Clamoroso: il nero asfalto di Gnassi ricopre l’antico rivestimento lapideo dei Bastioni

Clamoroso: il nero asfalto di Gnassi ricopre l’antico rivestimento lapideo dei Bastioni

Dopo la scintillante inaugurazione della passerella, emergono i nei: "cancellati" con una camionetta di materiale bituminoso i lavori del 2009 costati in totale 2,3 milioni di euro.

Ahi ahi ahi signorino Gnassi, ci è caduto… sull’asfalto!
Finirebbe così una immaginaria puntata di “Rischiatutto” con il primo cittadino impegnato in cuffia a rispondere alle domande più impertinenti circa i lavori pubblici e l’appeal di Rimini. Il sindaco cadrebbe proprio, ahilui, sull’orrenda striscia nera di asfalto che è stata rovesciata sulla riaperta via Bastioni Settentrionali. Imbarazzante pendant alla passerella fichetta, di fresca inaugurazione.

 

Com’era via Bastioni Settentrionali prima che al sindaco venisse in mente di coprire un pezzo di storia di Rimini

Fino ad oggi ci risulta che un solo cittadino abbia avuto il coraggio di protestare sulla pubblica piazza per questo autentico sgarbo, con annessa spesa pubblica di cui alle righe sottostanti: “Qualcuno potrebbe spiegare – s’arrabbia Roberto Montagnoli – come mai hanno asfaltato via Bastioni Settentrionali nonostante il recupero e il ripristino dell’antica pavimentazione ottocentesca rinvenuta durante gli scavi archeologici compresi nei lavori deliberati dal Comune di Rimini nel 2008 […] e che costarono complessivamente 2.273.022,54 euro”?
Naturalmente, nelle stanze del potere p-democratico nessuno si è degnato di rispondere, dare una spiegazione, una giustificazione pur che sia alla camionata di bitume. Dunque resta la domanda, pesante come un pugno sullo stomaco.

Riavvolgiamo il nastro. Era geologica del “secondo mandato Ravaioli-Melucci”, in giunta Paola Taddei occupa con una certa stazza e uno stile sbrigativo la poltrona di assessore ai lavori pubblici, mentre l’ingegner Massimo Totti è al vertice dell’analogo settore della macchina comunale. Progetti esecutivi nel 2005, poi viene realizzata in due lotti, fra il 2007 e il 2009, l’opera sull’invaso del ponte di Tiberio, sulla viabilità e sull’arredo urbano. Lista della spesa, secondo la descrizione di palazzo Garampi: “il rinnovo delle acque nel bacino; la prevenzione all’ingresso di acqua salina; la manutenzione straordinaria delle banchine e delle mura medievali; la fruizione del porto canale per l’ormeggio di piccole imbarcazioni e per il passaggio pedonale; la sicurezza idraulica nei confronti delle piene del fiume Marecchia; la stabilità delle strutture di sostegno delle sponde”.

Com’è oggi

Questo il contenuto dei lavori stradali nel riepilogo della Taddei: “rimozione e recupero delle superfici pavimentate costruite da ciottoli fluviali di medio-piccole dimensioni e di forma irregolare risalenti al XIX secolo. Realizzazione del consolidamento strutturale della sede stradale con un sistema di scatolari in C.A., non continui, ma interrotti dalla presenza dei contrafforti dei bastioni medievali databili al XVI secolo. Poiché la strada antica rinvenuta e risalente al XIX secolo risulta fortemente compromessa nei tratti laterali dell’’asse stradale per causa degli scavi realizzati dal dopoguerra per la posa di impianti, con l’intervento si recupereranno i ciottoli fluviali esistenti che saranno ricollocati nella nuova pavimentazione alle quote pavimentate originarie. L’’acciottolato di fiume sarà riposizionato al centro della carreggiata per tutta la lunghezza dell’intervento e lateralmente ad esso sarà collocato un selciato di fiume montato a spina di pesce. Per adattare le irregolarità dei profili degli edifici e delle mura medievali sarà prevista lateralmente una fascia di margine in selce di fiume di larghezza costante”.

Non è tutto: fra i 2,3 milioni del costo totale finale, ci scappano pure delle “indagini archeologiche” condotte sotto l’occhiuta direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna. Resoconto: “a 50 cm di profondità è stato ritrovato il piano stradale esistente fino al primo dopoguerra e databile al XIX secolo. Questa strada è realizzata in piccoli ciottoli posati in un manto di sabbia. Lungo la via sono stati rimessi in luce alcuni accessi di abitazioni private con i relativi scalini. Questi erano realizzati con pietre di riutilizzo fra cui, in un caso, un blocco di trachite presumibilmente di epoca romana. Lungo il muro di una casa è stato ritrovato un paracarro in pietra e i segni di altri due paracarri che presumibilmente nel tempo sono stati asportati. In corrispondenza di via Cavalieri sono emersi i resti di quattro grandi fosse granarie; tutte, così come la strada, sono state parzialmente distrutte per l’’inserimento dei sottoservizi. Dai tagli eseguiti nella pavimentazione ottocentesca, per realizzare i vari sottoservizi, è stato possibile comprendere alcune vicende costruttive legate alla realizzazione del muro di contenimento (i cosiddetti “bastioni”). […] Nel primo tratto stradale, prossimo al Ponte di Tiberio, le mura furono realizzate con un sistema di ancoraggio caratterizzato dalla presenza di setti murari interrati e ortogonali al prospetto principale del muro. Tale operazione è databile al XV secolo (il secolo dei lavori di Sigismondo Pandolfo al Tempio Malatestiano, ndr). Proseguendo lungo la via i setti scompaiono e il muro sembrerebbe esser sostenuto solo da una poderosa risega di fondazione (ovvero un allargamento dello stesso a partire dalla zona non in vista). Nella parte terminale il muro presenta il suo aspetto più antico, quello Trecentesco. Lungo le banchine si vede una porta tamponata con arco ogivale. Questo era uno degli accessi al porto dall’’interno della città. Da un sondaggio eseguito è stato possibile verificare che la strada medievale, prima del Quattrocento correva ad una quota molto più bassa (si veda per avere un’’idea dell’’interramento il vicino arco di Porta Galliana a cui la strada portava). Il tutto fu chiuso, riempito di terra sul finire del Quattrocento-inizi Cinquecento per adattare le difese della città alle innovazioni nel campo bellico necessarie con l’avvento delle armi da fuoco”.
I Bastioni Settentrionali nella loro versione “old-style” riaprirono al traffico il 7 settembre 2009.

La carrellata appena conclusa ci ha consentito di ricordare che:
meno di 10 anni fa i contribuenti spesero 2,3 milioni di euro per rinnovare quello che oggi viene chiamato “comparto Tiberio”;
fra l’altro la strada che porta al mare fu ricostruita con un pregiato pavimento lapideo, parte del quale era addirittura ottocentesco, quindi super-vincolato dal punto di vista storico-artistico (almeno questo suggerisce la logica);
fra il canale ed i bastioni tornarono alla luce reperti archeologici e si scoprirono pezzi di costruzioni trecentesche e quattrocentesche.

Veniamo all’oggi. Succede che: tutto quanto sopra, è stato ricoperto dal nero dell’asfalto gnassiano, in coda ad un’operazione (nel medesimo “comparto Tiberio”) costata altri milioni di euro – il conto finale non risulta ancora presentato.
Ovviamente ci asteniamo dal fare commenti che ogni lettore saprà fare per conto suo.

Ci limitiamo a segnalare, grazie ad alcuni fondi d’archivio, la “coerenza” anti-asfalto del protagonista numero uno della storia, il sindaco Andrea Gnassi.

PAROLE DI GNASSI
DAL PROGRAMMA ELETTORALE DEL 2011:
“… restituire armonia a Rimini, dando ai riminesi e agli ospiti l’opportunità di riconoscersi in ogni luogo, strada o piazza, attraverso l’assunzione del limite dell’espansione edilizia …
alcuni progetti cardine, sostenibili finanziariamente dal Comune di Rimini: la pedonalizzazione del Ponte di Tiberio entro il 2014 con il recupero del percorso lungo porto canale …
Istituzione di un ufficio del decoro e dell’estetica urbana, unico referente per la valutazione preventiva dei progetti e per l’iter autorizzativo …
23. MOBILITA’/IL PONTE DI TIBERIO: si tratta dello snodo viario più delicato e ‘fragile’ della città e va risolto non con una chiusura ma un intervento strutturale che miri a valorizzare l’intero quadrante che dall’Arco d’Augusto approda a San Giuliano. Va definita nel primo anno di mandato la soluzione tecnica che, oltre al sottopassaggio per il transito dei mezzi, preveda contestualmente un adeguato sistema di parcheggi e una riqualificazione complessiva. L’obiettivo è quello di rendere definitivamente pedonabile il Ponte di Tiberio nel 2014, bimillenario della sua costruzione. …
…. sistematica attenzione all’impatto estetico e alla riqualificazione urbana …
… tutela funzionalità e della gradevolezza estetica del tessuto urbano … ”

Progettare la città, 18/2/2011
“Un luogo grigio degradato con asfalto e cemento ti induce ad andartene”

27/09/2011
“Potevamo dare una risposta immediata con due camion d’asfalto – ha proseguito il sindaco – ma ci siamo resi conto subito che non sarebbe stata una risposta adeguata né per i cittadini di Borgo Marina, né per la nostra visione di città.

19/03/2015
Gnassi: “Adesso grattiamo via l’asfalto”: “Tra aprile e maggio si iniziano i lavori sulla piazza tra teatro e rocca: grattiamo via l’asfalto”, annuncia il sindaco di Rimini Andrea Gnassi.

16/10/2015
Gnassi annuncia “il rilancio del centro storico nella sua parte storica e artistica, riportando castello, piazza Malatesta e teatro alle loro funzioni peculiari. Funzioni che riguardano interesse pubblico e capacità attrattiva e non sono certo legate ad asfalto, lamiere e inquinamento”.

23 GENNAIO 2018
“Liberare il centro da sculture di cemento, asfalto e auto” è il mantra del primo cittadino.

MARZO 2018
“Una volta – ha detto Gnassi – avremmo vissuto un episodio teatrale a Castelsismondo e poi uscendo avremmo trovato una lingua d’asfalto e un parcheggio. Ora invece c’è la Corte a Mare, il castello riqualificato e il secondo stralcio dei lavori su piazza Malatesta.”

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