“Ecco perché abbiamo scelto la costa riminese per il parco eolico”

“Ecco perché abbiamo scelto la costa riminese per il parco eolico”

Cosa ha richiamato in riviera i soggetti che puntano sulla costruzione della maxicentrale nel tratto di mare fra Bellaria e Cattolica? Quali gli impatti sul turismo e sulla pesca? Quale strada percorreranno i cavi ad alta tensione per raggiungere San Martino in Venti da Bellariva? Quali garanzie vengono offerte sullo smantellamento delle pale al "fine vita" dell'impianto? Perché nella compagine collegata a Energia Wind 2020 c'è anche una società di diritto inglese? Intervista all'amministratore unico Riccardo Ducoli. Che dice: "stiamo facendo delle verifiche anche in altre zone". Quindi ci sarebbero dei competitors alla wind farm in acque romagnole.

Il parco eolico al largo della costa di Rimini sta suscitando, a ragione, un grande dibattito ed anche non pochi dubbi. Tanti ancora i punti da chiarire e torneremo sul tema con successivi approfondimenti. Abbiamo deciso di partire dando la parola a Riccardo Ducoli, amministratore unico della società di scopo Energia Wind 2020 e con lo stesso ruolo, oltre a quello di responsabile tecnico, in 3R Energia srl. E’ la prima volta che la società affronta sulla stampa un ampio spettro di temi come quelli trattati in questa lunga intervista dedicata al progetto.

I primi passi del progetto centrale eolica offshore antistante la costa tra Rimini e Cattolica risalgono addirittura al 2006, quando la Regione Emilia Romagna e le Province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna approvano il protocollo d’intesa che dà il via allo studio sulla valorizzazione dell’energia eolica nelle aree marine di questa zona. Perché avete scelto il territorio riminese per questo progetto?
Per una serie di motivi. I principali derivano dall’analisi dello spazio marittimo disponibile e delle concessioni attualmente in essere nel mare antistante la Romagna (nel progetto preliminare a disposizione sul sito della Capitaneria di Porto sono relazionati tutti i vincoli esistenti); dall’aver avuto la possibilità di posizionare un anemometro digitale laser LIDAR in mare aperto, per la precisione sulla piattaforma “Azalea B” di proprietà dell’ENI a 15 km dalla costa; dai risultati ottenuti dal monitoraggio anemometrico (velocità, intensità e direzione dei venti) i quali hanno dato risultati oggettivi e positivi rispetto alla producibilità annua di energia elettrica; dalla disponibilità alla connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale di energia elettrica gestita da TERNA; per la presenza di importanti infrastrutture logistiche presenti sul territorio quali aree portuali complesse (porto di Ravenna), aree portuali di supporto (porti di Rimini, Riccione, Misano, Cattolica), trasporto marittimo complesso, trasporto marittimo di supporto, noleggio macchinari specialistici e di supporto, trasporto a terra complesso e di supporto, ecc. Infine per le società con competenze già presenti sul territorio romagnolo in ambito di lavorazioni da eseguirsi in mare aperto.

Avevate sondato anche altre aree marine (quali?) senza trovare riscontri positivi?
Stiamo facendo delle verifiche in altre zone, preferiamo non indicare quali, al fine di mantenere il vantaggio competitivo nei confronti di potenziali competitors, i riscontri sono in fase di raccolta e successiva verifica.

Sono trascorsi 14 anni prima di arrivare alla presentazione del progetto preliminare, perché tanto tempo?
Per quanto ci riguarda, nel 2011 c’è stata la stipula della Convenzione con la Provincia di Rimini. Un anno è servito per l’acquisto e il posizionamento dell’anemometro, che è stato complicato viste le procedure molto stringenti previste da ENI. Almeno due anni per la campagna di rilevamento anemometrico (tempi necessari per avere dati robusti) e il resto del tempo è servito per rilievi in campo, progettazione e pratiche burocratiche per ottenere la disponibilità di allaccio alla Rete di Trasmissione Nazionale da parte di TERNA, analisi di prefattibilità ambientale e realizzazione progetto preliminare. Il progetto che abbiamo presentato da un punto di vista tecnico, normativo e burocratico comporta delle significative complessità, motivo per cui ci è voluto tutto questo tempo.

Avete rapporti con tecnici e/o società locali che operano negli stessi settori e che vi hanno “preparato la strada” per approdare a Rimini e dintorni?
No. Tenendo monitorato il mercato, abbiamo visto quanto fatto fino allora dagli Enti locali in Emilia-Romagna e ci siamo fatti avanti. Da quando il progetto è stato pubblicato abbiamo avuto tantissimi contatti da parte di realtà imprenditoriali locali disponibili a dare il proprio contributo: studi professionali e di progettazione, ditte specializzate in attività a mare, operatori nella logistica complessa, impiantisti e tanto altro, fino a realtà di supporto quali alberghi e ristorazione. Numerosissime sono state anche le candidature che abbiamo ricevuto di persone con specifiche competenze. Tutte risorse di cui avremo bisogno se la nostra domanda verrà accolta.

Fra i vostri progetti realizzati segnalate impianti eolici, fotovoltaici, a biomassa e contratti di servizi energetici per pubbliche amministrazioni per un valore complessivo di circa euro 1.200 milioni. Può dirci qualcosa di più rispetto a questi progetti realizzati, dove si trovano?
Nel centro-sud Italia. Il parco eolico più vicino a Rimini realizzato e in gestione si trova sul monte dei Sospiri di Apecchio (circa 50 km in linea d’aria), siamo disponibili a organizzare delle visite a chi volesse approfondire.

Cosa si intende per contratti di servizi energetici per pubbliche amministrazioni? Può indicarci almeno alcune di queste pubbliche amministrazioni?
Con il termine servizi energetici s’intende una serie di servizi tesi ad analizzare, sviluppare, misurare e gestire l’erogazione energetica sotto diverse forme. All’interno di tale denominazione rientrano: l’analisi dei fabbisogni energetici, la fattibilità tecnica ed economica degli interventi legati al risparmio e all’efficienza energetica, la realizzazione degli interventi per la razionalizzazione energetica, la gestione dell’erogazione dei servizi. Le normative di riferimento sono il DPR 412/1993 e s.m.i. “Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10” e il D. Lgs. 115/2008 e s.m.i. “Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE”.
In sostanza realizziamo gli interventi di riqualificazione a nostre spese e rischio, e con i risparmi ottenuti dal minor consumo di energia (grazie alla migliore efficienza delle nuove tecnologie abbinate a un’accurata gestione e manutenzione) ci ripaghiamo degli investimenti e condividiamo gli utili con il cliente.
Gli interventi più recenti, e che tutt’ora abbiamo in corso, sono presso il Comune di Cologno al Serio in provincia di Bergamo (contratto di efficientamento energetico, contratto di servizio energia termico, di condizionamento estivo e di pubblica illuminazione) e presso gli stabili di proprietà della Provincia di Novara (contratto di efficientamento energetico e servizio energia termico).

In molti lamentano che il vostro progetto è stato un po’ tenuto “nascosto” fino all’ultimo e calato dall’alto nei confronti del territorio. Avete fatto un incontro pubblico in collaborazione con la Provincia di Rimini il 6 dicembre 2019, fra l’altro a poca distanza dalle elezioni regionali, chiamando per tirare le conclusioni l’assessore regionale Emma Petitti, così che a pensare male si potrebbe ipotizzare anche una finalità un po’ elettorale. Ma al di là di questo, non risultano occasioni vere di confronto con la città, con le categorie economiche, con gli amministratori pubblici dei Comuni… Cosa può dirci al riguardo? Nell’ultimo consiglio comunale di Rimini qualcuno ha avanzato la proposta di chiedere alla vostra società di presentarsi in consiglio comunale per scoprire le carte e rispondere a tutte le domande utili a fare piena luce sul progetto: sareste disponibili?
Ribadisco che il nostro progetto è partito nel 2011 firmando la convenzione davanti ai giornalisti e alle telecamere.
Come prevedeva la convenzione, abbiamo reso disponibili i dati alla Provincia di Rimini e all’Università di Bologna per degli studi scientifici che poi sono stati resi pubblici. A tale proposito si può trovare il materiale anche su internet, ad esempio quanto pubblicato a fine 2013 dall’Agenzia regionale per la Prevenzione, l’Ambiente e l’Energia dell’Emilia-Romagna e non solo.
A dicembre 2019 è stato organizzato un incontro pubblico perché il progetto preliminare era in procinto di essere ultimato e abbiamo voluto anticiparne il contenuto: del convegno abbiamo fatto pubblicità sui giornali locali, appeso manifesti e distribuito dépliant negli esercizi pubblici.
Il 30 marzo 2020 il progetto è stato depositato così come prevede la legge presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero delle Attività Economiche e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed è stato reso disponibile al pubblico sul sito della Capitaneria di Porto di Rimini. Tutta la documentazione che abbiamo prodotto è pubblica e renderemo trasparente tutto quello che faremo.
Siamo disponibili a fornire tutte le informazioni richieste e al confronto con tutti gli enti, le autorità, le associazioni e le realtà locali che ne facessero richiesta. Molti incontri ci sono stati chiesti e alcuni li abbiamo già tenuti: Fondazione Cetacea, Legambiente Valmarecchia, L’Umana Dimora Rimini, WWF Rimini, Giunta Comunale di Cattolica, ecc.

Un aspetto poco chiaro riguarda l’impatto dell’impianto a terra: pare che i “cavidotti” arriveranno sulla spiaggia, in maniera sotterranea, e poi fino a San Martino in Venti: può dirci cosa è previsto sulla spiaggia, che tipo di lavori saranno effettuati, quale percorso è previsto per arrivare a San Martino in Venti?
Tutto il progetto di allaccio alla Rete di Trasmissione Nazionale gestita da TERNA è disponibile sul sito della Capitaneria di Porto di Rimini. Il progetto preliminarmente è stato sottoposto all’approvazione di TERNA e sul sito della Capitaneria di Porto di Rimini sono disponibili le comunicazioni avvenute con TERNA.
Le condotte marine, anch’esse interrate, in uscita dalle due stazioni marine di trasformazione, lunghe circa 8 chilometri ciascuna, si riuniscono in un’unica condotta che raggiunge la linea di battigia con un percorso di circa 9,75 chilometri, attraversa l’arenile per circa 160 metri e raggiunge un pozzetto in cui avviene la giunzione tra la condotta sottomarina e quella terrestre.
Il punto di approdo è previsto in località Bellariva di Rimini, e l’attraversamento di circa 160 metri di arenile è ipotizzato a sud est del nuovo circolo velico di Bellariva tra il bagno 98 e 99.
I lavori di giuntura saranno interrati (così come i cavidotti a mare e a terra) e saranno eseguiti in conformità alle normative vigenti in materia di sicurezza così come sono eseguiti da ENEL, TERNA, ENI.
A partire dalla vasca giunti, partirà una condotta terrestre interrata a circa 1,70 metri (o come sarà imposto dalle autorità in materia) sotto strada esistente, composta da due terne di cavi in AT 150 kV con sezione pari a 1000/1200 mm² in rame o da 1600 mm² in alluminio, isolati in XPLE; la condotta elettrica interrata ricade interamente nel Comune di Rimini. Il tracciato preliminare segue la viabilità esistente con un percorso preferenziale di circa 12,38 chilometri che raggiunge la stazione utente adiacente alla Stazione Elettrica TERNA 380/150 kV «San Martino in Venti».
Si è studiato anche un percorso alternativo di lunghezza pari a circa 13,80 chilometri, che ricalca per buona parte il primo e si distacca solo per un tratto per poi ricollegarsi. Si tratta di un’alternativa che si separa dalla viabilità principale e segue una viabilità secondaria.
Il percorso sarà tutto su strada pubblica e sarà tutto interrato tranne gli ultimi metri di collegamento alla stazione di TERNA. I lavori saranno eseguiti in conformità alle normative vigenti in materia di sicurezza così come sono eseguiti da ENEL e TERNA.

Nel sito di San Martino in Venti cosa verrà realizzato?
L’unica opera a vista che sarà realizzata è la stazione di utenza e trasformazione adiacente alla stazione TERNA «San Martino in Venti» nonché il cavo di allaccio alla stazione stessa.

Naturalmente le critiche maggiori riguardano l’impatto dei 59 aerogeneratori sulla costa e dunque sul turismo: una selva di “pali” che oggettivamente non passa inosservata. Non crede che il turismo della costa riminese possa subirne le conseguenze negative? Cosa può dire per rassicurare da questo punto di vista?
Studi scientifici eseguiti in località turistiche in cui sono stati realizzati parchi eolici offshore hanno dato come risultato che il turismo non ha subito conseguenze negative, ma addirittura positive. Fra i tanti, menziono quelli condotti negli Stati Uniti (qui e qui).
Il criterio progettuale adottato prevede la disposizione delle turbine lungo linee curve combinate tra loro a formare figure che mantengono un andamento complessivo pressoché perpendicolare alla linea di costa e alla direzione dei venti prevalenti che spirano da Nord-Ovest e in generale dal 1° quadrante e 4°quadrante.
Questa modalità ha permesso di «svuotare» l’area compresa tra gli archi, limitando a tre il numero delle file con effetti positivi in merito agli aspetti produttivi, di efficienza e di impatto visivo. Le varie applicazioni del metodo utilizzato, elevano la produttività complessiva dell’impianto e, al tempo stesso, risolvono il problema dell’«effetto selva» generato dalle configurazioni a «cluster».
A breve presenteremo un rendering dell’impatto visivo del parco eolico secondo il layout che è stato depositato. Inoltre in sede di valutazione di impatto ambientale siamo disponibili a prendere in considerazione tutte le osservazioni che venissero portate avanti dal territorio: a questo proposito abbiamo preliminarmente chiesto una concessione di uno specchio d’acqua più ampio, proprio al fine di poter permettere la verifica di diverse soluzioni.

Le pale e tutte le altre opere previste in mare avranno un impatto sulla pesca?
Il progetto è stato sviluppato in osmosi con i diversi possibili usi a cui lo spazio marino può essere finalizzato e le possibili interazioni tra loro: pesca industriale, piccola pesca e pesca sportiva, acquacultura, navigazione, turismo, protezione biodiversità, monitoraggio ambientale, estrazione fonti energetiche fossili e altro.
A tale proposito si è preso come modello lo studio eseguito dalla Regione Emilia-Romagna «Tra la terra e il Mare: Analisi e proposte per la pianificazione dello spazio marittimo in Emilia-Romagna», studio propedeutico al recepimento dell’Italia della Direttiva Europea 2014/89/UE «Un quadro per la Pianificazione dello Spazio Marittimo» attraverso il Decreto Legislativo 17 ottobre 2016, n. 201.
Così come è stato proposto il progetto permette l’attraversamento tra un aerogeneratore e l’altro di imbarcazioni da diporto e da pesca, ma anche altri usi sinergici, non da ultimo la pesca, negli specchi d’acqua compresi tra i tre archi in cui saranno disposti gli aerogeneratori, data la notevole distanza tra gli stessi (unico accorgimento è di mantenere la distanza di sicurezza dall’aerogeneratore).
È notorio che i parchi eolici offshore diventano sedi naturali per la riproduzione della biologia marina, con oggettivi benefici per il comparto della pesca.

Sono previste garanzie, e quali, circa il ripristino dei luoghi e quindi la smobilitazione dell’impianto una volta che si dovesse arrivare al “fine vita” della centrale?
Ai fini del rilascio dell’Autorizzazione Unica da parte dei Ministeri coinvolti, così come prevede la normativa vigente D. Lgs. 387/2003 (“Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”), il concessionario è obbligato a presentare delle fideiussioni bancarie o assicurative a garanzia dello smantellamento dell’impianto a fine vita.

Energia Wind 2020 Srl, società di scopo nata per realizzare la centrale eolica, ha una “struttura” abbastanza debole e al momento non offre grandi garanzie: capitale sociale 10.000 euro, e anche dallo stato patrimoniale e dal conto economico rinvenibile nel bilancio al 30/6/2019 non si traggono convinzioni diverse. Le chiedo la sua opinione al riguardo e se sono previste trasformazioni per “irrobustire” questa srl.
È normale che per questo tipo di attività si costituisca una società di scopo: man mano che si sviluppa il progetto il capitale viene alzato sia per far fronte ai costi da sostenere sia per dare le dovute garanzie ai Ministeri durante l’iter autorizzativo; è inoltre il veicolo preferito dai soggetti istituzionali per intervenire quando il progetto prende sostanza.
Visto che il progetto presentato ha rilevanza nazionale e di pubblica utilità, per dare trasparenza all’operazione abbiamo deciso preliminarmente di comunicare alla Prefettura di Rimini e alla Procura di Rimini tutti i dati, i fatti e le informazioni inerenti alla società, delle società che ne detengono le quote e via via a risalire agli ultimi possessori. Alle stesse autorità verranno tempestivamente comunicate variazioni societarie, chiedendo il preventivo nulla osta.

Sui nominativi che figurano nelle diverse società che compongono la vostra diramazione societaria online si trovano pochissime informazioni relative ai curriculum, figura poi una società londinese (EUROPOWER RENEWABLE ENERGY LTD) …
Vale quanto ho già detto: sono stati comunicati alla Prefettura di Rimini e alla Procura di Rimini tutti i dati, i fatti e le informazioni inerenti alla società, delle società che ne detengono le quote e via via a risalire agli ultimi possessori.

Il percorso del cavo interrato ad alta tensione

Descrizione del percorso preferenziale cavo alta tensione interrato (lunghezza circa 12,38 km):

Approdo in località Bellariva di Rimini e attraversamento di 160 m. di arenile a sud est del nuovo circolo velico di Bellariva tra il bagno 98 e 99;
Giunto cavi terra-mare;
Attraversamento lungomare G. Di Vittorio e allineamento per circa 70 m.;
Laterale Viale Giuseppe di Vittorio per 85 m.;
Attraversamento Viale Regina Margherita;
Viale Siracusa (sottopasso ferroviario) per 725 m.;
Attraversamento rotonda via Giuseppe Melucci;

Ipotesi 1 attraversamento parco G. Colonnella
Allineamento via Giuseppe Melucci per 418 m.;
Attraversamento campo G. Colonnella per 402 m.;

Ipotesi 2 Bypass Parco G Colonnella
Allineamento via Giuseppe Melucci per 89 m.;
Via Antonio Rosmini Serbati per 313 m.;
Attraversamento rotonda Vigili del Fuoco;
Allineamento via Flaminia per 495 m.;

Ripresa del percorso
Allineamento via Flaminia e attraversamento rotonda verso SS 16 adriatica per 230 m.;
Allineamento banchina Sud Ovest SS 16 Adriatica per 1.500 m.;
Allineamento in banchina su SS 72 Strada Consolare Rimini – San Marino per circa 3.030 m.;
Via Santa Aquilina per 3.105 m.;
Via San Martino in Venti per 2.380 m.;

Stazione TERNA
Collegamento aereo di 450 m. alla stazione elettrica «San Martino in Venti».
In sede di progettazione definitiva è possibile fare delle varianti.

Fotografia: Enrique Lopez Garre – Pixabay

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