Croatti: «gravi i divieti di balneazione dopo dieci anni di Psbo»

Croatti: «gravi i divieti di balneazione dopo dieci anni di Psbo»

Il progetto al quale è stato affidato il compito di eliminare definitamente il problema degli scarichi ha «costi enormi, lievitati negli anni ben oltre i 150 milioni di euro», ecco perché il mare non balneabile nel 2022 è qualcosa di «inaccettabile». Intanto Oasi preannuncia un esposto alla procura sull'episodio di fine luglio.

«Dopo una notte di pioggia e con la nostra Riviera piena di turisti arrivano nuovi divieti di balneazione su gran parte delle nostre spiagge con pesanti ripercussioni per la nostra offerta turistica. A distanza di quasi 10 anni dall’inizio dei lavori per realizzare un piano della salvaguardia della balneazione ottimizzato (PSBO) dai costi enormi, lievitati negli anni ben oltre i 150 milioni di euro, questi episodi sono sempre più gravi e inaccettabili». Lo dichiara il senatore 5 Stelle Marco Croatti, che mette in relazione la situazione di vari specchi acquei dichiarati off limits, seppure temporaneamente, nonostante l’amministrazione Gnassi e quella Sadegholvaad vadano gloriandosi di quella che avrebbe dovuto essere la soluzione definitiva al problema degli scarichi a mare grazie alla mastodontica operazione Psbo. Un tema che abbiamo sollevato da ultimo nella giornata di ieri documentando anche situazioni molto critiche, con rivoli fognari arrivati sull’arenile in pieno Ferragosto.
«È necessario che si faccia chiarezza sul progetto e che arrivino garanzie sull’efficacia degli investimenti. I cittadini riminesi da anni compiono sacrifici economici enormi sostenendo, in bolletta e anche con mutui che gravano sui bilanci del comune, il peso di un progetto che ancora non riesce a dare risultati accettabili», prosegue Croatti. «L’apertura delle paratie degli scarichi fognari nella notte tra giovedì e venerdì, con ben 11 punti della costa riminese colpiti dal divieto di balneazione, e l’episodio di fine luglio, su cui è calato un silenzio preoccupante dopo che il comune ha ‘sfiduciato’ ARPAE, sollevano molti interrogativi e dubbi che devono essere chiariti in modo trasparente e senza reticenze».
E a proposito dell’episodio di fine luglio, sarebbe «già pronto e sarà presentato a giorni dalla cooperativa bagnini Oasi di Rimini Nord, dalle due di Riccione, Cattolica e Misano, e dalla cooperativa di Bellaria Igea Marina» un esposto alla Procura della Repubblica. «L’intero sistema turistico della riviera ha subìto danni pesantissimi, con tante prenotazioni disdette, e ancora più rilevanti danni di immagine», dichiara il presidente nazionale di Oasi Giorgio Mussoni al Carlino. «Dopo un giorno o poco più i parametri riguardanti escherichia coli ed enetococchi intestinali risultarono tornati nella norma. Noi chiediamo di sapere che cosa è successo in realtà. Nessuno lo ha mai detto chiaramente. Sono state solo avanzate delle ipotesi, anche contraddittorie, da parte delle autorità competenti, legate a caldo, siccità, alte temperature, scarsa ventilazione di quei giorni e ridottissimo apporto idrico dei fiumi. Fenomeni diffusi però su tutta la costa regionale. Tutte ipotesi che hanno ingenerato forti perplessità. Il Comune di Rimini lo stesso giorno, il 26 luglio, a distanza di mezz’ora dalle analisi fatte da Arpae e nelle stesse zone di prelievo, ha incarico il laboratorio Lav di fare prelievi, risultati ampiamente nella norma». I bagnini di Oasi aggiungono di non essere alla ricerca di «colpevoli ma di eventuali negligenze, chiediamo solo di sapere che cosa è successo in quei giorni di fine luglio, per evitare che situazioni del genere possano ripetersi in futuro». Ma tutto tace. Oasi non sembra però minimamente sfiorare il tema degli investimenti compiuti dall’amministrazione comunale di Rimini finalizzati a dire finalmente “basta merda in mare”.

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