“Cassa 1840”: “Insoddisfatti dell’accordo con Credit Agricole, sacrificati solo gli azionisti, ricapitalizzazione avvilente”

“Cassa 1840”: “Insoddisfatti dell’accordo con Credit Agricole, sacrificati solo gli azionisti, ricapitalizzazione avvilente”

Cominciano ad uscire allo scoperto i malumori. E i primi che ovviamente hanno enormi ragioni per essere scontenti sono gli azionisti. Che già parlano di valutazioni sull'atteggiamento da tenere nel prossimo futuro. Nell'aria azioni legali?

“Valuteremo il nostro atteggiamento solo dopo che il Consiglio avrà illustrato i contenuti dell’accordo e i dati che hanno portato ai valori attribuiti a Banca Carim. Ma al presidente di Banca Carim possiamo già dire che non siamo soddisfatti del risultato, nella forma e nella sostanza”. Lo dicono Matteo Bartolini e Tiziano Marchi, coordinatori del comitato “Cassa 1840”, che si smarcano così dall’imbarazzante silenzio che ha accompagnato l’annuncio della firma che ha messo in mani francesi lo storico istituto di credito di Rimini.

I motivi della insoddisfazione. “Avremmo voluto che il CdA avesse dimostrato attenzione anche verso gli azionisti; oggi appare purtroppo evidente che gli azionisti che hanno sostenuto l’istituto finanziariamente dagli anni 90 sino al precedente aumento di capitale, e con la sua fidelizzazione alla banca come clienti, hanno consentito di evitare il possibile panico sui depositi Carim, che dunque hanno direttamente e indirettamente contribuito a mantenere la continuità aziendale e l’occupazione, sono visti come UNICI soggetti da sacrificare e dei quali non si è tenuto conto nella trattativa”, scrivono.
“Si vorrà ribadire che l’investimento in azioni è un investimento a rischio ma sul punto abbiamo già risposto. Ricordiamo che al contrario di altri, gli azionisti privati di Carim hanno fatto l’investimento quando le regole erano diverse, prima del “Burden Sharing” e “Bail-in”, e che nel lungo lasso di tempo di cambiamento delle regole, dal 2010 in poi, le azioni non hanno avuto mercato e quindi l’azionista è rimasto ostaggio del sistema che oggi ci dice che chi arriva con 194 Milioni paga le azioni a 0,193 € e che eventuali plusvalori futuri saranno di altri.
Da un rapido calcolo la banca viene valutata, ante aumento di capitale, 10 milioni e quindi, come purtroppo temevamo, il valore del’Istituto da 250 milioni è stato bruciato; sono sbagliati i conti di oggi o quelli di ieri?”

Gli altri hanno buoni motivi per festeggiare, e noi? “Il Presidente del Fondo interbancario ha dichiarato alla stampa di aspettarsi un ritorno dall’investimento e Credit Agricole ha dimostrato soddisfazione per l’acquisizione che accrescerà la sua platea di correntisti e clienti in una fase dove dai primi di ottobre si potranno aumentare i costi delle commissioni. Tutti soddisfatti? No, come detto per valutare il comportamento del CdA nell’esercizio della Delega (Presidente siamo certi che si sia accorto che quella delega è stata votata per lo più dai soci istituzionali) aspettiamo di avere a breve i dati che hanno portato ad una così avvilente ricapitalizzazione che, visto il valore attribuito, avrebbe dovuto almeno prevedere il diritto di opzione”.

Gli azionisti affilano le armi. “Se, come crediamo, Credit Agricole-Cariparma vorrà confermare la sua disponibilità ad un incontro a breve, noi saremo come sempre presenti e costruttivi; diversamente vorrà dire che il suo progetto industriale non prevede la nostra presenza attiva e ne trarremo le giuste conseguenze. Come anticipato, appena avremo i dati relativi all’accordo quadro stipulato, convocheremo un incontro con gli azionisti per valutare l’atteggiamento da tenere nel prossimo futuro”.

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