Cima Pantani: perché il Pd dice no ad ogni proposta di Gloria Lisi

Cima Pantani: perché il Pd dice no ad ogni proposta di Gloria Lisi

E' indovinatissima l'idea che l'ex vicesindaca ha lanciato: un segno visibile agli occhi del mondo del legame fra Rimini e il Pirata, da piazzare sul Belvedere di piazzale Kennedy. Ci avrebbero dovuto pensare il sindaco e il partito che fa il bello e il cattivo tempo. Invece si limitano a dire dei no, a prescindere. Perché a Gloria Lisi hanno deciso di non fargliene passare nemmeno una.

Gloria Lisi se ne dovrà fare una ragione (ma questo non significa che dovrà desistere). Qualunque proposta deciderà di porgere alla maggioranza in carica verrà bocciata sul nascere. A prescindere. Ragionevole oppure no, forte oppure debole, ogni idea che vorrà mettere sul tavolo del suo ex collega Jamil finirà, prima di essere esaminata nel merito, nel bidone (politico) della spazzatura. E’ destinata a prendersi tanti “No”. Si è già presa una raffica di no, ben tredici, nel consiglio comunale dedicato al turismo. Le hanno bocciato anche l’invito a Papa Francesco a recarsi a Rimini, poi fatto proprio qualche giorno dopo dal sindaco in trasferta in Vaticano.
Saranno tanti no quelli che Gloria Lisi collezionerà dal Pd e, di conseguenza, anche dagli alleati satelliti che trovano la loro ragion d’essere nell’abitare sotto all’ombrellone rassicurante del Pd. Fino alla fine della legislatura le cose andranno così. Le diranno no, non solo sull’idea che un Pd tonico e un sindaco sveglio avrebbero dovuto anticipare, bruciando sul tempo Gloria Lisi, cioè quella della intitolazione di un luogo simbolico di Marina centro a Marco Pantani. Ma su tutto. A palazzo Garampi non ci hanno pensato, come non stanno pensando a quasi nulla di nuovo. Per dire: il sindaco della città internazionale dell’incontro e della ospitalità, del Meeting e del Pio Manzù, non avrebbe dovuto anticipare Firenze nella grande manifestazione per la pace e la solidarietà con il popolo ucraino, che è diventata l’epicentro delle mobilitazioni in Italia e in Europa?
Invece il sindaco è troppo preso dalla preoccupazione di non uscire dal seminato, ma così facendo ha davanti a sé solo il déjà vu, notti rosa, molo street parade, circo dei sapori e altre pappe stracotte.
Niente di più naturale cogliere la palla al balzo, come ha fatto Gloria Lisi, semplicemente perché Rimini non può non legarsi, nella buona e nella cattiva sorte, al Pirata. Non può non farne un simbolo legato alla città. E’ un pensiero scontato e opporvisi è una boiata pazzesca che odora lontano un miglio di forzatura e di pretesto per nascondere altre rogne.
Nei confronti di Gloria Lisi la chiusura è e sarà totale, ancor più di quanto non lo sia nei confronti delle forze politiche storiche dell’opposizione. Perché?
Nella logica della sinistra, Gloria Lisi ha “tradito”, ha avuto la sfrontatezza di voltare le spalle al partito egemone dopo aver condiviso per un decennio le sorti di palazzo Garampi. L’affronto di Gloria Lisi nei confronti del Pd non è perdonabile. L’ex vicesindaca agli occhi del partito e degli ex colleghi di giunta e di maggioranza, non è redimibile. Ecco perché non gliene passano una.
E’ una evidenza, come dice Gloria Lisi, che dal punto di vista evocativo, Rimini città dello sport e del benessere, non debba farsi sfuggire l’occasione di incastonare nel Belvedere il nome di Marco Pantani. Nel cuore del parco del mare che espone con orgoglio le isole wellness, Pantani ci sta benissimo e offrirà un motivo di attrazione (e di selfie) per far salire i nostri ospiti sul Belvedere (Cima Pantani) e guardare l’orizzonte a fianco del ciclista scalatore che ha regalato alla Romagna e all’Italia soddisfazioni e passioni che ancora riscaldano il cuore di un gran numero di persone. E sarebbe anche il biglietto da visita eccellente per riempire di contenuto una campagna in grande stile su Rimini città ciclabile.
Le riserve che il Pd esprime per bocca del suo capogruppo in consiglio comunale, Matteo Petrucci, sono risibili: «Il belvedere di piazzale Kennedy deve restare uno spazio libero, aperto verso il mare. Perché rappresenta il primo pezzo del nuovo lungomare di Rimini, riqualificato e pedonalizzato, sotto cui è stato realizzato il nuovo sistema fognario. Se veramente vogliamo onorare Pantani, e noi siamo concordi nel farlo, va individuato un luogo diverso dove, magari, collocare anche un’opera in memoria del ’Pirata’. E in uno spazio come piazzale Kennedy questo non è possibile». Libero per cosa? Anche un bel segno grafico, perché non è necessaria la solita vecchia statua, sarà più che sufficiente. E qualunque altro luogo diventerebbe un ripiego, anzi una ripicca alla proposta di Gloria Lisi. La città non capirebbe e nemmeno molti elettori che hanno deciso di mandare Jamil in Comune.

Fotografia: Marco Pantani sulla strada sulla strada della vittoria all’Alpe d’Huez nel 1997; da: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Marco_Pantani,_1997.jpg

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