Bando periferie: cosa non fa Gnassi pur di prendersi la scena

Bando periferie: cosa non fa Gnassi pur di prendersi la scena

Comunicazioni urgenti del sindaco stamattina. Che fa si dimette? Chiama in giunta Pizzolante? Ammette che la politica degli eventi turisticamente parlando è un buco senza ciambella? Invece ci ha regalato uno show esagerato su una vicenda che coinvolge anche i senatori del Pd. Forse perché i nodi della stagione stanno venendo tutti al pettine, e distogliere l'attenzione è meglio che accusare il colpo.

Il “trucchetto” per richiamare l’attenzione della libera stampa era buono: “E’ convocata per oggi, mercoledì 8 agosto in Residenza Comunale una conferenza stampa per comunicazioni urgenti del sindaco Andrea Gnassi. L’incontro è fissato per le ore 12.30 nella sala della Giunta”. Arriva ai giornalisti quando non sono ancora le ore 10. Che fa, si dimette? Annuncia che entra in giunta Sergio Pizzolante? Rivela qual è il segreto della felicità di Al Bano e Romina? Si presenta in ginocchio sui ceci e confessa, mentre Mario Erbetta gli percuote la schiena con la frusta uncinata, che l’eventificio è un fallimento turistico conclamato? O cuoce altri due sardoncini per cercare di alzare l’asticella degli arrivi e delle presenze?
Niente di tutto questo. C’è in programma lo show sul “bando delle periferie”, già criticato ieri dall’Anci, associazione dei Comuni, ma con i toni “istituzionali” e sobri dal presidente Decaro.

Gnassi organizza la conferenza portandosi direttamente in Comune “la periferia” interessata al progetto di riqualificazione di Rimini nord (più lo strategico Ermeti), mentre altre periferie, quelle che dovranno coabitare coi rom, ad esempio, di solito non se le tiene troppo vicine. E quando proprio deve dialogarci manda in missione Gloria Lisi.

Chi vuole potrà guardarsi il video qui sotto, a cura del Comune di Rimini, che intervista sul caso in questione Andrea Gnassi. E farsi un’idea. “E’ una rapina”, attacca il sindaco sotto il sole bruciante di piazza Cavour, “con un blitz nel caldo di Ferragosto il Governo ha tolto 1,6 miliardi a 96 città per riqualificare le periferie e i quartieri. Per noi vuol dire il lungomare nord da Torre Pedrera a Rivabella, 18 milioni che dalla sera alla mattina con un blitz sono stati cancellati”. Blitz e rapina sono due termini che ripeterà altre volte.

“E’ una cosa inaudita”, rincara Gnassi perché lui insieme a molti altri sindaci, è andato “con la fascia, che rappresenta la comunità, la patria, a firmare a Palazzo Chigi con il Governo un contratto”. C’è un altro “contratto” che il sindaco di Rimini (e tutti i suoi colleghi della provincia) ha firmato, ed è il patto per la sicurezza, quando ministro dell’Interno era ancora Minniti. L’articolo 16 del patto per la sicurezza dice che presso la sede di piazzale Bornaccini “dovrà trovare sistemazione, già entro il 28 febbraio 2018, l’Ufficio Immigrazione della Questura, al fine di scongiurare disservizi e garantire la continuità delle attività”. Siamo ad agosto e l’Ufficio immigrazione si trova ancora al solito posto. E non è che la sicurezza sia proprio un tema periferico.

Ha ragione Gnassi, ed hanno ragione tutti i sindaci che sono nelle sue stesse condizioni, quando dice che non si sospendono le convenzioni del “bando periferie” quando ci sono già i progetti esecutivi, è una idiozia. Ma dice una fesseria quando sostiene che “cambia il governo, il colore, e dai una sciabolata in faccia ai cittadini”. L’emendamento che mette a rischio il “bando periferie” è stato votato al Senato da tutte le parti politiche, Pd compreso. Presenti 271, votanti 270, favorevoli 270, contrari 0, astenuti 0. Qui sotto si può leggere l’emendamento.

13.2 (testo 2)
La Commissione
Approvato
Al comma 1, premettere i seguenti:
«01. All’articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, dopo l’ultimo periodo sono aggiunti i seguenti: “Fermo restando che i decreti di cui al periodo precedente, nella parte in cui individuano interventi rientranti nelle materie di competenza regionale o delle provincie autonome, e
limitatamente agli stessi, sono adottati previa intesa con gli enti territoriali interessati, ovvero in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, per gli interventi rientranti nelle suddette materie individuati con i decreti adottati
anteriormente alla data del 18 aprile 2018 l’intesa può essere raggiunta anche successivamente alla adozione degli stessi decreti. Restano in ogni caso fermi i procedimenti di spesa in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto nei termini indicati dalla sentenza
della Corte Costituzionale 13 aprile 2018 n. 74”.
01-bis. L’efficacia delle convenzioni concluse sulla base di quanto disposto ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 maggio 2017, nonché delle delibere del CIPE n. 2 del 3 marzo 2017 e n. 72 del 7 agosto 2017, adottate ai sensi dell’articolo 1, comma 141, della legge n. 232 del 2016, è differita all’anno 2020. Conseguentemente, le amministrazioni competenti provvedono, ferma rimanendo la dotazione complessiva loro assegnata, a rimodulare i relativi impegni di spesa e i connessi pagamenti a valere sul Fondo sviluppo e coesione.
01-ter. Gli effetti positivi sul fabbisogno e sull’indebitamento netto derivanti dal comma 01-bis, quantificati in 140 milioni di euro per l’anno 2018, 320 milioni di euro per l’anno 2019, 350 milioni di euro per l’anno 2020 e 220 milioni di euro per l’anno 2021 sono destinati al fondo di cui al comma 01-quater. Nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze è istituito, con una dotazione, in termini di sola cassa, pari a 140 milioni di euro per l’anno 2018, a 320 milioni di euro per l’anno 2019, a 350 milioni di euro per l’anno 2020 e a 220 milioni di euro per l’anno 2021, un apposito Fondo da utilizzare per favorire gli investimenti delle città metropolitane, delle province e dei comuni da realizzare attraverso l’utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti».
Conseguentemente, sostituire il comma 1, con il seguente:
«1. All’articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 sono apportate le seguenti modifiche:
a) al penultimo periodo le parole “secondo, terzo e quarto periodo” sono soppresse;
b) all’ultimo periodo, le parole da: “sono da adottare” fino alla fine, sono sostituite dalle seguenti: “sono adottati entro il 31 ottobre 2018″».

Diciamo la verità. Con un’estate che sta dando qualche preoccupazione al sindaco, perché nonostante la bocca di fuoco degli eventi di massa e la continua narrazione sulle magnifiche sorti di una città rimessa in pista dal nuovo Sigismondo, Rimini, turisticamente parlando, stando ai dati ufficiali non se la passa bene (e si è già aperto il cahier de doléance da parte degli operatori economici), la recita odierna sembra più un tentativo di riprendersi la scena e spostare l’attenzione, che una risposta proporzionata ad un nodo che verrà sciolto a settembre.

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