«Assessore alla mobilità, ma mi faccia il piacere»

«Assessore alla mobilità, ma mi faccia il piacere»

Sulla viabilità cittadina assistiamo ad un continuo frullato misto di belle parole, ma le soluzioni vengono spostate sempre in avanti. L'alternativa alla chiusura del ponte di Tiberio? Temo non la vedremo mai realizzata. Come direbbe Totò... Lettera.

È ormai certo ed inequivocabile, l’attuale compagine amministrativa della città è assediata e assillata da gravi problemi relativi alla viabilità e alla mobilità che non riesce a risolvere. Ma poiché oggi sono perlopiù gli stessi attori di ieri, la cosa si aggrava ulteriormente ed ha del grottesco perché durante i precedenti mandati hanno approvato di tutto senza pensare a quali conseguenze si sarebbe prima o poi arrivati; quindi interpreti attivi della catastrofica situazione, prigionieri dei loro stessi errori.
Due le parole: incompetenza e mancanza di lungimiranza, importanti aspetti che un amministratore pubblico non dovrebbe mai avere, oltre al fatto di dovere evitare di pensare solo a perseverare la gestione del potere.
Altri indicatori poi suffragano questa situazione, gli annunci quotidiani: un parcheggio al giorno, un’annunciata – meglio annunciazione – alternativa alla pedonalizzazione del Ponte Tiberio, ed altri improbabili progetti. Con la caratteristica che accade spesso per costoro nei comunicati stampa, si contraddicono tra loro; e non è un bel segnale.
È il caso della ormai famosa intervista su un quotidiano locale del 10 febbraio scorso, in cui l’assessore ai Lavori pubblici Morolli, annunciava trionfalmente che entro la primavera si sarebbe svelata la soluzione all’ultra decennale problema, e che la stessa avrebbe interessato la via Rossa; poi la smentita dell’assessore Frisoni rispondendo ad un’interrogazione del consigliere di minoranza Gioenzo Renzi. Ripeto, non è una bella immagine che si rende, non riescono neppure a concordare tra loro importanti risposte che la città chiede riguardo ad altrettanti temi. Beh, per coerenza, qualcuno avrebbe dovuto trarne personalmente le conseguenze … e invece.
Poi sono arrivate le dichiarazioni dell’assessore in risposta alle pressioni dell’opposizione in Consiglio Comunale, e sempre attive da parte dei cittadini (qui).
Il Ponte resta chiuso, tutti i riminesi lo vogliono, ed è vero, ma parimenti avrebbero avuto il diritto ad avere già da tempo una valida soluzione. “Un simbolo della città con oltre duemila anni di storia, la cui tutela anche attraverso la pedonalizzazione rappresenta un punto fermo di ogni programmazione”, così recita il predetto assessore. Ora tale è, ma dov’era la stessa quando si crivellarono le mura storiche nel suo intorno, ridicolizzandolo oltretutto con quella inutile, goffa e squallida passerella galleggiante? Parole amare, di circostanza, fini a sé stesse e inopportune.
Poi Metromare a iosa, estensione della ZTL e dei percorsi ciclabili. A tal proposito tutti si saranno resi conto che nonostante l’invasione dei simulacri di piste ciclabili, il traffico continua ad essere egualmente sostenuto e caotico; ci sarà un motivo quindi, e non è certo attribuibile a cattive abitudini o alla necessità di “rieducazioni”, ma evidentemente vi sono necessità che, chi non ne abbisogna, non le riesce neppure a capire. E dire che la comprensione delle necessità del cittadino dovrebbe essere la prima premura di un amministratore pubblico, e non l’imposizione a prescindere.
Ma proseguiamo. “Affinamento”, questa è la parola, e fluidificazione del traffico fino ad una nuova rotatoria da “Bigno”, smantellando i recenti lavori fatti negli anni passati con il presente spartitraffico. Inoltre il sottopasso pedonale e ciclabile del “Settebello” vicino al tetro cavalcavia pedonale (!) ribattezzato in passato Ponte di Mordor. E da qui continua l’improvvisazione nel pianificare l’argomento, prove, rifacimenti, il tutto a spese della comunità, pratica che sembra accompagnarci anche per il futuro.
Infine il coup de théâtre. “Tutti gli interventi che abbiamo messo in essere, e che andranno completati via via nell’arco di un triennio, configurano una viabilità più equilibrata in cui l’accesso dall’esterno al centro e alla zona mare avvenga a cerchi concentrici, con vie di sfondamento in entrata e in uscita capaci di decrementare il passaggio di veicoli e di conseguenza carichi di smog e di rumore”.
È un frullato misto di belle parole, d’effetto, ma di poca sostanza e se casomai l’avessero se ne potrebbero vedere i risultati a lungo termine, altro che triennio.
Quella della viabilità concentrica era la soluzione dell’organizzazione stradale sussidiaria alla realizzazione del tunnel parallelo al Ponte Tiberio già dal 2008, e che viene recepita solo oggi per ciò che fa comodo. Quindi non si comprende dove fossero stati per oltre dieci anni gli odierni amministratori, peraltro sempre gli stessi di allora che in sella alla bicicletta progettavano l’urbanistica riminese.
Cosa si è capito quindi? L’alternativa alla chiusura di quel monumento non passerà per via Rossa, neppure per INA casa, a meno di qualche editto emesso in maniera estemporanea dell’ultima ora, ma non ci sarà neppure; facciamone una ragione, del resto è ciò che abbiamo voluto riconfermando gli stessi personaggi, già noti, che ci hanno portato a ciò.
Continuiamo ad assistere a prove, esperimenti, alla mancanza di una visione competente e risolutiva a raffazzonare soluzioni già decotte; tanto come dicevano i capomastri di una volta “fare e disfare è tutto un lavorare”. È vero, ma in un’azienda privata qualcuno avrebbe già pronto lo scatolone degli effetti personali per dirigersi verso casa.
Perché questo ha significato e significa tuttora, disagi, costi diretti e indiretti pagati da tutti i cittadini, e con ciò che sarà conseguente per ripristinare una situazione decente, semmai avverrà.

Salvatore de Vita

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