso di uno stabilimento balneare di Rimini nord al quale palazzo Garampi avrebbe intimato di demolire tutte le cabine entro il 12 aprile. Yuri Magrini (Pd) in consiglio comunale è andato giù duro: "bisogna che ci comportiamo in maniera uguale con tutti".
Achtung, bitte. Si avvicina l’estate e il Comune di Rimini intima ad uno stabilimento balneare di Rimini nord (pare zona Torre Pedrera) di demolire tutte le strutture presenti perché sarebbero sprovviste dei necessari titoli edilizi e dunque costruite senza autorizzazione. Entro il 12 aprile, avrebbero scritto all’interessato da palazzo Garampi, dovranno essere rase al suolo tutte le cabine, pena l’acquisizione dell’intera area al patrimonio comunale. Il caso è stato sollevato in consiglio comunale da Juri Magrini (Pd), che è andato giù duro con l’amministrazione. Dopo aver premesso che radere al suolo uno stabilimento balneare avrebbe conseguenze immediate “per l’azienda e per le persone che in esse vi lavorano e un danno al pubblico interesse perché si potrebbe creare la probabile interruzione del servizio di salvamento in quella zona”, Magrini ha domandato: “Quali e quante imprese, quali e quante situazioni su tutto l’arenile comunale, si trovano nella stesa condizione ovvero non possiedono i titoli edilizi per le superfici coperte presenti? L’amministrazione comunale ha già svolto una attività ricognitiva in tal senso e nel caso di situazioni con le medesime caratteristiche si è già mossa con parità di trattamento?“.
L’antifona è più che chiara. Perché ci si accanisce nei confronti di uno solo, quando probabilmente se si andasse a mettere il naso in altre situazioni si scoprirebbero irregolarità analoghe? Secondo Magrini poi, la strada per risolvere l’inghippo ci sarebbe e il Comune l’avrebbe già seguita nel caso di una “nota azienda sulle colline riminese”. Aspetto confermato anche dall’assessore Roberta Frisoni che in consiglio ha risposto alla interrogazione di Magrini, la quale ha parlato di “un’azienda produttiva che ha presentato un importante progetto di riqualificazione aziendale…, nel qual caso si poteva compromettere la stessa produzione e interruzione dello stabilimento produttivo”. E allora perché certe norme sono utilizzabili in un caso e non nell’altro? Questo è l’oggetto del contendere.
L’assessore ha spiegato che l’amministrazione comunale sta “accompagnando l’impresa” che gestisce lo stabilimento balneare, ma questo deve avvenire “nel rispetto delle norme e delle regole, gli uffici incontrano costantemente il titolare dell’impresa”. Sempre secondo la Frisoni la soluzione sulla quale si starebbe discutendo con il responsabile dello stabilimento sarebbe quella di “consentire temporaneamente per questa estate allo stabilimento di lavorare in modalità diverse, con delle demolizioni di parte dei manufatti e la realizzazione di strutture temporanee per poi poi riqualificarsi per la stagione 2021”. Perché un altro aspetto emerso, è che l’impresa ha già presentato un progetto di riqualificazione sin dal 2018 (“che però non è conforme al vigente piano dell’arenile”, ha detto l’assessore, anche se “molte delle cose contenute in quel progetto pilota stanno ispirando anche le nuove opportunità date dalla variante al piano dell’arenile che l’amministrazione ha intenzione di portare all’attenzione del consiglio comunale e della città a brevissimo”) e ne starebbe per presentare un altro.
Magrini non è rimasto particolarmente soddisfatto della risposta fornita dall’assessore e ha rincarato: “Mi auguro e spero che gli uffici trovino con l’impresa una soluzione per garantire l’attività estiva, perché non ci sono imprese di serie A e di serie B, sono tutte uguali, sia quelle che fatturano milioni di euro, sia quelle che fatturano migliaia o centinaia di euro, l’attività e la tutela dell’impresa e del lavoro vale sia per quelli che hanno centinaia di dipendenti e sia per quelli che ne hanno uno solo, deve esserci una parità di trattamento …per cui mi auguro vivamente che questo accada anche per l’impresa in questione”. Aggiungendo che “quando ci si occupa di queste cose ci vuole anche un po’ di buonsenso, pur nel rispetto della legge; non può essere che l’amministrazione incontra quotidianamente questo imprenditore e poi allo stesso arriva una pec dalla sera alla mattina e nessuno gli dice niente, potevano tranquillamente avvisarlo per tempo e lui si sarebbe potuto muovere per tempo”.
Quello che rende scottante la questione sollevata è il tema della “parità di trattamento”. Magrini è andato diritto all’obiettivo: “Chiedo risposta urgente scritta anche sull’attività ricognitiva relativa a tutto quello che c’è sull’arenile, mi piacerebbe sapere anche con un elenco dettagliato quali sono tutte le autorizzazioni edilizie per ogni immobile e manufatto che insiste sull’arenile del comune di Rimini … perché bisogna che ci comportiamo in maniera uguale con tutti”.
COMMENTI