Anche col silenziatore Aeradria fa boom

Anche col silenziatore Aeradria fa boom

Caduta l'associazione a delinquere, undici protagonisti del crac andranno a processo. Alcuni rinviati a giudizio per reati comunque pesanti: truffa, ricorso abusivo al credito e abuso d'ufficio. Si spera che al termine si possa sapere chi e perché ha affossato l'aeroporto e impoverito l'economia riminese.

Applausi ai legali, che sono stati molto bravi, e dubbi non ce n’erano visto che nel collegio difensivo dei protagonisti del crac Aeradria si schiera il meglio su piazza e non solo. Sollievo per il volatilizzarsi di un capo d’imputazione pesantissimo, l’associazione a delinquere, sul quale però i dubbi, per qualcuno addirittura lo sbigottimento, furono subito enormi. E alla lettura del dispositivo del giudice dell’udienza preliminare Vinicio Cantarini, in diversi non sono rimasti sorpresi. Come ha commentato, con un tocco di humor, l’avvocato Maurizio Ghinelli (difensore di Ravaioli) era abbastanza “incredibile ipotizzare un sodalizio criminale su base elettiva dal quale si entrava e si usciva con la scadenza del mandato elettorale da sindaco o da presidente della Provincia: l’associazione per delinquere più democratica del mondo”.
Soddisfatti si, ma non sorpresi. Il rinvio per associazione a delinquere sarebbe stato, ad esempio per il sindaco di Rimini, una esecuzione sul piano politico. Ve le immaginate le conseguenze? E infatti la sua nota di commento è la più liberatoria. Sapeva bene che se quel cappio si fosse stretto, per lui sarebbe stata la disfatta e senza bisogno di attendere il processo.
Ma, detto questo, qual è la notizia? Undici rinviati a giudizio. E mica per niente! Alla sbarra, come scrive oggi qualcuno, ci vanno i vecchi e nuovi sindaci del Comune di Rimini e i due ultimi presidenti della Provincia: Ravaioli e Gnassi, Fabbri e Vitali. Ci vanno Massimo Pironi, Lorenzo Cagnoni, Manlio Maggioli, Mario Formica, Massimo Masini, Santo Pansica e Fabio Rosolen (per questi ultimi due concorso esterno in bancarotta fraudolenta). Poi ci sono i patteggiamenti: Massimo Vannucci, Alessandro Giorgetti, Eliana Baldelli, Cesare Ciavatta, Ennio Sanese, Maurizio Cecchini e Pierluigi Gasperini.

Per cosa andrà a processo Andrea Gnassi? Truffa aggravata ai danni dello Stato, ricorso abusivo al credito e abuso d’ufficio. Robette? Non proprio, tanto che in caso di condanna cadrebbe nella rete della legge Severino. Dovrà anche spiegare quella lettera di patronage che consentì il famoso fido bancario da 1 milione e 200 mila euro, nonostante la mancanza della relativa delibera (stessa tegola, quest’ultima, per Pironi).

Alberto Ravaioli: truffa, abuso d’ufficio e false comunicazioni sociali.

Stefano Vitali: idem come sopra. Truffa aggravata ai danni dello Stato, ricorso abusivo al credito e abuso d’ufficio.

Nando Fabbri: solo false comunicazioni sociali, mentre è prescritta l’accusa di truffa ai danni dello stato.

Lorenzo Cagnoni: truffa aggravata e ricorso abusivo al credito.

Manlio Maggioli: idem come sopra, truffa aggravata e ricorso abusivo al credito.

Per Masini, Formica, Vannucci e Giorgetti c’è anche il reato in capo agli amministratori: la bancarotta; fraudolenta in concorso con Masini e con Massimo Vannucci e Alessandro Giorgetti (che, come si diceva, hanno patteggiato) per Mario Formica (per quest’ultimo anche il ricorso abusivo al credito e false comunicazioni sociali). Per Masini bancarotta semplice e fraudolenta, falso in bilancio, truffa ai danni dello Stato, false comunicazioni sociali.

Tutti sono convinti – e c’è da augurarlo a ciascuno dei soggetti coinvolti – di poterne uscire a testa alta dal processo che si aprirà il 23 gennaio del prossimo anno, cioè con la definitiva assoluzione, ma per ora l’unico che può scrivere la parola fine sulla vicenda Aeradria è Stefano Fabbri (Skema), all’epoca consulente di Aeradria. Per tutti gli altri, e soprattutto per chi ha guidato le istituzioni pubbliche di Rimini negli ultimi anni, la partita è ancora aperta. E si spera che il processo possa far luce su quel che è accaduto dentro e intorno ad Aeradria. Avevamo un aeroporto che aveva raggiunto quasi 1 milione di passeggeri e che poi è fallito, dopo che gli enti pubblici locali hanno investito milionate di euro per farlo decollare. E oggi c’è quello che c’è. Si spera che alla fine di tutto si sappia almeno chi e perché ha fatto morire Aeradria e impoverito l’economia riminese.

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