Ex Delfinario: sugli abusi “abbonati” tante domande aperte

Ex Delfinario: sugli abusi “abbonati” tante domande aperte

Gli ex gestori della struttura furono "messi in croce" sulle opere da demolire obbligatoriamente. Si espresse anche il Tar. Il bando di palazzo Garampi precisava che “è fatto divieto di utilizzare l’immobile se non previa demolizione delle opere abusive". E adesso la Soprintendenza e il Comune cambiano registro? Lettera.

Alcuni degli abusi edilizi all’ex Delfinario resteranno tali: a me questa notizia fa un po’ impressione. Il Club Nautico e la Fondazione Cetacea, le due realtà che si sono aggiudicate il bando (senza altri concorrenti in campo) indetto dall’amministrazione comunale, nel procedere con i lavori per dar vita all’ospedale delle tartarughe e ad un centro per la “tutela del mare” (quest’ultimo non è ancora ben chiaro in cosa consista) avrebbero constatato che abbattere alcune parti abusive comportava mettere in discussione la stabilità della struttura. Non è una notizia nuova perché era già emersa lo scorso maggio. Titolava un quotidiano locale: “Rischio crolli: stop ai lavori all’ex Delfinario, rinviata l’apertura”.
La Soprintendenza ha dato l’ok.
Ma non è una bellissima notizia. O meglio, da una parte si può essere soddisfatti perché il rudere prenderà nuova vita. Qui andrebbe aperto un capitolo a sé: come si manterrà, economicamente parlando, questo luogo? Potrebbero arrivare in futuro delle “sorprese” finalizzate a remunerare l’investimento e a sostenere l’attività dell’ospedale e del centro per la tutela del mare? Che ne so: un ristorante o qualcosa di simile?
Dall’altra parte, però, non si può cancellare con un colpo di spugna il passato. L’assessora all’ambiente Anna Montini ha commentato: “Procediamo nel percorso che consentirà finalmente di curare una ferita nel cuore di Marina Centro dotando la città di un luogo dedicato alla diffusione e alla promozione della cultura del mare, alla conoscenza degli aspetti ambientali, degli sport e delle attività legate all’acqua”.
Sicuri che non si sia chiusa una ferita per riaprirne un’altra? Pongo la domanda, e mi piacerebbe avere risposta dal Comune di Rimini, dalla Regione e dalla Soprintendenza.
Ricordo infatti che con l’avviso pubblico del Comune di Rimini, se non ricordo male risalente al febbraio 2020, e poi con la determina di approvazione del verbale che validò la proposta presentata da CNR e Fondazione Cetacea (risalente al giugno 2020), veniva prescritto che “è fatto divieto di utilizzare l’immobile se non previa demolizione delle opere abusive e previo conseguimento di tutti i titoli e tutte le autorizzazioni previste dalla legislazione vigente”. E “in caso di inadempienza agli obblighi di cui sopra si procederà rispettivamente alla decadenza dall’aggiudicazione e dalla concessione demaniale marittima”.
Ma ancora prima, ricordo, sempre se la memoria non fa cilecca, che sulla querelle degli abusi edilizi i gestori dell’ex Delfinario vennero “messi in croce”. L’amministrazione comunale aveva ingiunto alla proprietà di demolire gli abusi edilizi, senza se e senza ma. Si andò davanti al Tar dell’Emilia Romagna (mi pare nel 2017) che diede ragione al Comune. Cioè la demolizione degli abusi, di tutti gli abusi, era stata ritenuta “obbligatoria”, non facoltativa.
Alcuni rilevanti abusi ovviamente sono andati giù, pare quelli lato mare e lato porto della struttura. Ma altri no. C’è la normativa che corre in soccorso, stabilendo che laddove l’abbattimento di parti abusive causi pericolo alla stabilità dell’immobile, possa intervenire una sanatoria. E’ questo il caso? Le carte non sono pubbliche e non si può sapere. Possibile però che l’amministrazione comunale non sapesse fin dall’inizio (visto che si era misurata col problema davanti al Tar) quali fossero gli abusi da demolire e se avrebbero potuto incrinare la stabilità della struttura?
Oggi ho visto sul Carlino un rendering con il “nuovo ex Delfinario”, che mi sembra totalmente un’altra cosa rispetto al manufatto originario. Una struttura come quella, edificata oltre mezzo secolo fa, può essere “stravolta”? Sono tutte e solo domande, come si può capire, che meriterebbero un approfondimento.

G. B.

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