E il magnifico Principe perse col tizio di Carpinello

E il magnifico Principe perse col tizio di Carpinello

La sconfitta di Gnassi all’uninominale della Camera, dopo anni di incontrastato potere e prebende, è clamorosa. Entrerà alla Camera grazie al paracadute, ma il risultato delle urne è la bocciatura di una politica vuota, diventata sistema di potere ed è la riconferma che se si superano precise soglie di affluenza (scarsa a livello nazionale, ma discreta a Rimini) il centrodestra può vincere.

Quindi può succedere.
Può succedere che tu abbia il potere pressoché assoluto per dieci anni, che tu abbia al fianco tutti i giornali e quasi tutti i media, che tu sia sostenuto da quasi tutte le associazioni di categoria, le istituzioni e le varie lobby di potere…
Può succedere che tu per dieci anni abbia sempre ripetuto che hai reso la tua città il posto più bello del mondo, abbellito da opere incomparabili in tutto l’universo…
E poi, d’improvviso, arriva uno da Carpinello, che a tuo dire non conosce nulla della realtà, della comunità, del territorio.
E infine succede che quel tizio di Carpinello, che non sa nulla, neppure vestirsi, non fa gli aperitivi fighi, non ha amici fighi, improvvisamente ti superi proprio a casa tua.
Cioè che quello strano tipo di Carpinello (ma dove cazzo è Carpinello? E’ più grande del Teatro Galli? E’ più bello del magnifico Parco del Mare? Ci sono le fogne?) ti batta – per un pugno di voti, più di ottocento – nella città che tu novello Principe hai reso così splendida e addirittura ti surclassi di oltre 14mila voti nella provincia che tu, splendido faraone, hai ricoperto d’oro e diamanti.
Succede.
E così capita che il tizio di Carpinello, che si chiama Jacopo Morrone, e non sa nulla di Rimini ed è addirittura uno della Lega, che ha bisogno del navigatore per non perdersi nella tentacolare città e compra camicie tutte uguali in un discount qualsiasi, batta il magnifico principe Andrea Gnassi.
Succede.

Jacopo Morrone e Andrea Gnassi. Non sa neppure dov’è Santa Giustina. Così gli aveva detto a muso duro il Signore di Rimini. Che però, adesso, fa ciao con la manina al bel gruzzolo di voti raccolti a Rimini dal forlivese.

Ora, il magnifico principe aveva chiesto un variopinto paracadute e a Roma andrà lo stesso a sedersi su uno scranno della camera dei Deputati, ma ciò non toglie che questa sconfitta, in casa, in questa novella Atene ricca di straordinari intellettuali, di magnifica cultura e splendide opere, sia qualcosa di clamoroso a cui quasi nessuno credeva.
Ancora sabato il modesto scriba diceva – ai pochi che chiedevano il suo parere – che il tizio di Carpinello poteva vincere, venendo scambiato, sempre lo scriba, per un povero pazzo.
E c’è un motivo perché l’imponderabile è accaduto: Rimini e la sua provincia sono – culturalmente e socialmente – realtà politiche vicine al centrodestra già da tempo. E il risultato delle elezioni dipende in buona parte da un dato: l’affluenza.
Se l’affluenza supera il 65% il centrodestra ha la possibilità di vincere, se l’affluenza scende sotto questa cifra vince il centrosinistra, che ha una base (il famoso “zoccolo duro” che a Rimini è rappresentato da circa 20mila persone) che si reca sempre e comunque a votare.
Poco importa che il leader del momento sia Berlusconi, Salvini e la Meloni: se una buona fetta di elettori va alle urne, aumentano le possibilità del centrodestra.
Succede.
Ma l’importante è capire, al di là del dato tecnico dell’affluenza, perché succede.
Succede perché ciò che si racconta è diverso dalla realtà che vivono le persone.
Succede perché un partito, un tempo supportato da idee forti, è diventato un immenso vuoto dove si insegue solo il potere fine a se stesso.
Succede perché ciò che gli “intelligenti” definiscono cultura e arte è in realtà solo sopravvivenza di mestieranti ignoranti a libro paga del pubblico.
Succede perché non si capisce cosa sia il popolo e la comunità, che sono ben altra cosa rispetto agli amici dell’apericena.
Succede perché le opere realizzate – costate centinaia di milioni solo tra centro storico, trc, piano fogne – non sono funzionali.
Succede perché se dici che non si farà il parco eolico e che dovranno passare sul tuo corpo per installarlo, e poi, nel giro di poche ore, spieghi che il parco eolico va fatto, qualcuno può anche sentirsi preso in giro.
Succede perché il mondo è un posto meraviglioso e strano dove anche un tizio di Carpinello, che viaggia col navigatore e veste camicie da discount, può battere uno splendido principe.
Succede perché il principe deve sempre coltivare un minimo di umiltà.
Succede perché gli “intelligenti” non leggono i libri, ma solo i risvolti di copertina, perché leggere e studiare è tanta, tanta fatica, e si è sempre soli, mentre si fa prima ad avere gli amici giusti.
Succede perché se sei il Principe non devi mai citare l’avversario e se lo citi lo devi rispettare, perché senno fai capire che stai perdendo e hai paura.
Insomma succede per tante ragioni. E in fondo un po’ dispiace, perché tutti c’eravamo affezionati al Principe declamatore.
The King is dead, long live the King!

Ps: Carpinello è una ridente località del comune di Forlì e tutti, compresi i principi, veniamo da un Carpinello qualsiasi.

Immagine d’apertura: Andrea Gnassi fa il suo ingresso dal cielo alla Camera dei deputati (© Lussi Pagammo).

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