Dopo l'Unione Prodotto Costa, guardiamo dentro Apt Servizi. Trenta dipendenti, 11 addetti all'ufficio stampa. Ogni anno riceve 9 milioni di euro dalla Regione. Ha avuto un "ad" pagato profumatamente. Ha una presidente laureata in scienze biologiche. Montagne di incarichi ma meno di dieci bandi di gara l'anno. Ce n'è anche uno per studiare le feste dell'Unità.
Liviana Zanetti (nella foto Giorgio Salvatori-archivio Apt con l’ex amministratore delegato Andrea Babbi) è a capo di Apt Servizi dal 2010. L’unica esperienza in campo turistico che si trovava nel suo curriculum prima di questa grazia ricevuta dalla giunta regionale dell’Emilia Romagna, era quella di assessore al turismo della metropoli vacanziera di Bagno di Romagna. E’ laureata in scienze biologiche. Nel suo curriculum le competenze nelle quali eccelle sono quelle di ideatrice di “psicologo on line”, sostenitrice della marcia della pace di Assisi e tanto impegno per l’inserimento professionale delle ragazze orfane di Scutari. Forte di tanta competenza è salita alla presidenza dell’Azienda di Promozione Turistica del territorio che vanta una delle più alte concentrazioni di alberghi e stabilimenti balneari d’Europa.
Ha preso possesso della poltrona più importante di Apt con una indennità annua di circa 55 mila euro e attualmente si accontenta di circa 44 mila euro più ovviamente i rimborsi spese. Comunque non è stata fortunatissima. E’ andata meglio a Massimo Gottifredi che è arrivato a percepire fino a 75 mila euro. Quando nel 2009 il patto di stabilità costrinse a stringere la cinghia e a tagliare di netto 20 mila euro dalla indennità del presidente, Gottifredi propose al cda di girarli tutti e subito all’amministratore delegato Andrea Babbi, per meriti conseguiti sul campo, e il suo compenso schizzò a 95 mila euro annui. Chi sono io, Babbi Natale? Esatto.
Apt Servizi Emilia Romagna è stata e continua ad essere, anche se con un po’ più di parsimonia visti i chiari di luna, una vera gallina dalle uova d’oro per tanti. Babbi è ormai acqua passata. Per sei anni l’Apt non è riuscita a fare a meno di lui. Ma dal 2012, quando se n’è andato perché gli era stato preparato un posto all’Enit (commissariata la scorsa estate), in Apt la figura dell’amministratore delegato non è stata più necessaria. La baracca va avanti ugualmente. Babbi si è andato a sistemare ancora meglio, visto che incassa 180 mila euro (di cui 30 mila come premio di risultato) l’anno, più rimborsi e missioni, nel ruolo di direttore generale dell’Agenzia nazionale del turismo. Giusto per avere un parametro, il presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi, si ferma a quota 120 mila euro.
In Apt ci lavorano tante persone capaci, competenti e volenterose, a partire dal giovane direttore Emanuele Burioni, ma la struttura è elefantiaca, costosa, piena di consulenze strapagate.
Apt ha un esercito di 30 dipendenti (grazie a due pensionamenti, perché erano 32) suddivisi fra Bologna (10) e Rimini (20). Undici, di cui 8 in pianta stabile e 3 collaboratori, sono in forza all’ufficio stampa. Ma per fronteggiare tutte le esigenze mediatiche sono necessari anche incarichi esterni ulteriori. Ad esempio per la consulenza e assistenza all’attività di comunicazione per i mercati di lingua tedesca, sia nel 2013 che nel 2014 Apt ha indetto un bando e il vincitore ha incassato 65 mila euro (più iva) per ognuno dei due anni. Lo stesso dicasi per la consulenza a Trademark in materia di comunicazione, ricerca e marketing a supporto dell’ufficio stampa, con una spesa di 94 mila euro nel 2013 e 90 mila nel 2014.
Finita? Per gestire siti e attività social Apt dà lavoro anche ad altri collaboratori. Alcuni ben pagati e incaricati direttamente ma – spiega Burioni – sono “figure altamente specializzate”. Grazie al frazionamento degli incarichi ci sono soggetti che portano a casa 43 mila euro l’anno ma c’è anche chi arriva a più di 80 mila. Decine e decine le consulenze e collaborazioni: nel 2014 l’elenco pubblicato sul sito di Apt alla voce “prestatori d’opera” comprende circa 180 conferimenti fra guide, traduttori, spese di trasferta, trasporto, pranzi, fotografi, redazione portali e tanto altro. Per tutti costoro Apt nel 2014 ha speso circa 600 mila euro. Di contro le gare sono pochissime, 9 nel 2014 per un totale di 442 mila euro circa, nel 2013 solo 7 e nell’anno in corso per ora siamo fermi a due.
Fino a 19 mila euro il fornitore viene scelto con affidamento diretto, dopo avere acquisito tre preventivi. Da 20 mila a 99.999 euro l’affidamento avviene a seguito di gara informale, “previo invito, ove possibile, di almeno cinque fornitori”.
Ma le sorprese negli incarichi non finiscono qui. Apt partecipa ad esempio a una ricerca, mettendoci quasi 5 mila euro, per “individuare ulteriori potenzialità turistiche della via Emilia” e fra gli elementi “di attrattività già esistenti ma ancora da valorizzare” ci sono anche “le feste dell’Unità da considerare come eventi culturali originali e non esistenti in altri paesi”.
Apt Servizi vive di denaro pubblico. E’ di proprietà della Regione Emilia Romagna per il 51% e per la restante quota appartiene a Unioncamere regionale. Nel 2013 la Regione Emilia Romagna ha messo in Apt 9 milioni e 300 mila euro e nel 2014 8 milioni e 940 mila euro. A questi si aggiunge 1 milione di euro di Unioncamere, che però nel 2015 dovrebbero ridursi, e qualche entrata legata a progetti specifici.
Come li spende? In parte l’abbiamo già visto. “Il grosso del budget va per fiere e workshop all’estero”, dice il direttore, formatosi all’università di Rimini e che poi si è fatto le ossa in Trademark. La voce personale incide (insieme a cda, sindaci e organo di vigilanza) per più di 1 milione e 700 mila euro l’anno.
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