A Rimini attecchisce il «virus della mafia»: la tv pubblica della Svizzera bastona forte

A Rimini attecchisce il «virus della mafia»: la tv pubblica della Svizzera bastona forte

Non senza un po' di confusione, perché il titolo campeggia su immagini che mostrano la città di Ravenna, il canale Rts che parla ad un pubblico francese, domenica in prima serata ha sganciato una bomba. Mentre il giorno dopo ha sparato la sua carta promozionale in favore del turismo svizzero. A pensare male si fa peccato, si sa, ma ...

Partiamo dal servizio. E’ in lingua francese e facilmente comprensibile. L’ha mandato in onda l’azienda radiotelevisiva pubblica della Svizzera domenica 28 marzo all’interno del telegiornale di prima serata. Da studio, il lancio si appunta su un’immagine di piazza Tre Martiri mentre la conduttrice spiega che «in Italia il crimine organizzato approfitta delle condizioni economiche catastrofiche legate alla crisi da Covid. La nostra inchiesta mostra come migliaia di aziende prive di liquidità potrebbero essere vittime di infiltrazioni mafiose».

Il lancio del servizio (con piazza Tre Martiri) della tv pubblica svizzera.

Per gli ascoltatori di lingua francese che si abbeverano alle news di Rts (con sede principale a Ginevra) e che magari trascorrono le loro vacanze sulla riviera romagnola, il titolo ha avuto probabilmente l’effetto di un pugno in pieno stomaco: «Rimini, il virus della mafia». Tanto è vero che dalla Svizzera non mancano telefonate e mail agli amici riminesi albergatori per chiedere di sintonizzarsi sulla news e per porre sostanzialmente una domanda: «ma cosa sta succedendo a Rimini? Davvero siete a questi livelli?».
La prima cosa che salta all’occhio è un po’ di confusione. Sotto il titolo «Rimini, il virus della mafia» scorre una location che con Rimini non ha nulla a che spartire. E’ una immagine di Ravenna, si nota bene la basilica di San Giovanni Battista, nel centro storico, a pochi minuti dalla tomba di Dante, per intenderci. E anche la prima parte del servizio riguarda Ravenna. Parla Filippo Donati, presidente degli albergatori di Confesercenti e titolare dell’Hotel Diana. Spiega il crollo del fatturato causato dalla pandemia. Poi vengono mostrate delle mail ricevute da Donati: riguardano proposte indecenti di prestiti finanziari, dietro ai quali si nascondono soggetti pericolosi. Ma è mafia, come lascia intendere l’inchiesta di Rts? Abbiamo chiesto a Filippo Donati come stiano le cose. «Queste mail sono arrivate soprattutto da Ucraina e Brasile, alcune anche dall’Italia ma non sono riconducibili a chi le abbia inviate, probabilmente si tratta di operazioni di phishing, messaggi fraudolenti e che hanno una durata limitata nel tempo», dice a Rimini 2.0. Cosa le proponevano questi interlocutori misteriosi? «Dei prestiti finanziari a tassi del 2% ma senza spiegare la temporaneità: 2% al giorno, al mese, all’anno? Ovviamente la storia cambia…».
Ma c’è la mafia dietro a tutto ciò? «Premesso che quelle mail le ho ricevute durante la prima ondata della pandemia, cioè a marzo del 2020 quando ne arrivarono parecchie, a mio parere si tratta di offerte predatorie, come ho spiegato anche alla giornalista di Rts, non è affatto detto che dietro ci sia la mafia. Nel servizio fanno poi un ragionamento che probabilmente funziona per il loro pubblico ma non come elemento probante. Dicono che quando è un napoletano, un siciliano o un calabrese a voler acquistare una struttura turistica, allora il sospetto che dietro ci sia la mafia è pressoché automatico…Ma non è così semplice, come ho cercato di far capire anche a loro, un mafioso oggi non deve per forza di cose presentarsi con la coppola». E ormai le tante informazioni e inchieste legate ai cosiddetti «colletti bianchi» e alle strade che la criminalità organizzata batte per insediarsi nelle città del nord, insegnano proprio questo.
Dovrebbero saperlo anche in Svizzera, paese nel quale la mafia può vantare una lunga frequentazione, dove corre per “lavare” i soldi “sporchi” per poi tenerli al sicuro nei caveau delle sue banche ma anche per investirli. Non lo diciamo noi ma un magistrato del calibro di Michael Lauber, procuratore generale della Confederazione, che in una intervista ha sostenuto questo concetto, davvero molto limpido: «Le organizzazioni criminali operano dove trovano più conveniente farlo e aggrediscono laddove si presenta l’occasione favorevole, in diversi Cantoni della in Svizzera con l’insediamento di persone o strutture operative già solo con finalità di riciclaggio di denaro e di reimpiego dei profitti illeciti. Il Ticino non risulta essere il solo Cantone colpito dal fenomeno criminale. Le organizzazioni mafiose investono importanti capitali e cercano vantaggi economici o materiali nei più disparati settori dell’economia. L’edilizia e la ristorazione ne sono un esempio».
La Svizzera che tende a creare il mostro mafia quando parla di Rimini, in realtà ha poco da imparare perché, sono sempre parole del magistrato, «il nostro Paese non è immune da questa forma di criminalità. Le organizzazioni criminali di stampo mafioso hanno acquisito la forza necessaria per penetrare l’economia legale e la Svizzera, che non fa eccezione rispetto ad altri Paesi europei e già solo per apertura culturale e per la condizione di benessere diffuso, offre terreno fertile per l’attecchimento del fenomeno criminale».
E Donati aggiunge: «Non è corretto farci passare per territori in mano alla mafia, perché certe problematiche si presentano ma non in termini così allarmistici. Il dramma che viviamo si chiama chiusura da Covid, che ha avuto ripercussioni molto più pesanti nelle città d’arte come Ravenna rispetto anche a città di mare come Rimini. Da voi a luglio e agosto si è potuto lavorare ma da noi no, non tocchiamo palla da un anno. Ma purtroppo chi ci governa parla di turismo senza conoscerlo e non fa differenze». Ma questo è un altro discorso.
Rts dà la parola anche al prefetto di Rimini, che sottolinea le ormai famose tredici interdittive antimafia, di cui dieci riguardanti hotel, che risalgono agli ultimi quattro mesi del 2020 e l’inizio del 2021.
Abbiamo detto che l’affondo sulla mafia a Rimini la tv svizzera l’ha mandato in onda domenica sera. Lunedì, stesso orario, il tg si è aperto con ben altro, come si può vedere qui. Musica per il paese elvetico. Il lancio della campagna di promozione e comunicazione che fa leva sul volto del campione Roger Federer, tennista svizzero con un palmares da urlo, come ambasciatore del turismo. Lo scopo è quello di promuovere la Svizzera nel mondo e richiamare quel turismo internazionale che la pandemia ha reso ormai merce rara. Due «messaggi» sparati in questa successione, saranno da mettere in relazione o sono frutto di pura e semplice coincidenza? A pensare male si fa peccato, si sa, ma …

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