C'è chi sostiene che si muore molto più di Covid che di vaccini e dunque che sarebbe stato un errore stoppare l'inoculazione delle dosi prodotte dall'azienda anglo-svedese. In democrazia però dovrebbero prevalere la chiarezza e la trasparenza sui vaccini mentre oggi siamo dominati dalla “dittatura” dell’emergenza sanitaria. Un punto di vista che analizza una quantità di dati ufficiali.
Durante un’emergenza nazionale come quella sanitaria la voglia di emulare Pinocchio è talmente grande da diventare assai ridicoli. Il servizio apparso sabato alle 13.30 sul Tg1 della Rai, nel resoconto dedicato alla somministrazione del vaccino AstraZeneca nel Regno Unito, sostiene che in UK non ci siano stati morti a causa del vaccino, mentre dai dati ufficiali del governo UK, nel periodo di somministrazione 9/12/20 – 28/02/21l, a fronte di 10,7 milioni di prime dosi del vaccino Pfizer-BioNTech e 9,7 milioni di dosi del vaccino dell’Università di Oxford/AstraZeneca e circa 0,8 milioni di seconde dosi (principalmente il vaccino Pfizer/BioNTech) si segnalano 33.207 eventi avversi per Pfizer/BioNTech e 54.180 per il vaccino dell’Università di Oxford/AstraZeneca e 251 per i casi in cui la marca del vaccino non era specificata.
In particolare si evidenziano un totale di 87.387 soggetti con reazioni avverse, 201.622 reazioni avverse complessive di cui 502 morti e 43 cecità totale.
La campagna vaccinale sta viaggiando in un range di 3-13 casi gravi ogni 100.000 dosi somministrate mentre in UK quella per il CoViD su una media di 2,5 ogni 100.000.
Queste cifre inducono le autorità governative a riferire che i vaccini somministrati siano sicuri.
Altrettanto vero che morti e reazioni avverse (ADRs) siano sempre il corredo ineludibile di queste campagne, per cui appare del tutto risibile la pervicacia con cui si escludono rischi e pericoli per la popolazione.
Ancor più risibile negare i problemi di AstraZeneca per poi sospendere a titolo precauzionale la somministrazione dopo appena 24 ore.
Qui i report sul vaccino AstraZeneca e qui e su Pfizer-BioNTech.
Questo tempo di quaresima laica (attesa per l’uscita dall’incubo CoViD) mette a dura prova chiunque desideri informarsi, capire, decidere per sé e per i prossimi.
I vaccini fanno bene oppure no? Sono sicuri?
A fronte di domande legittime stupisce la sovraesposizione mediatica dei cultori della cosiddetta vaccinazione senza se e senza ma, privi di un qualsiasi contraddittorio pubblico.
In democrazia vige il dovere e l’obbligo di fare emergere in modo chiaro e corretto il confronto fra idee, proposte, metodi e strategie, mentre oggi emerge con tutta evidenza un deficit di reale confronto, dominati come siamo dalla cosiddetta “dittatura” dell’emergenza sanitaria.
L’OMS ha dichiarato la Pandemia e gli stati si devono assoggettare alle leggi del periodo di “guerra”.
Quando si parla di emergenza si dovrebbe chiarire in modo corretto che in questi casi vige la legge dei periodi di guerra con la sospensione dei diritti civili e delle comuni logiche sociali.
Chi mai potrebbe discutere se è pericoloso andare in prima linea oppure no? Chi avrebbe da ridire se vi fossero dei morti durante una battaglia?
Oggi vige il terrore per questa Pandemia, descritta come più terrificante di una guerra o di una catastrofe e che a mali estremi estremi rimedi in regime di eccezionalità e al di fuori della legge di pace a favore di uno stato di guerra. Si perde di vista l’obiettivo per il nervosismo e l’incapacità di ricondurre a ragionevolezza sanitaria un fenomeno che sta diventando più sociale che medico.
Di fronte a questi scenari è pero legittimo domandarsi se le strategie “militari” siano adatte ed efficaci contro il nemico grande o piccolo (come il virus) che sia.
A tale riguardo molti suggeriscono di rivolgersi solo ai dettami della comunità scientifica e di tralasciare qualunque ulteriore considerazione.
Ammesso e non concesso che sia l’unica soluzione, conviene verificare quanto esprime la comunità scientifica.
1) Innanzi tutto occorre inquadrare il fenomeno, per cui è utile rivolgersi a specialisti come la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera “Vaccini: sicurezza e stabilità” (qui).
“Il vantaggio principale offerto dalle vaccinazioni consiste nel fatto che esse stimolano attivamente l’organismo umano a sviluppare una risposta immunitaria duratura e specifica, vale a dire diretta selettivamente contro un particolare agente patogeno (immunoprofilassi attiva). L’immunoprofilassi attiva non è certamente il solo modo per prevenire l’insorgenza di malattie infettive, ma sicuramente è il più efficace e il più sicuro…
essere protetti da un pericolo reale (la malattia o le sue conseguenze invalidanti) giustifica l’assunzione di alcuni rischi (rapporto rischio/beneficio); infatti, scegliendo di evitare le vaccinazioni per evitare il sia pur basso rischio, si andrebbe sicuramente incontro a rischi molto maggiori e decisamente più reali…
Sebbene i vaccini moderni siano sicuri, nessun vaccino è interamente privo di rischi. Se per sicuro si intende “libero da ogni effetto negativo” allora nessun vaccino è sicuro. Tutti i vaccini hanno dei possibili effetti collaterali…”
Per chi volesse approfondire l’argomento più in dettaglio si suggerisce la tabella 1 (Classificazione e definizione degli eventi avversi) a pagina 11 e la tabella 6 (Composizione e dati di conservazione e stabilità dei principali vaccini utilizzati nelle aziende sanitarie della toscana) a pagina 45 del documento a cura della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (qui).
Più in dettaglio estremamente precisa la tabella n. 2:
La tabella 3:
Ed infine la tabella 6: Composizione e dati di conservazione e stabilità dei principali vaccini utilizzati nelle aziende sanitarie della Toscana, pag. 45 (qui).
2) Dopo aver inquadrato il sistema vaccinale secondo l’ottica farmaceutica si può introdurre l’ottica epidemiologica, che si serve della statistica, basata a sua volta sulla matematica e sulla demografia.
E’ una scienza a posteriori che aiuta a comprendere cosa è successo suggerendo possibili soluzioni per il futuro analizzando quanto è già avvenuto: è come lo storico che tenta di comprendere quanto è avvenuto in precedenza e che suggerisce possibili scenari successivi.
A tale proposito è utile inquadrare la situazione ante CoViD a livello governativo per capire la situazione prima del Big Bang attuale.
Dal Rapporto vaccini 2018 emerge che, indipendentemente dalla classe di età, dalla gravità e dal nesso di causalità, nel 2018 sono state effettuate 30,8 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate per tutti i vaccini (reazioni insorte 2018/dosi somministrate). Le segnalazioni che riportano reazioni gravi correlabili al vaccino sono state 3,1 per 100.000 dosi.
In evidenza 5.536 casi totali con 568 casi gravi pari 3,1 per 100.000 abitanti con punte di 6,8 per 100.000 abitanti per l’Esavalente, 8,8 per 100.000 abitanti per l’anti-Meningococco B ed addirittura 12,7 per 100.000 abitanti per il morbillo, parotite, rosolia e varicella.
Si ha un forte incremento di reazioni avverse sia per l’aumento della Farmacovigilanza sia per l’aumento di somministrazione di farmaci e vaccini.
A livello nazionale l’obbligatorietà delle vaccinazioni (Legge Lorenzin 2017) a partire da quelle scolari e prescolari ha modificato enormemente la percentuale di reazioni avverse.
Si noti che da 82 casi di cui 29 gravi nel 2016, si passa a 1.204 nel 2017 di cui 206 gravi e addirittura a 5.536 di cui 846 gravi nel 2018.
E’ sicuramente interessante notare quali siano i vaccini che creino maggiore preoccupazione e come impattino sulla popolazione, in particolare:
Esavalenti (DTP+Hib+IPV+HBV) difterite, tetano, pertosse, poliomielite, Hib, epatite B 307 casi (10% gravi);
Pentavalenti (DTaP, Hib, IPV) difterite, tetano, pertuose, polio, haemophilus influenzae Type b 437 casi ( 14% gravi);
Trivalenti (DTaP) difterite, tetano, pertosse 1219 casi (18% gravi).
Questo è il quadro veritiero e condivisibile fino all’insorgenza del CoViD che ha alterato tutti gli equilibri fra istituzioni, scienza, economia e società?
Purtroppo no! E’, infatti, importante ricordare che le reazioni avverse ai farmaci (“adverse drug reactions- ADRs”) sono molto frequenti, hanno un grande impatto sulla società, anche da un punto di vista economico e portano ogni anno un numero significativo di morti. Solo nell’Unione Europea sono circa 197.000 l’anno le morti legate alle ADRs. Tuttavia, la loro sottostima risulta oggi un problema fondamentale: solo il 6-10% delle ADRs vengono realmente riportate.
Università degli studi di Pisa, “Farmacovigilanza e reazioni avverse nella sperimentazione clinica dei farmaci” (qui)
Quali strategie andrebbero implementate per aumentare sicurezza ed efficacia?
I vaccini non dovrebbero essere somministrati se presenti:
• Malattie acute
• Allergie
• Disordini immunitari
• Malattie neurologiche evolutive
• Gravidanza
• Immunizzati per contrazione malattia
Dopo un anno né il CTS, né il Governo Conte hanno predisposto un piano vaccinale concreto, realizzabile, efficace.
Incompetenza, superficialità, logiche politiche, affari?
Comunque sia siamo all’anno zero e la fretta attuale è figlia del tempo perduto.
P.S. 1
Per correttezza scientifica e regolatoria si deve evidenziare che:
siamo nella fase post-marketing in cui si valutano le reazioni avverse a breve, mentre per ovvie ragioni non possiamo ancora disporre di quelle a medio e lungo termine;
il termine della fase sperimentale di questi vaccini è stato posta da EMA ed AIFA a marzo 2023;
le autorizzazioni alla commercializzazione sono avvenute in deroga per urgenza pandemica.
P.S. 2
La riflessione si basa sui numeri e i sui dati ufficiali degli enti preposti;
non entra nel merito della morale (terapie geniche, bioreattori con produzione del farmaco anche con tessuti embrionali da feti abortiti, utilizzo di derivati suini come eccipienti);
non entra nella discussione scientifica sulla modifica del codice DNA germinal e per incorporazione di mRNA;
non entra nel percorso della ricerca farmaceutica sulle alternative (utilizzo di anticorpi per immunità cellulo-mediata o immunità innata mediante cellule NK piuttosto che risposta anticorpale con target Spike 1 e Spike 2).
Fotografia: VGC-Group da Pixabay
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