Da rotonda della desolazione a luogo simbolo delle emozioni (speriamo)

Da rotonda della desolazione a luogo simbolo delle emozioni (speriamo)

Trasformare The Waste Land, la rotonda arida e spoglia calpestata da stand e palchi nella calca estiva, in un'icona nel nome di Battisti. Lettera.

E chiudere gli occhi per fermare
Qualcosa che
È dentro me
Ma nella mente tua non c’è
Capire tu non puoi
Tu chiamale, se vuoi, emozioni
Tu chiamale, se vuoi, emozioni

(Lucio Battisti, Emozioni)

I poeti fanno miracoli. Lucio Battisti è stato un gigante della musica italiana, cantautore sì ma soprattutto poeta. La rotonda che porta il suo nome è finalmente arrivata, con enorme ritardo ma è arrivata. Non si sa da quando fosse in preparazione ma comunque onore al sindaco che ha tagliato questo traguardo. La poesia che ha dato voce e musica alle canzoni di Battisti ha preso posto in faccia al luogo meno poetico di Rimini. Quella che oggi e da troppi anni ormai è diventata una rotonda brulla e desolata, negli anni d’oro del turismo riminese fu un’esplosione di fiori e di verde, un’architettura estetica a tutti gli effetti, a suo modo poesia dell’accoglienza turistica affacciata sul mare e sul Grand Hotel simbolo della città. Per un museo invasivo nel centro storico di Rimini si sono spesi più di 12 milioni di euro ma per i luoghi felliniani di Rimini non si spende nemmeno un centesimo. In questo stesso luogo si sta assistendo alla fine ingloriosa della gloriosissima “Ferrania”, uno dei simboli più riconoscibili di Rimini e che ha viaggiato il mondo attraverso chissà quanti scatti. Saluti da Rimini. Anziché riportarla al suo antico splendore si assiste impassibili alla sua fine.

Ma è inutile recriminare, dire a chi non vede di aprire gli occhi. “Mi ritorni in mente bella come sei”: gli occhi si aprono per miracolo colpiti da un sussulto di bellezza. Allora anziché prendermela con chi non vede che un frustolo di bellezza e un simbolo riportato in vita valgono più di chilometri di arredo urbano di legno brasiliano, vorrei proporre al sindaco che pare abbia detto (l’ho letto su un giornale locale online) che «è già una bella rotonda oggi ma lo sarà ancor di più anche per Lucio Battisti», di farsi raccontare cos’era la Rimini turistica prima della caduta, diciamo fino agli anni ’80, ma soprattutto prima, molti anni prima. E soprattutto vorrei proporre di trasformare The Waste Land, la rotonda arida e spoglia calpestata da stand e palchi nella calca estiva, in un’icona nel nome di Battisti. Forse si sarebbe dovuta trasformare prima di intitolare la rotonda a Battisti, ma andrà bene anche dopo, purché non sia un dopo biblico.

Se sia meglio un concorso di idee aperto ai creativi di tutta Europa, oppure un altro percorso, non so. Probabilmente la prima ipotesi potrebbe essere la migliore, ma lascio a chi ne sa la decisione. La cosa importante, però, è che la rotonda possa diventare un luogo di emozioni, unico, poetico, affascinante, turistico nel senso di attrattivo verso i viaggiatori catturati dal bello e dal sogno. “La prima volta che/Ti vidi non guardai/Da allora non t’amai” canta Lucio. Così è stata la rotonda desolata. Ma  dovrà diventare come le parole di Almeno l’inizio: “Alla fine ti trovasti in un bel posto/E lì capisti perché t’erano stati chiesti/Gli occhi in prestito per il loro particolare colore”.

B. R.

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