Riunione l'altra sera degli autonomisti romagnoli per discutere dello scalo di Miramare. Ha preso la parola anche il presidente dell'aeroclub, Fabio Falsetti, che non ha risparmiato critiche.
Non parla più nessuno a Rimini dell’aeroporto. Mondo economico e politica, i primi che dovrebbero essere interessati al suo destino, tacciono. Muti industriali, Camera di commercio, albergatori e categorie solitamente cantanti. Muti i parlamentari locali, Pizzolante e Arlotti, silente il sindaco che quasi due anni fa (aprile 2015) brindò con le bollicine quando il primo volo atterrò sulla pista di Miramare dopo il lungo stop, e poetizzò così: “Quelle vissute e provate questo pomeriggio all’aeroporto ‘Fellini’ sono state emozioni commoventi e forti. E’ stato emozionante vedere l’arrivo del primo aereo dopo il lungo tunnel degli ultimi mesi e dell’ultimo anno e mezzo”. Disse anche che l’aeroporto tornava a “vivere pienamente per i suoi lavoratori all’interno e per tutta l’economia del territorio all’esterno”, l’indotto, l’occupazione, la comunità-tà-tà-tà. E che lui avrebbe “accompagnato” l’impegno e gli sforzi della nuova società di gestione dando sostegno, “all’avvicinamento di mercati esteri potenzialmente interessanti alla riviera di Rimini e dunque interessati a far tappa al Fellini”. Qualcuno ha visto questo film?
Oggi parla invece un soggetto che si chiama Mar, che sta per movimento per l’autonomia della Romagna. L’altra sera ha tenuto un incontro in un hotel della città per esaminare la situazione dell’aeroporto di Rimini. A tema c’era anche la Bolkestein ma ha occupato l’ultima e molto più breve parte della serata.
Al tavolo dei relatori il presidente dell’aeroclub Fabio Falsetti, l’ammiraglio Aleardo Cingolani e Valer Corbelli per il Mar. In sala anche vari esponenti civici e politici, da Gioenzo Renzi a Luigi Camporesi, da Raffaella Sensoli a Mario Ferri. Non in dialetto romagnolo ma nella lingua italiana, il Mar dice che “il Fellini non funziona” pur essendo “una delle poche infrastrutture che abbiamo in questa provincia e che purtroppo è stata fatta fallire; si attende ancora di vedere se qualcuno pagherà per la responsabilità di avere affossato il nostro aeroporto internazionale oppure no”, ha introdotto Corbelli.
Il Fellini sta funzionando ad un decimo delle sue potenzialità
Lo scalo di Miramare “funziona a un decimo di quello che dovrebbe funzionare e per tutta la costa da Cattolica ai lidi ravennati le conseguenze sono negative e si ripercuotono in particolare sul turismo e l’indotto. Un pullman che fa da spola da Bologna alla costa non è il modo di trattare la riviera romagnola e il nostro movimento non può tollerare, anche perché il problema si aggiunge a quello della storica debolezza nei collegamenti (alta velocità e viabilità in generale)”. Ovvero, i bilanci di Airiminum dicono che fa utili, e quindi funziona, ma non dal punto di vista dei voli. Ma come stanno reagendo gli attori di Rimini sulla scena pubblica davanti al mancato decollo dell’aeroporto? “Silenzio di tomba”. Come se la piena funzionalità dello scalo non fosse per la riviera una priorità, qualcosa di cui non poter fare a meno.
Poi Corbelli ha passato la parola ad “uno che dell’aeroporto ne sa parecchio”, Fabio Falsetti. Il quale ha iniziato a volteggiare sul Fellini sganciando bombe e mettendone in luce i punti deboli. Con una premessa. “L’aeroporto di Rimini nasce nella sua forma embrionale nel 1926 e viene dato in gestione ad una associazione di piloti che in seguito è diventata l’aeroclub, i cui membri a suon di badile e carriola hanno costruito la prima pista e in seguito gestito i primi voli internazionali. Anche all’origine di Aeradria c’è l’aeroclub”. L’attuale presidente Falsetti ha potuto così motivare l’affezione con la quale segue le vicende aeroportuali riminesi: “Me lo sento appartenere, e quanto meno ho un senso di doverosa responsabilità verso questa infrastruttura”. Avanti. “Collegare Rimini con l’aeroporto di Bologna a suon di pullman è una bestemmia in chiesa”, ha rincarato lui.
“Collegare Rimini con l’aeroporto di Bologna a suon di pullman è una bestemmia in chiesa”
Ancora. La complessa e discussa vicenda del fallimento di Aeradria Falsetti l’ha collocata nel contesto di un “paese delle stranezze” aggiungendo che ora si attende la sentenza della Cassazione.
“Per fare funzionare l’aeroporto non si può prescindere da accordi di tipo commerciale con le compagnie aeree, mentre questo non sta avvenendo. AirBerlin ha cancellato tutto il programma summer, e aveva quattro voli alla settimana su Rimini … quale compagnia ha firmato accordi per la stagione 2017 con Rimini?”
Che fa Airiminum? Secondo Falsetti l’assenza di investimenti è l’altra nota dolente: “Quando sostengono che non investono perché manca il decreto interministeriale che certifica lo status di gestore totale per 30 anni, io la considero una balla, perché c’è una convenzione firmata tra Enac e gestore nella quale sta scritto che gli obblighi di quest’ultimo, compresa la presentazione dei piani industriali e quindi gli investimenti, scattano dal momento stesso in cui la convenzione viene firmata, ovvero marzo 2015, siamo nel febbraio del 2017 e non si è visto nulla”.
“Il Fellini non è in grado di sopportare un traffico superiore a 1 milione 200 mila passeggeri”.
Puntualizzazioni anche sui numeri. L’ad di Airiminum ha dichiarato poco tempo al Sole 24 Ore che il suo obiettivo è portare stabilmente, una volta a regime, il Fellini a 2 milioni di passeggeri. “Il Fellini non è in grado di sopportare un traffico superiore a 1 milione 200 mila passeggeri” ha replicato l’altra sera Falsetti. Dubbi anche sul piano industriale del gestore, che sarebbe molto simile a quello presentato dal gruppo di creditori di Aeradria, “con la differenza che questo è stato ‘bocciato’ dal tribunale di Rimini mentre il primo ha ricevuto il massimo del punteggio da Enac”.
Tanti i fuochi accesi, compreso quello più volte sollevato: “Il bando Enac prevedeva che il capitale dovesse essere interamente versato per l’importo di euro 3.098.741, mentre ad oggi è fermo a 1.599.591. Perché Enac non fa nulla?”
Per Falsetti anche il trasferimento della dirigente Enac Emilia Romagna, attualmente in servizio a Roma, non sarebbe frutto del caso ma legato alle vicende riminesi.
Appelli ripetuti a tutte le istituzioni competenti “a vigilare sulla gestione dell’aeroporto di Rimini”, appello a ritrovare “un po’ di coraggio” al sindaco Gnassi e ai parlamentari locali: “Non si può pensare che l’aeroporto possa andare avanti così”.
Critiche anche su altro: “I taxisti pagano il doppio dei loro colleghi che fanno servizio al Marconi, quando questo ha 6 milioni e mezzo di passeggeri”. E poi il tasto della mancanza di servizi interni dopo la rottura con tutti gli operatori, alcuni dei quali erano in aeroporto da una vita, come Aircoop.
Scenario preoccupante secondo il Mar e conseguenze negative per tutto l’indotto che ruota attorno allo scalo di Miramare. Per una intera economia, insomma. Qualcuno batta un colpo. Il movimento per l’autonomia della Romagna lo chiede in primis agli amministratori comunali e a breve qualcosa potrebbe succedere.
COMMENTI