“Casa dei matrimoni”: unirsi civilmente costa fino a 1200 euro

“Casa dei matrimoni”: unirsi civilmente costa fino a 1200 euro

600 euro per la sola cerimonia (700 in caso di residenti fuori Comune), più altri 500 euro in caso di svolgimento in loco del rinfresco. Ma c'è il divieto assoluto di spargimento del riso e non più di tre strumenti musicali.

Unioni civili davanti alla spiaggia, una botta da 1.100 euro per una durata massima di 4 ore (in media 275 euro all’ora), beninteso con divieto assoluto di spargimento del riso e non più di tre strumenti musicali per rendere più dolce il momento del cambiamento di stato. Sono queste infatti le tariffe e modalità stabilite da Palazzo Garampi per convolare a nozze o unirsi civilmente nella nuova “Casa dei Matrimoni” di piazzale Boscovich: 600 euro per la sola cerimonia (700 in caso di residenti fuori Comune), più altri 500 euro in caso di svolgimento in loco del rinfresco. Naturalmente le spese di catering, addobbi floreali, fotografi e musicisti sono a carico degli sposi. Nel caso che il maltempo renda impossibile le nozze fronte-mare, la cerimonia sarà spostata in Sala della Giunta, senza restituzione della tariffa pagata (eccetto i 500 euro dello spazio per rinfresco).
Più accessibili a ogni tasca, invece, le celebrazioni in altre location: 300 euro al Museo della Città e alla Palazzina Roma (500 per non residenti), 100 euro nella residenza comunale (250 per non residenti), mentre è gratuito (anche per i non riminesi) l’uso della Sala della Giunta e degli uffici dei Servizi demografici nella “palazzina rosa” di via Caduti di Marzabotto dove ha sede l’anagrafe.
Fra le curiosità del teutonico regolamento comunale: “gli sposi e coloro che partecipano alla cerimonia dovranno garantire la massima puntualità di inizio cerimonia e dovranno lasciare liberi gli spazi con giusta sollecitudine, al fine di consentire la celebrazione del matrimonio successivo”; è consentita l’esecuzione di musica dal vivo ma “gli strumenti non potranno essere in numero superiore a tre”, salvo poi pagare i diritti SIAE se dovuti; sì alla “predisposizione di un sobrio addobbo floreale” ma “i fiori dovranno essere consegnati immediatamente prima dell’inizio cerimonia e rimossi al termine della stessa”; infine, “è assolutamente vietato il lancio di riso all’interno delle sale e delle sedi ove vengono celebrati i matrimoni”, pena il “pagamento delle spese per le pulizie straordinarie dei locali e ogni altro eventuale onere sostenuto per il ripristino dei locali”.
Ma quanti sono i matrimoni civili oggi a Rimini? Secondo le ultime rilevazioni disponibili sul sito istituzionale del Comune, nel 2015 ne sono stati celebrati 365, un calo del 12,7% rispetto al dato del 2014 (418). Negli anni fra il 2008 e il 2014 i numeri oscillavano fra 400 e 430. Quanto al rito, i matrimoni civili nel 2015 sono stati 196, quelli religiosi 169.
Altre curiosità. L’età media dello sposo nel 2015 è di 39,89 anni, quella delle spose 36,03 anni. L’aumento dell’età media degli sposi, sia uomini che donne, ha un andamento progressivo costante negli ultimi 15 anni. Nel 2000 gli uomini si sposavano in media a 32,49 anni (-7,7 anni rispetto ad oggi), le donne a 29,61 anni (-6,42 anni).
Allo stato civile risultano 30.914 celibi, 35.531 coniugati, 1.924 di stato libero, 1.807 vedovi, 3.450 “non definito”. Donne: 27.613 nubili, 32.951 coniugate, 2.893 di stato libero, 8.792 vedove, 4.812 “non definito”.
La popolazione divorziata risulta composta di 1.875 uomini e 2.702 donne (più 240 stranieri fra uomini e donne).
Sulle unioni civili, regolate dalla legge approvata nel maggio 2016, sono pochi i dati resi noti dall’amministrazione comunale. Un comunicato di fine settembre informava che, trascorsi i primi due mesi dalla concreta operatività della legge, erano state formalizzate davanti all’Ufficiale di Stato Civile sei unioni maschili e due femminili. Fra queste, due coppie residenti in comuni del territorio provinciale, e due trascrizioni effettuate di matrimoni esteri. Solo quattro sarebbero dunque le coppie del territorio comunale unitesi civilmente. Ma, stando a quanto recentemente dichiarato dall’on. Cirinnà, occorre attendere la stagione primaverile – tradizionalmente propizia ai fiori d’arancio – per assistere al boom.
Concludiamo con i conti della serva: se dovessero trovare conferma i circa 200 matrimoni civili all’anno, calcolando una media di 500 euro l’uno, nel 2017 le casse comunali potrebbero incassare dalle celebrazioni nuziali la somma di 100mila euro.

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