Cosa manca a Rimini per dirsi davvero “romandìola”?

Cosa manca a Rimini per dirsi davvero “romandìola”?

Bene i monumenti ripuliti e rivalorizzati, però se nessuno sa capire una sola parola delle scritte che li adornano, sono come un diamante in mezzo ai sassi. Ma Flaminio, Emilio e Popilio hanno speso ingenti capitali per farci grandi.

di Romano Nicolini

Cosa ha spinto il console Flaminio a costruire una via da Roma a Rimini (187 a.C.) superando le impervie montagne apenniniche? Quale è stato il ragionamento per cui il console Emilio ha tracciato una lunghissima via da Rimini a Piacenza (187 a.C.)? Perchè il console Popilio ha rischiato la vita per portare una strada da Rimini a Ravenna e Aquileia (132 a.C.) passando per le malsane paludi del delta?
Inoltre: perché Cesare (49 a.C.), di ritorno dalla Gallia, per andare a Roma non ha scelto di transitare per la zona piatta della attuale Liguria, Toscana, Lazio ed ha preferito venire a Rimini dalla quale poi si proseguiva solo attraverso gli Appennini?

Mistero! O, meglio, orgoglio di essere o diventare riminesi.

“Ariminum” era un modestissimo borgo di pescatori quando, fra il 200 a.C. e il 50 d. C., Roma ha investito quasi tutte le sue risorse fino a trasformarlo in “Caput viarum-Crocevia delle strade”.
In altre parole, se oggi ci chiamiamo “ROMAGNOLI” è perché prima Roma ci ha denominati “ROMANDÌOLI”, piccoli romani: un onore concesso a pochi.

Veniamo al giorno d’oggi. Non si può negare che la romanità di Rimini sia stata valorizzata con feste, sagre, ricostruzioni, mostre, ricorrenze: sarebbe sciocco non apprezzarlo.
Cosa manca a Rimini per dirsi davvero “romandìola”? Una decisa e costante politica di inculturazione della gente. I monumenti ripuliti e rivalorizzati sono una gran bella cosa ma se nessuno sa capire una sola parola delle scritte che li adornano, sono come un diamante in mezzo ai sassi.

Cosa fare? Dare un incentivo finanziario o in beni di consumo (biglietti di ingresso alle partite, biciclette, bambole, giocattoli, buoni-pasto presso le pizzerie, eccetera) ai ragazzi delle medie affinché tutti gradiscano arricchirsi della conoscenza almeno della BASI della lingua di Roma. Terminate le medie, chi vuole va ad un liceo e chi vuole va a fare un lavoro manuale: sembrano due strade diverse ma hanno in comune una grande ricchezza: la cultura.

E’ appunto per questo che i consoli Flaminio, Emilio e Popilio hanno speso ingenti capitali per farci grandi.

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