Un anno fa un enorme costone di roccia si staccò dalla rupe di San Leo con un fronte frana di 150 metri mettendo a rischio San Leo, borgo candidato a
Un anno fa un enorme costone di roccia si staccò dalla rupe di San Leo con un fronte frana di 150 metri mettendo a rischio San Leo, borgo candidato a patrimonio Unesco, antichissima località del Montefeltro con il Duomo del XII secolo e la fortezza che vide rinchiuso Felice Orsini, oltreché luogo di passaggio di Dante e San Francesco. Il paesaggio è quello di Piero della Francesca.
Rimini 2.0 un anno fa approfondì la questione col prof. Renzo Valloni, geologo riminese, che insegna al Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Ambiente e del territorio dell’Università di Parma.
Ai geologi l’anniversario non è sfuggito e domani pomeriggio si ritroveranno proprio sul costone franato mentre in mattinata terranno una convention al Palazzo Mediceo in piazza Dante. Vogliono constatare lo stato dell’arte e riflettere, anche perché “San Leo diventò il simbolo del patrimonio artistico italiano minacciato dal dissesto idrogeologico”.
Appuntamento a San Leo, dunque, dove il presidente del consiglio nazionale dei geologi, Gian Vito Graziano, illustrerà “un’anteprima sulle linee guida per la progettazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, il cui documento è tuttora in fase di definizione nell’ambito dell’Unità di missione Italia Sicura”. I geologi passeranno al setaccio monumenti ed area frana.
“L’attenzione per questo gioiello del nostro territorio non deve venire meno. Per questo è importante che il governo rispetti gli impegni assunti dal ministro Galletti il 2 marzo scorso e stanzi i 7 milioni e 800 mila euro chiesti dalla Regione per il proseguimento del monitoraggio e per il consolidamento della Rupe e di Fosso Campone. Allo stesso tempo siamo soddisfatti per i nuovi stanziamenti di 30 milioni appena annunciati dal ministro Galletti per interventi di prevenzione nella nostra Regione”, dice Gabriele Cesari presidente dei geologi dell’Emilia Romagna.
“Il Borgo di San Leo, la sua rocca del XV secolo e le rupi rocciose immerse nelle coltri argillose formano un paesaggio di straordinaria bellezza, che ispirarono il pittore rinascimentale Piero della Francesca e che tuttora sono candidate a diventare patrimonio dell’Unesco. Per questo sono da tutelare e preservare con tutte le risorse disponibili. Quello che è stato fatto in questo anno, a seguito del crollo del 27 febbraio 2014 è un encomiabile esempio virtuoso di coordinamento tra Enti locali, a partire dall’Amministrazione Comunale, il cui sindaco Mauro Guerra è un geologo, fino ai Servizi Tecnici della Regione (che ha messo a disposizione fino ad ora oltre 1,5 milioni di euro per gestire l’emergenza ed approfondire gli studi, il monitoraggio e le analisi di stabilità della rupe), comprendendo l’importante apporto dei professionisti, dei volontari, di tutto il Sistema Regionale di Protezione Civile e degli Enti di Ricerca. Per noi geologi San Leo è una sorta di “dependance romagnola” della nostra sede. Esemplifica quello che è il nostro pensiero in merito al tema del dissesto. Investire nella cura del territorio e nella prevenzione dei rischi naturali significa continuare ad assicurare al nostro Paese di godere della risorsa più preziosa di cui dispone: un patrimonio artistico e naturale unico al mondo”.
Ma, aggiungono, non è sufficiente lo stanziamento delle risorse. “I criteri di progettazione degli interventi di mitigazione saranno fondamentali – sottolinea Cesari – per garantire opere valide ed efficaci. Se la Regione vuole mantenere il suo prestigio in tema di Difesa del Suolo potrebbe essere la prima ad adottare questi criteri, anche attraverso le competenze dei geologi professionisti che stiamo preparando con eventi formativi come questo.”
Parterre di relatori di alto profilo domani a San Leo. Alla convention che si aprirà alle 10.30, dove verranno resi noti importanti dati sulle ricerche effettuate su San Leo, interverranno tra gli altri Gian Vito Graziano (presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi), Gabriele Cesari (presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia–Romagna), il sindaco Guerra, Domenico Calcaterra (Consigliere Nazionale dei Geologi e Segretario della Federazione Europea dei Geologi), Paride Antolini (Consigliere Nazionale dei Geologi), Nicola Casagli (Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze), Lisa Borgatti (Dipartimento di Ingegneria Ambientale dell’Università di Bologna).
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