Il mio Salento

Il mio Salento

Non è questione di mare, di sole, di pseudo trasparenze, cerco di più.

La prima uscita ufficiale, l’inizio di tutto, fu il raid Coriano – Rimini- Pachino. In Paese pensavano che io e il figlio del dottore si andasse in Cina. E invece andammo molto più lontano, in Sicilia, a Marzamemi, prima di Salvatores, a conoscere il Marchese Mariano Spadafora. L’ho presa alla lontana ma vado subito a punto. Amo il Sud, adoro i terroni e sono razzista. “Venite pure avanti signori imbellettati, buffoni che cantate di versi senza forza, avrete soldi e gloria ma non avete scorza”. Cantava nel secolo scorso il Maestro di Pavana, ed io quando posso, alzo la vela e punto deciso, novello Federico II, là dove c’è ancora l’uomo (e la donna). Non è questione di mare, di sole, di pseudo trasparenze, cerco di più. Inseguo la Storia fra una frisa e un pasticciotto, un racconto ed un sorriso con un calice di Negroamaro e di Rosè, che è nato qui a pochi chilometri dalla osannata e turistica Punta Prosciutto. A me non frega nulla, io sono a casa di amici e sono l’ospite sacro, l’inviato da Dio. Penso di non tornare, per la vostra serenità. Ma il romanzo che vincerà il Campiello avrà il Salento come base. Ruralmente Enrico Santini

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