Fummo i primi ad occuparci del lancio in Romagna col "paracadute" di una tarantina che risponde al nome di Ylenja Lucaselli. Da dove sbucò fuori la sua candidatura, che fece anche decidere Matteo Montevecchi ad abbandonare Fratelli d'Italia? Come si convinse Giorgia Meloni a preferirla a Gioenzo Renzi? Il contributo più generoso al partito è arrivato da lei e da qualcuno che le è molto vicino.
Fummo i primi ad occuparci del lancio in Romagna col “paracadute” di una tarantina che risponde al nome di Ylenja Lucaselli. “È Ylenja Lucaselli la candidata capolista nel collegio plurinominale romagnolo (P01) per Fratelli d’Italia, collegio che comprende Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena e dintorni. Ma non solo, sarà capolista in tutte le quattro circoscrizioni plurinominali emiliano-romagnole”, scrivevamo il 30 gennaio scorso. Lei aveva appena twittato: “Sono lieta ed onorata di annunciarvi che sarò Capolista nei listini proporzionali dell’Emilia Romagna… Colgo l’occasione per ringraziare Giorgia Meloni, la dirigenza di Fratelli d’Italia per la fiducia mostrata…”.
Da quello che rivela L’Espresso, ma che in casa Fratelli d’Italia si era subito ben compreso, vien da pensare che sia stata Giorgia Meloni a ringraziare la Lucaselli: “il contributo di gran lunga più generoso al partito (Fratelli d’Italia, ndr) è arrivato da nomi che riconducono a una multinazionale made in Usa: messi insieme Ylenjia Lucaselli, Daniel Hager e la Hc Consulting Srl hanno infatti regalato al piccolo partito nazionalista 200 mila euro. Hager e Lucaselli sono marito e moglie. La famiglia di Hager è azionista della Southern Glazer’s Wine and Spirits, la più grande azienda statunitense della distribuzione di vini e alcolici (secondo stime di Forbes nel 2016 ha fatturato 16,5 miliardi di dollari e distribuito 60 milioni di bottiglie di vino italiane negli States)”. Avanti. “Una multinazionale americana che finanzia un partito sovranista italiano? Succede anche questo nel tortuoso mondo del neonazionalismo. E non è l’unica contraddizione, perché la Southern Glazer’s è da poco entrata anche nel business della cannabis legale in Canada, settore che in teoria Meloni e i suoi vedono come fumo negli occhi. Ma d’altra parte come dire di no a 200 mila euro”.
Lucaselli chi?, si chiesero in tanti quando il partito la scelse, sbarrando la strada a Rimini a Gioenzo Renzi. “La stessa Lucaselli lavora per il gruppo americano: avvocato, appassionata di vino biologico e made in Italy, lo scorso 4 marzo è stata eletta alla Camera proprio con Fratelli d’Italia. Una new entry la cui unica esperienza in politica risale alle Regionali di Puglia nel 2010: candidata con il Pd a sostegno della sinistra con Nichi Vendola. All’epoca l’avvocato non ebbe grande successo. Oggi invece siede in Parlamento con i sovranisti che guardano ai dazi di Trump con ammirazione”, scrive L’Espresso.
La breve storia politica della candidata sbucata dal nulla la scrivemmo subito: “Qui la storia si fa interessante. Come è possibile che Fratelli d’Italia abbia potuto decidere di piazzare la signora Lucaselli come capolista in tutto il territorio emiliano-romagnolo? Non è conosciuta in Emilia Romagna, è di Taranto e per giunta con un curriculum politico non propriamente vuoto come pensavamo. Diverse sono le sue esperienze a sinistra. Infatti, prima di candidarsi col PD come consigliere regionale in sostegno a Vendola, nel 2009 si era candidata per le elezioni provinciali di Taranto nella coalizione di centrosinistra. Mentre nel 2007 ha fatto parte del comitato “Democratici per Emiliano” in occasione delle primarie. Eh no, non è una fake news, né un brutto incubo. Sono le elezioni politiche 2018 in casa nostra”.
Ci furono clamorose proteste non solo dentro Fratelli d’Italia. Giovanardi infuriato: “Qualcuno spieghi perché è stata scelta una ex Pd come candidata”.
Per dire un sonoro no alla “politica dei paracadutati”, Matteo Montevecchi lo scorso marzo lasciò Fratelli d’Italia: “Lo faccio per lealtà e coerenza. Sarebbe strano il contrario, ovvero il fatto che un ragazzo di 24 anni non aprisse bocca davanti ad operazioni del genere”.
Insomma, catapultare Ylenja Lucaselli in regione a dispetto dei santi fu una scelta che costò cara a Giorgia Meloni. Come avrà fatto?, si domandarono in tanti. Ora L’Espresso ci mette sulla buona strada : “Certo, c’è da dire che Lucaselli ha avuto il notevole vantaggio di correre da numero uno nei listini proporzionali in Emilia Romagna. Del resto è stata molto generosa con i suoi nuovi compagni di avventura politica: a suo nome ha versato 90 mila prima delle elezioni. Una cifra che fa impallidire un pezzo da novanta del partito qual è Ignazio La Russa, che ne ha versati molti meno nello stesso periodo. Ai denari firmati Lucaselli vanno poi aggiunti i restanti 110 mila euro: 95 mila euro donati a nome del marito e 15 mila arrivati dalla loro società italiana di logistica, la H.c. Consulting di Livorno”.
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