Dopo il Codice dei contratti pubblici si metta mano alla burocrazia negli enti pubblici

Dopo il Codice dei contratti pubblici si metta mano alla burocrazia negli enti pubblici

È prioritario che il Governo dedichi solerte attenzione all'indispensabile e vitale riduzione della burocrazia tecnico amministrativa che strangola le attività di milioni di imprese e di professionisti.

Il Consiglio dei Ministri lo scorso 19 dicembre ha approvato in esame preliminare il decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici. È una buona notizia!
Ho ascoltato e letto critiche come pure dichiarazioni di soddisfazione da parte di molti. La mia opinione è che la pur lodevole iniziativa governativa non sia la sola necessaria! Risulta indiscutibile che il settore degli appalti pubblici con le sue riverberazioni economiche sia di fondamentale importanza per sostenere gli investimenti, l’occupazione e la crescita nel Paese. Così come il serio tentativo di tagliare la ridondanza degli iter di approvazione degli appalti pubblici e dunque di semplificare le procedure e garantire tempi più veloci nella realizzazione dei progetti, sia apprezzabile e condivisibile. Ma non basta!
Infatti è pure prioritario che il Governo dedichi solerte attenzione all’indispensabile, vitale riduzione della burocrazia tecnico amministrativa che negli Enti pubblici strangola le attività di milioni di imprese e di professionisti. Le cui intraprese e attività tutti i santi giorni sono intrappolate da percorsi ad ostacoli e da penalizzanti rallentamenti a causa di troppe procedure, usuranti endoprocedimenti, richieste di autocertificazioni, dichiarazioni tecniche e a volte pure di dimostrazioni del nulla e, talvolta, pure dai capricci di funzionari e dirigenti che certo conoscono la materia di cui si occupano, ma che sono maestri nell’arte del rinvio. Fatte naturalmente rare eccezioni.
Ecco, di questo dovrebbe al più presto occuparsi il Governo. La mastodontica burocrazia che da anni attarda colpevolmente ogni volontà di fare e di investire, e causa danni al sistema economico del Paese e innumerevoli contenziosi legali, respinge i potenziali investitori internazionali in Italia e purtroppo, come bene si immagina, può spingere verso prassi inquinanti criminogene.
Spero e mi auguro che il Governo Meloni abbia la possibilità di invertire queste tendenze, dando fiducia alle oneste professionalità che in Italia ancora esistono perché da molto tempo resistono stoicamente alle notevoli difficoltà di un sistema burocratico che è in grado di impantanare qualsiasi iniziativa o progetto non rientrante nelle “grazie” dei decisori del momento. E più o meno vale per ogni maggioranza. Un drastico e competente taglio della burocrazia pubblica a favore dei volenterosi privati può far volare il Paese, forse di più degli appalti pubblici, forse di più del PNRR!

Mauro Ioli (architetto)

COMMENTI

DISQUS: 0