Giù a sassate gli striscioni del Comitato che si oppone alle microaree pensate dal Comune di Rimini per i nomadi. E' accaduto a Viserba. "Atto intimidatorio che non ci fermerà nel portare avanti la nostra battaglia pacifica e democratica".
Giù a sassate gli striscioni del Comitato che si oppone alle microaree pensate dal Comune di Rimini per i nomadi. Gli striscioni si trovano in via Tombari a Viserba, “all’interno di una proprietà privata”, e a qualcuno non è piaciuta la manifestazione di dissenso espressa in modo “democratico, pacifico e senza nessuna parola sopra le righe”, denunciano i Comitati spontanei di Viserba e ProRimini, sull’insediamento di una delle microaree previste proprio a Viserba. Sugli striscioni è stato scritto: “Accordo raggiunto con i sinti… e con i viserbesi?”, “Viserba dice no alle microaree” e “Microaree=emarginazione”.
Si tratta di un brutto episodio, che consente ai due Comitati di ribadire tutto il disappunto per il modo in cui è stato gestito l’iter delle microaree da parte della amministrazione comunale, ricordando che gli stessi Comitati “hanno più volte chiesto un confronto con l’Amministrazione, richieste totalmente cadute nel vuoto”, e di essere “assolutamente favorevoli alla chiusura definitiva del campo di via Islanda“. Non solo, infatti, chiariscono i due Comitati, “ci sono disposizioni normative che lo impongono, ma soprattutto per il buon senso e per la tutela stessa dei soggetti occupanti ed in particolar modo per quelli minorenni”. Ma “il progetto microaree così come impostato è un modo per emarginare i soggetti e non di inclusione ed accoglienza come tutti noi vogliamo, nel rispetto sia delle persone che delle leggi”.
Per i Comitati si tratta di un “atto intimidatorio, che nulla ha di democratico, violento ancor più se si pensa che è rivolto ad una manifestazione di pensiero, ma non ci fermerà nel portare avanti la nostra battaglia pacifica e democratica”.
“Troppo spesso siamo stati attaccati da vari personaggi”, concludono i Comitati, “che anziché discutere del merito, hanno preso a pretesto dichiarazioni estemporanee da chi non era legittimato a parlare per nome e per conto dei comitati. Ci auguriamo che questa volta chi di dovere esprima solidarietà ai comitati con azioni concrete”.
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