A pochi giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle offerte relative al bando DMC, l'amministrazione comunale proroga di un mese e mezzo la data entro la quale far pervenire le domande. Con la motivazione che non sono pervenute domande di partecipazione né richieste di chiarimenti. Ma dei chiarimenti forse non c'era bisogno e per le domande c'era ancora una settimana di tempo. Cosa succede? La vicenda è importante perché girano molti soldi e il vincitore sarà una sorta di factotum del turismo.
C’è molta attesa per capire come finirà la partita aperta da palazzo Garampi sulla Destination Management Company, che ha già creato polemiche anche in consiglio comunale. Ma ad ingarbugliare la matassa è arrivata una sorpresa.
Con una determina dirigenziale di quattro giorni fa sono stati prorogati i termini: inizialmente erano fissati dal bando di gara alle ore 13 del 28 gennaio, ma la data è stata improvvisamente spostata in avanti di un mese e mezzo, al 15 marzo prossimo.
La motivazione all’origine della decisione suona così: “Dato atto che per la succitata procedura – pubblicata in concomitanza con le festività natalizie – al momento non sono pervenute domande di partecipazione né richieste di chiarimenti tramite la piattaforma elettronica” e “tenuto conto della particolare complessità della procedura stessa e al fine di evitare che entro il termine ultimo fissato del bando (28 gennaio p.v.) non pervengano domande di partecipazione; ritenuto pertanto opportuno prorogare fino al 15 marzo 2019 la scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione”.
Perché il fatto che non siano pervenute domande di partecipazione sette giorni prima della scadenza, né richieste di chiarimenti (e se fosse tutto chiaro?) ha messo in allarme l’amministrazione comunale? Qualcuno nel palazzo è dotato di preveggenza ed è stato in grado di sapere che entro il 28 gennaio non sarebbero arrivate domande di partecipazione? E se invece ci fossero stati concorrenti pronti e perfettamente in linea con la tempistica originaria, che magari avrebbero potuto bruciare altri concorrenti sulla linea del traguardo? Per loro la proroga sarebbe una penalizzazione. Appare poco comprensibile anche il riferimento alle festività natalizie: mica l’aveva prescritto il medico di pubblicare la procedura sotto Natale, e se invece è stato fatto vien da pensare che qualcuno abbia ponderato la scelta, anche dal punto di vista delle controindicazioni.
Con un’altra determina dirigenziale (sempre del 21 gennaio) è stato assunto l’impegno di spesa per pubblicare la proroga dei termini: 985,85 euro.
Perché la Destination Management Company è un tema importante e quindi con i riflettori puntati? Anzitutto perché farà girare parecchi soldi e poi perché il soggetto che si aggiudicherà il bando andrà a gestire il cuore pulsante del turismo: tutta l’attività di informazione e accoglienza turistica (com’è noto la partecipata Rimini Reservation è in liquidazione volontaria), reservation, promo-commercializzazione e, più in generale, tutto ciò che riguarda il destination marketing.
Il bando è stato pubblicato il 21 dicembre scorso, l’importo a base d’asta è di 1.860.655,74 euro (più Iva) e ulteriori 409.836,07 euro (più Iva) per un anno di eventuale proroga. La scadenza iniziale era appunto quella del 28 gennaio, ora slittata al 15 marzo, il criterio di aggiudicazione l’offerta economicamente più vantaggiosa. Il disciplinare di gara non richiede ai concorrenti requisiti di capacità finanziaria mentre ne prevede sul piano della capacità tecnica e professionale: “a) Il concorrente deve aver eseguito, nel triennio antecedente alla data di pubblicazione del bando di gara, servizi analoghi per un importo complessivo non inferiore a 1.000.000,00 euro. Per servizi analoghi si intendono ricerca e innovazione nell’ambito del turismo; servizi di Marketing, promozione e sviluppo dei prodotti afferenti all’ambito del turismo; informazione e accoglienza turistica”, si legge. Ci sono poi le diverse specifiche per raggruppamenti temporanei, aggregazioni di imprese di rete, consorzi di cooperative e così via.
Il punteggio massimo è previsto per la qualità delle innovazioni proposte (40 punti), segue il curriculum del team di lavoro (30), gli strumenti di raccolta dati ed analisi di informazioni strategiche relative al servizio svolto (20), la capacità di coinvolgimento del territorio (15) e gli elementi migliorativi rispetto ai servizi posti a base di gara attinenti alle finalità di cui all’articolo 3 del disciplinare di gara (15). Infine 20 punti per la valutazione economica. E’ ammesso anche il subappalto. Ora però l’attenzione si sposta su quel calcio in avanti che lancia la palla molto lontano e riapre i giochi.
Immagine: Rimini, piazza Tre Martiri, photo Emilio Salvatori: dati da Photo Emilia Romagna
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