Bilancio al cronometro: in consiglio comunale va in onda “Lascia o raddoppia?”

Bilancio al cronometro: in consiglio comunale va in onda “Lascia o raddoppia?”

Minoranza esclusa dal dibattito, la maggioranza spadroneggia.

Dopo pochi secondi dall'inizio dell'esame del bilancio, la presidente del consiglio comunale ha dichiarato chiusa la discussione. Che non c'è stata. La maggioranza si è approvata il bilancio preventivo da sola. Niente confronto nella sostanza, ma una lunga querelle sulla forma.

“Con 21 voti favorevoli il consiglio comunale ha approvato ieri sera il bilancio di previsione 2017, uno degli atti principali dell’azione amministrativa”. Comincia così il comunicato stampa diffuso oggi dall’amministrazione comunale di Rimini (integralmente nel box qui sotto). Come mai si parla solo di 21 voti favorevoli? Che fine ha fatto l’opposizione? Cancellata senza darne spiegazione. Nella nota di Palazzo Garampi non troverete infatti risposta a queste domande. Ma per fortuna il consiglio comunale viene registrato e si può vedere e ascoltare sul “magnetofono” entrando nel sito del comune di Rimini.
Per farla breve. Dopo il primo e secondo punto ieri all’ordine del giorno si è entrati nel vivo dei bilanci: il secondo punto riguardava quello di previsione (2017-19) di Rimini Holding, che ha seguito un iter regolare. Poi il “pacchetto” del terzo punto: bilancio di previsione 2017-19, documento unico di programmazione 2017-21, piano triennale dei lavori pubblici ed elenco annuale dei lavori pubblici 2017.
Si sta parlando del bilancio (ma ormai si era capito), quindi dell’atto più importante adottato dall’amministrazione comunale: risorse, investimenti, opere pubbliche…

Prende la parola l’assessore Brasini e illustra a grandi linee il tema. Poi si apre la discussione (si fa per dire). Intervengono due consiglieri, Diana Trombetta e Mario Erbetta (quest’ultimo sulle problematiche di Montescudo), quindi seguono dodici secondi di silenzio, do-di-ci, durante i quali nessun consigliere si prenota. Alcuni dai banchi della opposizione sono assenti, un altro si è alzato un attimo dalla sedia per interloquire col dirigente comunale del settore, altri forse stanno riordinando le idee. Sta di fatto che dopo quei benedetti dodici secondi, il presidente del consiglio comunale Sara Donati (Pd) prende la parola e dice: “Consiglieri, se non ci sono altre richieste di intervento … dichiaro… chiusa la discussione sul punto generale”. Silenzio. Nella registrazione del consiglio comunale non si sente nessuno parlare al microfono. Trascorre ancora meno di un minuto.
Dopo un’altra ventina di secondi chiede la parola il capogruppo della Lega Nord, Marzio Pecci, ma la presidente lo zittisce: “Consigliere Pecci ho chiuso la discussione generale…”. Pecci protesta ma la presidente è inflessibile. Spiega di aver chiesto per due volte se ci fossero eventuali interventi. Nella registrazione si sente una volta sola (“Consiglieri, se non ci sono altre richieste di intervento…”).

Fine. Neanche coi concorrenti chiusi nelle cabine di Lascia o raddoppia? Mike Bongiorno era così fiscale. Scoppia la bagarre, Gioenzo Renzi e Rufo Spina (“faccio ammenda per essere arrivato tardi causa impegni di lavoro”) fanno osservare pacatamente, dopo essersi scusati per non essere al loro posto al momento in cui correva il cronometro della presidente Donati, che la forma è sicuramente importante ma non di meno la sostanza, e non è concepibile che sull’atto di indirizzo più importante dell’amministrazione comunale non si verifichi il confronto. Renzi insiste: “Non è mai successo che sul bilancio non si facesse la discussione”. Secca e puntigliosa la “maestrina” Donati: “E’ accaduto questa sera”. Punto. Prende la parola anche Camporesi (Obiettivo civico): “Non ho capito a chi mi sarei dovuto rivolgere visto che non è presente il sindaco. Siccome si parla dei lavori pubblici avrei voluto esporre il mio intervento in sua presenza e ascoltare cosa ha in mente a proposito del lungomare. Non capisco cosa stiamo a fare qua questa sera”. Tema sollevato anche da Pecci: “Trovo disgustoso che nella serata di discussione del bilancio il sindaco sia assente”. E il sindaco a volte compare ma spesso non è in aula.

Fra sospensioni e polemiche, si decide per riunire la conferenza dei capigruppo per cercare di trovare un accordo sul da farsi. Lunga sospensione dei lavori. Si torna in aula, dove la Donati trova il tempo per infilare anche il suo “piccolo saluto e un augurio”. Come i cavoli a merenda. Passa altro tempo poi la presidente fa il punto: “La conferenza dei capigruppo ha deciso, c’è stata ampia discussione… non si è addivenuti ad una proposta univoca…, quella maggiormente condivisa e che sottopongo al consiglio è quella di proseguire con le dichiarazioni di voto con la definizione di un tempo di 30 minuti per ogni gruppo”.
La maggioranza, per bocca del civico Erbetta, dice che no, la procedura seguita è stata regolare e la “riapertura del dibattito è fuori luogo”. Anche perché “ci sono stati attacchi estremamente violenti da parte di alcuni elementi della minoranza”. Che c’azzecca? Siccome siete stati cattivi, tiè!
Il capogruppo del Pd Piccari, che in conferenza pochi minuti prima aveva proposto e si era detto quindi favorevole a riaprire il dibattito, accende il microfono e dice che: “Avevo avanzato una proposta di mediazione ma vedo che la Lega non ha alcuna volontà di apertura quindi ritiro la mia proposta. Voteremo per il normale proseguimento dei lavori”. Tiè due volte. La presidente pone in votazione l’unica possibilità rimasta sul tappeto, ovvero le dichiarazioni di voto per un tempo di 30 minuti per gruppo consiliare. Risultato: 20 voti contrari, 7 favorevoli e 5 astenuti. La maggioranza opta per mettere il bavaglio alla discussione.
Scoppia un’altra rissa verbale. Gennaro Mauro parla di “atteggiamento di arroganza da parte della maggioranza”. Renzi: “Mi vergogno davanti alla città di questa seduta consigliare e tolgo il disturbo, speriamo che qualcuno rinsavisca”. Tutta la minoranza esce dall’aula e non partecipa al voto. Capito adesso perché il comunicato stampa del Comune parla di 21 voti? Buon Natale. (c.m.)

Il Consiglio Comunale approva il Bilancio di previsione 2017. Tredici milioni per il welfare, confermati i contributi per finanziamenti agevolati alle imprese
Con 21 voti favorevoli il Consiglio Comunale ha approvato ieri sera il bilancio di previsione 2017, uno degli atti principali dell’azione amministrativa. “Un atto fondamentale – sottolinea l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – perché rappresenta l’idea di programma di governo della città, delinea le scelte per il futuro della nostra comunità in termini di servizi, risorse e investimenti. Un bilancio che anche quest’anno comprende diversi punti di forza e aspetti virtuosi, che dispiace siano stati messi in secondo piano ieri sera dalla bagarre che si è scatenata in Aula su argomenti che nulla hanno a che vedere con i contenuti del bilancio e che non rende merito alla discussione, quella sì costruttiva, che invece c’è stata i giorni scorsi in Commissione. Le polemiche che hanno accesso ieri il clima in Consiglio Comunale non devono svilire un bilancio che, prima di tutto, prevede che si prosegua sulla strada della riduzione del debito, che al 2017 sarà ridotto di circa 30 milioni di euro rispetto al 2011. Una politica di estinzione del debito che va di pari passo con il mantenimento del livello e della qualità dei servizi, sui quali non arretriamo nonostante il calo del gettito dovuto alle minori entrate dalla tassazione (quasi 5 milioni in meno dalla previsione 2015 rispetto alla previsione per il 2017, con una pressione fiscale sugli immobili che dal 2012 al 2016 è calata del 18% procapite) e di un calo delle entrate extra tributarie (vedi il mancato incasso delle concessioni delle reti gas di SGR). Il presidio del welfare, della pubblica istruzione e della sicurezza rappresenta infatti un punto indiscutibile, al quale sono destinati circa 13 milioni di euro della parte corrente, che vanno a garantire servizi e agevolazioni per tutta la sfera del sociale”. Attenzione anche al mondo delle imprese, con risorse per oltre centomila euro destinate ai contributi per finanziamenti agevolati. “Garantire i servizi a fronte di entrate in calo è possibile solo attraverso un meccanismo di revisione e riduzione della spesa: la spesa corrente negli ultimi due anni infatti si è ridotta di circa 6 milioni di euro (da 133 milioni e 800 mila euro di iniziale 2015 a 127 milioni e 500 mila euro circa di iniziale 2017). Altro motivo di orgoglio è l’importante attività di recupero dell’evasione fiscale, aspetto che pone Rimini come una delle realtà in Italia più virtuose sul fronte del contrasto al fenomeno dell’evasione. “In questo contesto articolato, la città non rinuncia ad investire, per completare il processo di riqualificazione e rigenerazione urbana avviato negli anni scorsi, con particolare attenzione agli interventi su scuola, cultura e ambiente”. In particolare per l’annualità 2017 il programma prevede investimenti per quasi 50 milioni di euro. “Un lavoro immane, per il quale ringrazio i funzionari – sottolinea l’assessore Brasini – e che non deve essere sminuito da una discussione francamente sterile. Sarebbe stato ben più utile per i cittadini e per la comunità avere il contributo e anche i punti di vista critici della minoranza, così come avvenuto nel corso delle commissioni consigliari”. Il consiglio comunale ha approvato anche il bilancio di Rimini Holding, la società interamente partecipata dal Comune attraverso la quale l’amministrazione svolge, in modo coordinato ed unitario, le funzioni di indirizzo strategico e di controllo degli enti partecipati. “Anche in questo caso – conclude Brasini – abbiamo portato un bilancio positivo, che presenta una riduzione del debito di circa il 30%”.

 

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