Anche Start Romagna ha fatto acquisti dalla ditta di Sabrina Vescovi

Anche Start Romagna ha fatto acquisti dalla ditta di Sabrina Vescovi

E quando era in giunta a Riccione votò il regolamento comunale “nascondino”, bocciato dalla Corte dei Conti.

Forniture per 275mila euro in quattro anni. Mentre da assessore del sindaco Daniele Imola...

Girovagando fra gli enti pubblici del territorio riminese in affari con la ditta diretta da Sabrina Vescovi, non possono sfuggire gli acquisti effettuati da Start Romagna.
Nel 2014 il carrozzone dei trasporti pubblici ha impegnato 37.135 euro (parliamo sempre di importi aggiudicati) per fornitura telefoni fissi, fornitura materiale elettrico e servizio di custodia ripetitori bacino di Rimini, con “procedura selettiva ex art. 238 c.7 d.lgs. 163/2006”, dove Eurocom Telecomunicazioni era l’unica ditta invitata.
Poi la holding degli autobus ci ha preso gusto, e nel 2015 ha effettuato altri 5 acquisti, per un totale di 97.834 euro tutti con la stessa procedura di un solo “invitato” alla selezione: nel carrello ha messo fornitura materiali per ricetrasmittenti bus, “acquisto telefoni e affini 2015”, fornitura n. 5 radiotrasmittenti più n. 2 batterie di scorta, fornitura materiali telecomunicazioni, infine la fetta più grossa della torta da 60mila euro per “manutenzione rete radio bacino di Forlì, Cesena, Rimini”.
Nel 2016 altri tre acquisti (fornitura materiali ricetrasmittenti VHS per bus, fornitura materiali per ricetrasmittenti bus, manutenzione rete radio bacino di Forlì, Cesena, Rimini) per un importo totale di aggiudicazione di 110mila euro, parte dei quali però probabilmente da riferirsi all’anno precedente perché la somma liquidata risulta per ora solo di circa 50mila euro.
Anche nel 2017 Start Romagna si è affrettata ad acquistare, sempre con la stessa rapida selezione, un’altra “fornitura materiale ricetrasmittenti per bus” al prezzo di 30mila euro tondi, a quanto pare ancora non pagati perché la fornitura riguarda l’intero anno solare.
In quattro anni il totale degli importi aggiudicati risulta di 275mila euro.

La scorsa puntata di queste nostre considerazioni oggettive (e non opinioni) ha suscitato l’interesse della candidata Pd a sindaco di Riccione, che replicando ci ha accusati di andare a cercare “fantasiosi intrecci d’affari” anziché guardare ai temi politici.
Cavallerescamente accettiamo la provocazione e andiamo a dare un’occhiata alla “storia politica nota” della Vescovi “assessore con delega alle politiche scolastiche e all’infanzia dal 2004 al 2009” del Comune di Riccione.
Sulla qualità della sua produzione, argomento opinabile, saranno i cittadini della Perla a dire la loro nelle urne dell’11 giugno.
Ma sulla quantità, c’è poco da discutere.
Da un controllo che abbiamo effettuato sull’ultima parte della sua attività di assessore, nell’ultimo anno di mandato, fra il giugno 2008 e il giugno 2009, l’assessore Vescovi ha partecipato solo a 24 sedute mentre è risultata assente nelle altre 25. Una volta – il 7 maggio 2009 – mancava persino quando era in approvazione una delibera da lei proposta sulle agevolazioni tariffarie dei servizi all’infanzia.
L’assenteismo nel 51% delle sedute di giunta, non l’avrà comunque privata dell’indennità cui avevano diritto all’epoca gli amministratori comunali: per gli assessori, 1.649,70 euro al mese (salvo per i lavoratori dipendenti non in aspettativa, che in tal caso percepivano l’indennità dimezzata). L’ammontare della prebenda era stato confermato dagli assessori stessi, in una seduta di giunta del 12 marzo 2009: cifre identiche a quelle corrisposte nel 2008, facendo la scelta politica di mantenere l’equilibrio fra una maggiorazione del 10% resa possibile da un decreto del 2000, e una decurtazione del 10% richiesta da un provvedimento governativo del 2005. A quella seduta la Vescovi era stata presente insieme ai colleghi, e l’ok al mantenimento della cifra tale e quale, passò a maggioranza.

Ma c’è un’altra storia politica da raccontare che vide protagonisti la giunta Imola e l’assessore Vescovi.
Una storia non di numeri, ma di sostanza, che guarda caso c’entra con la trasparenza nell’affidamento degli incarichi esterni, e quindi con i rapporti di amministrazioni e amministratori pubblici con professionisti ed aziende private.
Il 17 aprile 2008 la giunta di Riccione approvò un’integrazione al regolamento degli uffici comunali per disciplinare l’“affidamento degli incarichi di collaborazione”. La finanziaria del 2007 aveva infatti chiesto agli enti locali di stringere la cinghia, limitando il ricorso a collaborazioni esterne “ad ipotesi eccezionali”, presupposto per una riduzione della spesa correlata.
Fu partorito, tra gli altri, l’Articolo 6 del regolamento per prevedere quando e come gli incarichi potevano essere conferiti senza gara pubblica, ma a discrezione dell’amministrazione pubblica.
Questo il testo votato all’unanimità dalla giunta (presente la Vescovi).
«Art. 6 Conferimento di incarichi senza procedure comparative
1. Il Comune di Riccione può conferire incarichi di collaborazione in via diretta, senza esperimento di procedure comparative, comunque nel rispetto dei principi di trasparenza, buon andamento ed economicità, quando ricorrono i seguenti presupposti:
a) sia andata deserta o sia stata infruttuosa la selezione di cui al precedente art. 4 o si abbia fondato motivo di ritenere che la selezione vada deserta;
b) per prestazioni specialistiche non comparabili in quanto strettamente connesse alle abilità del prestatore d’opera o a sue particolari elaborazioni o interpretazioni;
c) per interventi formativi di alto livello inerenti processi di razionalizzazione e sviluppo dell’attività amministrativa, dell’organizzazione e dei servizi, la cui ritardata o mancata realizzazione comporti il rischio di incidenza negativa sull’efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa;
d) per interventi di consulenza strategica, programmatoria, pianificatoria, organizzativa, contabile, fiscale-tributaria, amministrativo-gestionale inerenti processi organizzativi o di realizzazione di programmi la cui ritardata o mancata realizzazione comporti il rischio di incidenza negativa sull’efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa;
e) Per importi non superiori a euro 5.000,00 netti ai sensi dell’art. 4, comma 7;
f) nella misura strettamente necessaria, quando l’estrema urgenza, risultante da circostanze imprevedibili e non imputabili all’amministrazione, renda incompatibile l’esperimento di procedure comparative di selezione
2. Nei casi di cui al comma 1, il dirigente dichiara espressamente la congruità del corrispettivo pattuito secondo le indicazioni dell’art. 8, comma 1.»
Si poteva fare quindi di tutto e di più, tenendo le porte spalancate a molte possibilità di conferimento “ad personam”.
Infatti questo testo fu criticato dai revisori dei conti, che insieme alla conferenza dei dirigenti chiese alla giunta una modifica, “al fine di escludere il più possibile gli ambiti di scelte discrezionali”, cioè ridurre quelle che sembravano “eccezioni ai princìpi di trasparenza ed imparzialità”.
Revisori dei conti e dirigenti chiesero di stralciare i punti c), d) ed f) del comma 1 articolo 6; inoltre di escludere nel punto a) il “fondato motivo di previsione di una infruttuosa selezione” (sarebbe stato troppo opinabile e discrezionale: come faceva un amministratore pubblico a sapere che la selezione sarebbe stata infruttuosa, prima che si svolgesse?); chiesero infine nel punto b) di limitare la “non comparabilità” “al solo campo ARTISTICO”.
E così in piene vacanze estive, il 27 agosto 2008 la giunta, presente Sabrina Vescovi, votò all’unanimità la modifica del testo imposta dai revisori contabili.
Il comma 1 del tanto discusso articolo 6 veniva così trasformato:
«Art. 6 Conferimento di incarichi senza procedure comparative
1. Il Comune di Riccione può conferire incarichi di collaborazione in via diretta, senza esperimento di procedure comparative, comunque nel rispetto dei principi di trasparenza, buon andamento ed economicità, quando ricorrono i seguenti presupposti:
a) sia andata deserta o sia stata infruttuosa la selezione di cui al precedente art. 4;
b) per prestazioni specialistiche in campo artistico non comparabili in quanto strettamente connesse alle abilità del prestatore d’opera o a sue particolari elaborazioni o interpretazioni;
c) per importi non superiori a euro 5.000,00 netti ai sensi dell’art. 4, comma 7».
Ebbene, la storia era tutt’altro che chiusa.
Il 18 dicembre 2008, la Sezione controllo Emilia-Romagna della Corte dei Conti clamorosamente dichiarò «la non conformità della disciplina ai princìpi di buon andamento ed imparzialità dell’amministrazione sanciti dall’art. 97 della Costituzione, per la parte in cui, all’art.4, comma 7: prevede la possibilità per importi non superiori a euro 5.000,00 netti, ferma restando la richiesta di specializzazione universitaria, di affidare l’incarico professionale direttamente con atto adeguatamente motivato in ordine alla corrispondenza fra le esigenze e la professionalità del soggetto incaricato a alla convenienza per l’ente; all’art. 6 limitatamente al comma 1, punti a), e c) rispettivamente: consente l’affidamento diretto nel caso in cui la procedura comparativa sia andata deserta o la selezione dei candidati sia stata infruttuosa, senza precisare che in tali ipotesi le condizioni previste dall’avviso di selezione non possono essere sostanzialmente modificate; esclude la procedura comparativa con riferimento ad un importo non superiore a € 5.000».
In pratica, una accusa di “non costituzionalità”, che comunque escludeva di poter fare quel che si voleva per incarichi al di sotto dei 5mila euro. Bel pasticcio per la giunta Imola e per i suoi assessori, i quali erano pagati dai contribuenti – con l’indennità di cui sopra – per scrivere provvedimenti almeno in linea con la carta fondamentale, e non regolamenti “nascondino”.
Fu così che, il 26 marzo 2009, Imola e i suoi si riunirono a palazzo per deliberare le modifiche al testo richieste dalla Corte dei Conti. Terza stesura che restringeva ulteriormente la discrezionalità del Comune nell’affidarsi all’esterno.
A quella seduta, Sabrina Vescovi risultò assente.

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