Avanti sui campi nomadi: Gnassi non ha capito cosa è successo il 4 marzo

Avanti sui campi nomadi: Gnassi non ha capito cosa è successo il 4 marzo

Sottovalutazione del tema? Sta di fatto che il sindaco di Rimini non cambia rotta sul campo di via Islanda e sulle microaree. Lo fa in una intervista, nella quale continua invece a non commentare la disfatta locale, la mancata rielezione di Arlotti e Pizzolante. E, a differenza del sindaco Pd di Cesena, non tende la mano ai neoeletti.

Il sindaco di Rimini non ha nessuna intenzione di disinnescare la bomba nomadi. Fila diritto verso la linea seguita fin qui, che tante proteste ha sollevato fra i cittadini, prima ancora che tra le forze politiche, e che certamente ha pesato nelle urne domenica scorsa. E rischia di fare anche la frittata con Patto Civico, che sul tema delle “microaree” era arrivato ai ferri corti col Pd.
Gnassi intende “completare il percorso tecnico e amministrativo”, quindi nessun cambio di rotta, come spiega nella intervista di oggi al Corriere di Rimini, nella quale non aggiunge nulla alla sua analisi politica sulla debacle del Pd locale, di Arlotti e Pizzolante.
“Le elezioni nazionali non c’entrano nulla con un tema locale” secondo Gnassi. “Un tema che va risolto, non cavalcato, con concretezza nel rispetto delle leggi nazionali e regionali. Quello ad esempio che fanno i miei colleghi leghisti o 5 stelle nei Comuni che governano”.
Torna poi sul suo cavallo di battaglia: è “ottimista per le amministrative del 2017” perché sono “una cosa assai diversa dal votare a livello nazionale un simbolo” e in “un Comune la gente sa se ci sei o ci fai”. Quelli bravi, a suo dire, sono i sindaci del Pd, quelli che concretizzano “un fare che cambia davvero in meglio la vita ai cittadini”. E uno di questi è, ovviamente, il sindaco di Rimini. Se lo dice da solo. Chi sono questi Comuni e questi sindaci? “Uno è Rimini, con quello che stiamo facendo su fogne, no al cemento, contenitori culturali, welfare di comunità, mobilità, scuole”. Ma Emma Petitti gli ha ricordato proprio ieri che serve una “profonda riflessione”, e che non bisogna rinchiudersi “nel nostro recinto autoassolutorio o consolatorio, cercando colpe, alibi o cause esterne e liquidando l’accaduto come un nulla di fatto perché commetteremmo un grave errore”.
E poi nella sua intervista il sindaco bastona la Lega e il solito Marzio Pecci venuto da Pesaro.
Fino ad ora il sindaco di Rimini non ha nemmeno detto una parola di apertura verso i parlamentari eletti a Rimini. E non lo fa nemmeno in questa intervista, dove anzi continua a caricare contro il partito di Salvini. E’ un comportamento da sindaco responsabile e interessato al bene del proprio territorio? Quello di Cesena, Paolo Lucchi, Pd, ieri ha dichiarato al Carlino: “Conosco Simona Vietina di Forza Italia e Jacopo Morrone della Lega. Sono in contatto con loro. Non ho alcun dubbio che rappresenteranno il territorio cesenate anche se non sono cesenati”. Nel caso di Rimini ce ne sono quattro di parlamentari. Ma Lucchi ha anche riconosciuto che la perdita di voti del Pd è stata dovuta “soprattutto al tema della sicurezza”.

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