Estate 2021: fra una destinazione col coprifuoco e una «covid safe» non è difficile capire chi la spunterà

Estate 2021: fra una destinazione col coprifuoco e una «covid safe» non è difficile capire chi la spunterà

«Destination lab», organizzato da Teamwork, ha messo attorno ad un tavolo virtuale oltre venti esperti per parlare del futuro delle destinazioni turistiche dopo lo tsunami della pandemia. Sono tante le eccellenze italiane che hanno fatto passi da gigante, ma se il confronto avviene fra il sistema Italia e le mete europee (e non solo) concorrenti, i freni che bloccano il Belpaese risultano imbarazzanti. La Grecia corre veloce e "leggera" e si fa trovare pronta con poche essenziali regole e molti messaggi rassicuranti.

«In Grecia possono venire tutti, siamo un Paese Covid safe, non Covid free». Molto istruttiva la panoramica offerta ieri pomeriggio da Destination Lab (rigorosamente online), organizzato da Teamwork a guida Mauro Santinato, sulla ripresa del turismo dopo (si fa per dire) la pandemia. Perché il confronto fra il sistema Italia (seppure con esperienze eccellenti a livello territoriale) che viaggia col freno tirato, a suon di coprifuoco e le vaccinazioni a rilento, e le destinazioni concorrenti, ha permesso di capire l’aria che tira e farsi un’idea su chi ha saputo pianificare strategie e messaggi in vista della ripartenza.
La Grecia e Israele corrono forte. La responsabile dell’Ente ellenico del turismo in Italia, Kyriaki Boulasidou, ha spiegato che l’ingresso dei turisti in Grecia non ha troppi “filtri” e non prevede nessuna quarantena. Anzitutto accettano tutti i vaccini, non esiste il problema del divieto a chi è stato inoculato un vaccino non autorizzato dall’Ema. E com’è noto la questione rischia, senza una soluzione che spetta solo al governo italiano, di affondare tutto il flusso turistico dalla Russia perché lo Sputnik V rientra fra i vaccini “in attesa di giudizio”. In che senso la responsabilità della scelta è tutta in capo a Roma? Perché secondo la proposta di istituzione del “Certificato Verde Digitale” della Commissione europea, «per quanto riguarda la deroga alle restrizioni alla libera circolazione, gli Stati membri dovranno accettare i certificati di vaccinazione per i vaccini che hanno ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE». Ma «gli Stati membri potranno decidere di estendere questa possibilità anche ai viaggiatori dell’UE che hanno ricevuto un altro vaccino» (qui).

Kyriaki Boulasidou e Mauro Santinato a Destination Lab.

Ecco cosa farà invece la Grecia, che si candida ad intercettare i viaggiatori internazionali: per l’ingresso nel Paese sarà sufficiente «presentare un certificato di vaccinazione, mostrare l’esito di un tampone molecolare negativo effettuato fino a 72 ore prima del viaggio (vale anche per i bambini sopra i 5 anni) e compilare il modulo “passenger location form” che si scarica dal sito del governo, 24 ore prima del viaggio». Fine. Qualora il turista dovesse essere sorpreso positivo alla prova di un test a campione all’ingresso in Grecia dalle autorità, sarà ospitato in un hotel “ad hoc” a spese del governo.
Covid safe, si diceva. E’ tutta puntata sulla sicurezza la comunicazione della Grecia per l’estate 2021, facendo leva sulla rassicurante notizia della «vaccinazione di tutti gli abitanti delle isole e di tutti i dipendenti del settore turistico, su rigidi protocolli sanitari (con certificazione) nelle strutture ricettive, e sulla formazione di chi lavora a contatto con gli ospiti», ha spiegato Kyriaki Boulasidou. E per il resto… benvenuti in Grecia.
A tutto gas anche Israele, campione di vaccinazioni, dove ormai le mascherine sono solo un ricordo. In questo caso il quadro è stato fornito da Kalanit Goren Perry che dirige l’ufficio nazionale israeliano del turismo: «Siamo pronti ad accogliere i turisti e soprattutto gli italiani». Porte aperte al turismo organizzato da giugno, e a seguire anche individuale, a condizione di un tampone negativo prima di partire e un test sierologico all’arrivo. «La richiesta è enorme perché siamo il Paese più vaccinato del mondo». Beati loro.
Ma a Destination Lab si è allargato il tiro anche per capire come la pandemia abbia stravolto per sempre il modo in cui eravamo abituati a concepire una meta turistica. Antonio Pezzano (che ha tessuto le lodi del nuovo lungomare di Rimini), di Toscana Promozione, è stato il meno formale e più diretto possibile: «Ci vuole un po’ di pepe sotto il culo per innovare e l’unico modo per farlo è la concorrenza. Non si può innovare senza concorrenza, così come è fondamentale farsi provocare da punti di vista esterni e nuovi rispetto a chi vive abitualmente in un luogo». Tenendo presente che «le pandemie sono state delle enormi fonti di innovazione, ad esempio i parchi nascono perché dopo la peste bubbonica le città erano diventate luoghi insalubri e c’era l’esigenza di individuare spazi nuovi».
Dalla Thailandia l’insegnamento sull’alta tecnologia applicata ai trasporti, la centralità di una rete aeroportuale efficiente che consente in pochissimo tempo e con lo smartphone di sbrigare tutti i controlli fino all’imbarco, e poi l’intermodalità, la capacità di incubare innovazione e start up in grado di fare la differenza, per finire con flessibilità, progetti a lungo periodo e visione condivisa fra tutti i soggetti in campo.
Ascoltando tutti gli oltre venti relatori che hanno spiattellato quello che sta avvenendo in Italia e in diverse nazioni (dall’Irlanda al Regno Unito, dalla Svizzera agli Emirati Arabi) ci si è potuti fare un’idea abbastanza precisa su un dato di fondo: chi non dispone della bellezza e della ricchezza artistica, culturale e turistica dell’Italia, riesce spesso a muoversi meglio di quanto non facciano i decisori nel Belpaese. Lo si sapeva già? Forse sì, ma ripeterlo dovrebbe spronare a migliorare e ad imparare da chi pur senza tutto il bendidìo che bacia lo Stivale, ottiene risultati superiori.

Foto di Adam Kontor da Pixabay

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